Il leader del M5s: ‘Il rapporto non è stato mai idilliaco, ma io ho sempre rispettato il suo ruolo di fondatore’
Tra “l’Elevato”, attributo con cui Beppe Grillo da anni si definisce sui social, e il “Sopraelevato” ci sono solo cinque lettere di differenza, poche ma cruciali per Giuseppe Conte che in giornata ha messo sul piatto le condizioni per il prosieguo della sua leadership.
“Io non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto sopraelevato rispetto alla comunità stessa. E’ un principio antidemocratico. Se passa questo principio – e non vedo come possa passare – io non potrei esserci”, scandisce il presidente dei 5 stelle dalla festa del Fatto Quotidiano.
In ballo – ormai da tempo – ci sono il simbolo, il nome e il limite del secondo mandato, elementi su cui, secondo l’ex premier, la base del Movimento deve poter discutere nell’assemblea costituente, mentre secondo il fondatore e garante non possono essere messi in discussione in quanto “elementi imprescindibili” del M5s. A tre giorni dall’affondo di Grillo sul suo blog (Conte sta “compiendo un’opera di abbattimento” del Movimento, “per costruire qualcosa di totalmente nuovo”), il leader ribatte punto su punto. Ammette di non sentirsi più al telefono col fondatore e mette sul tavolo il suo ragionamento: “Il simbolo è già cambiato più volte, da ultimo abbiamo messo anche la parola pace. Sul doppio mandato, si sono inventati, con Grillo compiacente, il mandato zero e io non c’ero. Chi parla non ha detto dobbiamo cambiare il simbolo, il nome e il doppio mandato, ha detto ascoltiamo i bisogni” della base. “E’ sbagliato dire di questo si discute e di questo no. Se alla fine del processo” si decide che “il simbolo resta identico a me va benissimo” perché “alle cinque stelle io sono affezionato”. “Io – premette – ho sempre rispettato e continuo a rispettare il suo ruolo di fondatore”, ma “dobbiamo interpretare i bisogni di oggi, non di 15 anni fa. La ricetta non funziona più” e “il modo migliore per attualizzarla è il processo costituente”. In vista dell’appuntamento ottobre, lanciato da Conte dopo la debacle delle europee, ognuno organizza le truppe. Il fondatore la scorsa settimana ha trascorso due giorni a Roma, senza incontrare il leader, e potrebbe aver visto alcuni degli ex pentastellati scontenti che un mese fa hanno scritto una lettera per dire che “il tracollo” del Movimento è colpa dell’ex premier. Di certo Elio Lannutti, avvistato all’hotel Forum.
Quanto al presidente del M5s, in giornata annuncia che la prima fase del processo costituente “si è conclusa: abbiamo invitato tutti, iscritti e non, a presentare proposte e sono arrivati oltre 22mila contributi, un grandissimo risultato”, tra cui “170” da parte di “organizzazioni collettive”. Comunque vada, il rischio carte bollate e tribunali è dietro l’angolo. Perché Grillo intende “esercitare i diritti che lo Statuto” gli “riconosce in qualità di garante, ossia custode dei valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle”. E Conte – che si dice “tranquillissimo” – ricorda che “l’impegno a non sollevare contestazioni su simbolo è nero su bianco. E il garante – aggiunge – dovrebbe rispettare un impegno contrattuale”.