Altomonte, il borgo calabrese dove il tempo si è fermato
Altomonte è un piccolo borgo da scoprire in provincia di Cosenza, in Calabria. Un tesoro riconosciuto a livello nazionale, facente parte del Club dei “Borghi più Belli d’Italia”, così come di associazioni come “Bandiera Verde” e “Città Slow”. Un’area dall’indubbia bellezza paesaggistica, dov’è possibile staccare realmente la spina e allontanarsi dallo stress e le ansie della vita cittadina.
Alla scoperta di Altomonte
Recarsi ad Altomonte vuol dire mettere piede in uno dei centri artistici di maggior pregio dell’intera Calabria. Ciò che colpisce all’arrivo è la vera e propria muraglia di case, con i visitatori chiamati a “perdersi” tra le tante stradine che si incrociano. L’atmosfera che si respira grazie allo stile urbanistico è alquanto austera e aristocratica.
Ci si può cimentare in itinerari ricchi di storia, dal moderno Teatro all’aperto alla Chiesa di Santa Maria della Consolazione. Quest’ultima è un esempio magnifico di arte gotica-angioina. Elementi rari che caratterizzato il rosone e il portale. La popolazione è alquanto limitata, numericamente parlando, con poco più di 4mila persone. Ciò, però, non va a incidere sull’atmosfera vibrante che è possibile respirare. Il nome deriva dalla presenza di montagne alquanto aspre da un lato del panorama. Panorami mozzafiato e campi di uliveti, però, le hanno regalato un appellativo più moderno: “Città del Matrimonio”.
La storia di Altomonte
Si hanno evidenze di insediamenti umani in questo territorio già in antichità. Le prime testimonianze risalgono all’I sec d.C., come attestato dai resti di una villa romana nei pressi del fiume Esaro. Il nucleo originario di Altomonte, però, venne spostato nel corso del IX-X secolo, con la popolazione che optò per le alture, così da potersi difendere meglio da eventuali incursioni saracene.
Il suo nome è mutato nel tempo. Il primo fu “Brahalla” nel 1065, mentre nel 1337 divenne “Altroflumen”, per poi assumere quello definitivo di Altomonte per volere della regina Giovanna II di Napoli.
Cosa vedere
Le tante stradine e scalinate si stringono intorno al centro del borgo, dove trova spazio la Chiesa di Santa Maria della Consolazione. Un vero tesoro d’arte gotico-angioina, con rosone e facciata di grande eleganza, mentre il campanile è decorato da una bifora. L’interno è quasi del tutto spoglio. Non mancano però opere, come il maestoso sepolcro del 1360.
Da apprezzare il Castello e il convento dominicano. Il primo è di origine normanna e risale al XII secolo. Oggi è un albergo spettacolare, che sfoggia ancora tutto lo splendore del tempo. Il convento risale invece al 1440 ed è arricchito da un chiostro della stessa epoca.
Splendido anche il Palazzo Pancaro, del XVI secolo, tra le più antiche dimore gentilizie. Da qui si scende a piazza Balbia, dove trova spazio la chiesa di San Giacomo Apostolo, di origine bizantina ma restaurata in epoca recente. I suoi interni sono in stile barocco e proprio qui intorno si sviluppò il primo nucleo abitato di derivazione araba.
Cosa mangiare
La cucina calabrese è particolarmente ricca e il borgo di Altomonte non fa eccezione. Recarsi presso un ristorantino tradizionale è un’esperienza da regalarsi. Qui sarà possibile lasciarsi consigliare, provando manicaretti dalle antiche origini.
Le alici di trebisacce mescolano pesce stagionato, vasi tradizionali in creta, olio e peperoncino. All’elenco si aggiungono di diritto anche l’anitra ripiena alla calabrese, le aringhe alla calabrese, il caciocavallo ai ferri, il cavolfiore dorato, mandorle pralinate, salmorigano e ravioli alla catanzarese.
Fonte fotografia in evidenza: Panorama