NELLO PASSERO
Gli italiani all’estero sono stati completamente dimenticati dall’attuale presidente dell`‘ esecutivo in carica, Mario Draghi. Lo sostiene il Segretario del CGIE , Schiavone. Dello stesso avviso pare che lo sia anche il MAIE, questo movimento degli italiani all’estero di indole irrequieta ed in perenne e affannosa ricerca di una sua identita‘ e di uno strategico posizionamento . A loro dire sembra che Draghi sia l’unico responsabile di tale situazione di stallo.
Sfugge tuttavia alla loro attenzione e pertanto alla loro critica, o per certi versi meglio autocritica – non certo incosapevolmente- l’operato dei deputati e dei senatori eletti all’estero nonche‘ dei loro partiti di riferimento come se essi fossero avulsi dal contesto e non avessero alcuna responsabilita‘ ma eletti solo per conquistare posizioni di prestigio e di comodo. E‘ troppo facile se non proprio fazioso additare in una sola persona il responsabile unico onde evitare di colpire e responsabilizzare gli altri, che in modo o in un altro ne condividono , avallandone l’operato, le stesse responsabilita‘.
Manca da parte del MAIE quindi un senso di autocritica e si strumentalizza il tutto per interesse di parte inscenando , fuori dai luoghi deputati , una critica di parvenza a difesa di presunti interessi generali. Lo si fa fuori dalle aule del Parlamento, sui giornali amici , in modo opportunistico pavoneggiandosi in modo egocentrico per presunti risultati conseguiti senza considerare quello che si poteva e doveva ottenere .
Che i nostri rappresentanti all’estero non avessero , tantomeno i loro partiti di riferimento , la tempra e l’interesse effettivo per riproporre i temi di nostro interesse, lo si era bene capito anche al momento stesso dell’insediamento del nuovo esecutivo, all’atto della discussione plenaria in cui fecero registrare un vergognoso e inqualificabile silenzio sottraendo all’emigrazione la dovuta visibilita‘ ed al dovuto rispetto.
In quella occasione anche il sottosegretario all’emigrazione Merlo nonche‘ i rappresentanti del suo movimento non ebbero a proferire parola.
Adesso il Maie e l’ex sottosegretario Merlo, di cui si intuisce la sua plausibile e comprensibile celata delusione per non essere stato riconfermato nella carica, farebbe bene ad interrogarsi se l’attuale situazione non possa anche essere dipesa dall’atteggiamento ambiguo e forse per alcuni provocatorio ed irritante assunto dal suo movimento in occasione degli eventi che hanno preceduto l’insediamento del nuovo esecutivo a guida Draghi.
Sta di fatto che anche con l’esecutivo a guida Draghi, per responsabilta‘ di tutti gli attori che calcano il palcoscenico parlamentare, gli italiani all’estero non trovano la giusta attenzione e il dovuto rispetto indipendemente che la loro consistenza numerica venga presa a pretesto solo per giochi di potere .
La dignita‘ di ogni singolo emigrato italiano e pari a quella di ogni comune individuo e non conta se si e` uno o in 6 milioni .
Nello Passaro