Verso il 25 settembre
‘Europei, punite i governi per la loro evidente stupidità’, dice il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Medvedev
Il falco russo Dmitri Medvedev entra a gamba tesa in campagna elettorale invitando gli europei a “punire” alle urne i loro “governi idioti” e il suo appello diventa subito un caso in Italia, alla vigilia di elezioni segnate dal timore di ingerenze da parte di Mosca.
Immediate arrivano infatti le condanne dal centrosinistra, con il Pd che attacca “l’ambiguità” di una destra che rimane in silenzio per lunghe ore, prima che in serata Matteo Salvini dica la sua: “Non mi interessano gli insulti dei Dem.
Non è la prima uscita del genere del vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale di Vladimir Putin, che già in passato aveva esultato sguaiatamente per le crisi di governo in Gran Bretagna e appunto in Italia, con due dei più stretti alleati di Kiev (Johnson e Draghi) messi fuori gioco. Ma stavolta l’ex presidente sceglie di rivolgersi direttamente agli elettori: “Vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad esempio, che li chiamino a rendere conto, punendoli alle urne per la loro evidente stupidità”, scrive Medvedev su Telegram, il suo canale preferito. “Se il prezzo per la democrazia europea è il freddo negli appartamenti e i frigoriferi vuoti, questa ‘democrazia’ è per i pazzi”, aggiunge l’esponente di Mosca riferendosi alle conseguenze delle sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. “Ecco perché – insiste – quattro governi europei si sono già dimessi in breve tempo. Ma non è finita qui. I voti degli elettori sono una potente leva di influenza. Quindi agite, vicini europei! Non rimanete in silenzio. Chiamate i vostri idioti a rendere conto. E vi ascolteremo. Il vantaggio è evidente: l’inverno è molto più caldo e confortevole in compagnia della Russia che in uno splendido isolamento con la stufe spente”, l’allusione finale di Medvedev, che usa per l’ennesima volta la minaccia del taglio alle forniture di gas russo all’Europa.
Il primo a reagire è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “È davvero preoccupante l’ingerenza del governo russo nelle elezioni italiane. Un esponente russo interviene nuovamente a gamba tesa su questioni di politica interna, questa volta dando anche un’indicazione di voto. Le forze politiche italiane – è l’invito del leader di Impegno Civico – prendano le distanze in maniera netta, senza alcuna timidezza, dalla propaganda russa”. Di “ingerenza grave” parla subito anche Enrico Borghi, della segreteria nazionale del Pd, che esorta “tutti” a censurare Mosca, “iniziando da una destra sempre più ambigua sul tema”.
Da Quartapelle a Mirabelli, da Fassino a Serracchiani, il leit motiv tra i democratici è la richiesta alla coalizione di Meloni e company di condannare le parole di Medvedev. Ma a destra (e anche tra i Cinque Stelle) per ore tutto tace. Fatta eccezione per la voce istituzionale di Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia ma soprattutto presidente del Copasir: “La dichiarazione grottesca di Medvdev è solo la punta dell’iceberg. Il Copasir ha da tempo denunciato il rischio di ingerenze straniere nelle democrazie occidentali, specie durante i processi elettorali, sollecitando le istituzioni a predisporre adeguate misure. Proprio domani – ricorda Urso -, nella riunione del Comitato, questo sarà uno degli argomenti della relazione annuale al Parlamento dopo la nostra indagine conoscitiva”
. In serata le parole di Salvini, precedute da quelle del presidente dei senatori di FdI Luca Ciriani: “Le accuse contro il centrodestra sono risibili quasi quanto le dichiarazioni di Medvedev. Lo confermano i voti espressi in Parlamento che hanno sempre attestato la postura atlantista dei partiti di centrodestra. Spiace non poter dire lo stesso dei partiti con cui il Pd ha deciso di allearsi”. Dal terzo polo si fa sentire il leader di Azione Carlo Calenda: “La Russia e Medvedev il 25 settembre avranno un’amara sorpresa. Ci impegneremo a sconfiggere i loro amici Conte, Berlusconi e Salvini”.
Con il leader del M5s che in zona Cesarini fa partire anche il suo tweet nel quale parla di “intromissione inopportuna e pericolosa. Gli italiani non devono prendere lezioni e consigli da nessuno, tanto meno da chi si è reso protagonista di guerra e condotte che violano i più elementari diritti umani”, cinguetta Conte quando sono ormai passate le 21 di un’altra giornata di polemiche.