Dal 19 al 21 maggio i sette grandi con altri giganti come India e Brasile discuteranno anche di Taiwan, ma manca la Cina
ROMA – Un documento per la sicurezza e il disarmo nucleare: è la promessa del G7, forum di grandi potenze, in programma in Giappone da venerdì a domenica, che rischia però di trovarsi ostaggio delle nuove contrapposizioni geopolitiche acuite dalla guerra in Ucraina. Del lavoro su un testo comune riferiscono fonti informate sentite anche dall’agenzia Dire, sottolineando come l’impegno sia inscritto nella sede stessa scelta per il vertice: Hiroshima, città martire simbolo dell’olocausto nucleare, peraltro circoscrizione di elezione del primo ministro nipponico Fumio Kishida.
Ai lavori parteciperanno i capi di Stato e di governo di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti. Uno spazio avranno però anche dirigenti di altri Paesi, dall’Indonesia all’India fino al Brasile, con la presenza confermata del capo di Stato Luis Inacio Lula da Silva.
APPELLI PER RATIFICARE IL TRATTATO CHE PROIBISCE LA ARMI NUCLEARI
Rispetto a sicurezza e disarmo atomico il riferimento non sarà però il Trattato internazionale per la proibizione delle armi nucleari, un accordo in vigore dal 2021, vincolante per i Paesi contraenti (già 68). Diversi membri del G7, non solo Stati Uniti ma anche Francia e Gran Bretagna, non l’hanno infatti sottoscritto e in qualche caso hanno espresso contrarietà. Secondo Kishida, si dovrà invece ripartire dall’“Hiroshima Action Plan”, presentato dal primo ministro già lo scorso anno con la promessa di favorire la trasparenza degli arsenali e di perseguire un approccio non “ideale” ma “pragmatico”.
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I RISCHI CONNESSI ALLA CENTRALE DI ZAPORIZHZHIA
Tra i temi del G7 ci sarà soprattutto l’Ucraina. Per i rischi legati alla centrale nucleare di Zaporizhzhia sulla linea del fronte, per le nuove sanzioni che potrebbero colpire la Russia e non invece per le ipotesi di negoziato, a oggi fuori dall’orizzonte del presidente Volodymyr Zelensky, atteso a Hiroshima in videocollegamento.
Capi di Stato e di governo, soprattutto, metteranno in guardia dalla possibilità che alle violazioni del diritto internazionale culminate nell’offensiva russa del febbraio 2022 ne seguano altre. Un aspetto, questo, che le fonti ascoltate dalla Dire evidenziano, rappresentando lo specifico della posizione giapponese. Il focus di Tokyo sono l’Asia e la regione dell’Indo-pacifico, dalla Corea del nord fino a Taiwan.
Si tratta di un’area strategica per il Giappone, tornata stabilmente al centro delle preoccupazioni diplomatiche dopo lo scontro tra Cina e Stati Uniti sulla visita a Taipei della speaker della Camera dei rappresentanti americana, Nancy Pelosi. Pechino, pronta a mediare sull’Ucraina, al G7 non ci sarà. Sarà invece ad agosto a Città del capo, con Xi Jinping, per il vertice dei Brics, con Brasile, India, Sudafrica e Russia, rappresentata (mandato di arresto della Corte penale internazionale permettendo) dal suo capo di Stato Vladimir Putin.
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