La produzione dei capperi a Pantelleria (Trapani), prodotto tipico con certificazione Igp, è a rischio: manca la manodopera per la raccolta dei boccioli. Anche quest’anno c’è stato l’allarme per trovare raccoglitori tra giugno e agosto.
Il lavoro è faticoso, non attrae i giovani e le aziende dedicate alla coltivazione rischiano di lasciare il prodotto appeso alla pianta: quest’ anno per un kg di capperi i raccoglitori venivano pagati 13,50 euro.
A esprimere preoccupazione è la presidente della cooperativa capperi di Pantelleria, Emanuela Bonomo: “Nei prossimi anni – dice – la produzione del prodotto simbolo dell’isola potrebbe scomparire perché mancano i raccoglitori”.
Ad allarmare Bonomo sono i numeri della raccolta registrati in cooperativa, che dal 2022 (61,73 tonnellate di prodotto Igp) sono diminuiti vertiginosamente nel 2023 (40,812 tonnellate) per poi rialzarsi, seppur di poco, lo scorso anno (47,550 tonnellate). “Abbiamo assistito a una drastica riduzione dei capperi conferiti alla nostra cooperativa – spiega Bonomo – e andando avanti così rischiamo di far scomparire una tradizione secolare per la nostra isola”.
Agli inizi degli anni ’90 a salvare la raccolta è stata la presenza sull’isola di operai romeni che, dopo aver imparato l’arte della costruzione dei muretti a secco, hanno fatto da manovalanza per la raccolta dei capperi.
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