In caso di allarme 560 specialisti pronti ad attivarsi in aiuto Qatar
Nelle due finali del Mondiale di calcio di sabato e domenica prossima in Qatar c’è anche l’Italia, quella con basco e mimetica.
A Doha, in vista del match Croazia-Marocco e soprattutto della finale tra Argentina e Francia, un nostro contingente con 560 militari è pronto ad intervenire in supporto delle autorità qatariote, su loro richiesta, in situazioni di emergenza, in caso di atti ostili o terroristici.
La task force, nell’Emirato già dai primi di ottobre, è impegnata con varie componenti, da quella terrestre su base Brigata ‘Sassari’ dell’Esercito a quella per le operazioni in mare, con la nave ‘Thaon di Revel’ della Marina, che sorveglia le acque internazionali al largo della capitale, fino all’Aeronautica Militare, che provvede al controllo dello spazio aereo, e ai Carabinieri impegnati in attività di polizia militare e di consulenza delle forze del posto.
Già dall’inizio deli mondiali i 560 soldati taliani – tra loro unità specialistiche e cinofile – sono pronti a intervenire nel caso di allarmi per situazioni che possano minacciare infrastrutture critiche come stadi, porti, aeroporti e complessi industriali, centri commerciali e luoghi affollati.
Nelle settimane che hanno preceduto l’inaugurazione dei Mondiali, gli stessi uomini avevano già contribuito ai controlli in supporto dei circa cinquemila uomini del ministero della Difesa del Qatar, a cui si aggiungono altri contingenti militari internazionali di Francia, Pakistan, Regno Unito, Stati Uniti e Turchia.
“Lavoriamo in un paese dalle caratteristiche molto diverse dalle nostre. E’ una missione che nasce da una specifica richiesta del governo del Qatar, di avere in concorso assetti ad alta specializzazione in settori molto delicati – spiega il generale Giuseppe Bossa, comandante dell’operazione denominata ‘Orice’ – E’ la prima volta che siamo coinvolti nel supporto alla gestione di un evento come quello dei Mondiali di calcio, ma è un modello vincente che ci inorgoglisce e che si può replicare per altri eventi di portata internazionale”.
A meno di una settimana dal fischio d’inizio del torneo, gli assetti dell’esercito italiano per la difesa ‘Cbrn’ (da minaccia chimica, biologica, radiologica e nucleare) hanno portato a termine l’ultima di una lunga serie di controlli chimico-radiologici effettuati in cinque degli otto stadi che hanno poi ospitato le partite. Il team della Marina, invece, attraverso un veicolo subacqueo a guida autonoma ha effettuato un controllo dei fondali del canale di ingresso del porto di Doha, per identificare la presenza di eventuali ordigni o altri oggetti pericolosi alla navigazione, oltre a continuare a presidiare le acque internazionali per contrastare eventuali traffici di armi e intercettare qualsiasi flusso illecito.
L’Aeronautica Militare controlla invece lo spazio aereo per contrastare l’eventuale l’impiego non autorizzato di droni, schierando apparecchiature costituite da dispositivi jammer portatili e dal sistema anti-drone stanziale. La task force interforze, con i Carabinieri, ha anche il compito di fornire consulenza e assistere le forze armate dell’Emirato. Dietro i controlli c’è quindi tanto know how italiano: esperti pianificatori militari hanno contribuito alla stesura del piano di difesa dell’evento sportivo, durante le sedute di pianificazione congiunta svolte in Qatar.