Gli eletti all`estero al servizio degli
elettori o dei partiti di appartenenza?
di Nello Passaro
Mentre gli elettori all’estero, i piu‘ velleitari e forse anche i piu‘ ingenui, si apprestano, in tutta buona fede, a compilare le schede elettorali indicanti il loro voto, consapevoli di esprimere un loro diritto e pensando di poter incidere con esso nelle scelte che il nuovo Parlamento fara‘ anche nel loro interesse, si consuma, sulla loro pelle, la solita farsa che vede il loro voto consegnato ai partiti nazionali senza alcuna garanzia. I rappresentanti eletti , privi di un minimo di appoggio e sostegno da parte dei loro partiti nazionali per i quali si sono fatti eleggere , avranno realizzato si il loro obiettivo personale , ma saranno costretti a consegnare il voto ricevuto nelle loro mani , divendando loro stessi vassalli e succubi di una volonta‘ altrui a livello di scelte , di proposte e di soluzioni alle problematiche dei loro elettori.Il loro peso non sara‘ influente, determinante, potranno solo sperare nella buona sorte e nella generosita‘ altrui. Ma intanto il loro mandato e‘ sicuro, questo fuori da ogni dubbio.
Nessuno degli eletti, per una sorta di tacito scambio , si e‘ premurato di fare avallare i loro programmi elettorali dai loro partiti nazionali per i quali si sono candidati all‘estero, che a loro volta gli hanno fornito, senza niente chiedere e nulla concedere , ma assicurandosi il loro voto o meglio die loro elettori, la possibilita‘ di presentarsi in loro nome. Gli eletti, fedeli ai loro programmi, manifesteranno, se le occasioni lo offriranno e la loro buona volonta‘ non verra‘ meno , di mantenere il loro impegno a portare avanti i loro programmi, da contestualizzare sia all’interno dei partiti medesimi ( bella fatica questa) che ovviamente nel contesto generale (piu‘ ardua e molto frustante anche questa).
Ma quale difficolta‘ avrebbero i partiti nazionali ad inserire nei loro programmi elettorali di carattere nazionale anche le proposte che intendono portare avanti anche per i cittadini italiani all’estero?
Sarebbe forse il caso che gli eletti all’estero ci spiegassero le ragioni per cui non abbiano sentito anche questa volta, o non sentano, l’esigenza di un tale apporto, sulla base del quale impostare la loro campagna elettorale all’estero, preferendo il ruolo di anonimi sconosciuti che bussano alla porta dei loro partiti per vendere il loro prodotto svuotato dei loro voti ?
Quali dei segretari dei vari partiti nazionali (Salvini, Meloni, Renzi, etc…. ) avra‘ mai, anche in questa campagna elettorale, fatto riferimento agli italiani all’estero? Eppure i nostri voti servono e concorrono a sostenerli e a conferirgli il potere che esercitano!
Nello Passaro
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