Ci si potra‘ fidare dei nuovi eletti all’estero?
di Nello Passaro
La questione dell‘eliminazione dell‘ Imu sulla casa degl italiani all‘ estero tra speranze, promesse e delusioni, si trascina ormai gia‘ da lungo tempo senza essere approdata ad una soluzione che assecondi le loro legittime aspettative.
Essi rivendicano un diritto di trattamento fiscale paritetico, stanchi di sopportare il peso di una misura fiscale che li vede oggetto di discriminazione rispetto ai loro connazionali.
La stessa misura che prevede la riduzione dell‘Imu a favore dei soli pensionati rappresenta un‘ ulteriore forma di disparita‘ di trattamento fiscale rispetto a coloro nei confronti dei quali niente e‘ stato concesso.
L‘ IMU per gli italiani all ‘estero e‘ ed resta una misura odiosa ed inaccettabile, che pesa ingiustamente nelle tasche di tutti coloro che la subiscono.
Sara‘ l apporto dei nuovi eletti all‘ estero che hanno nella loro campagna elettorale promesso il loro impegno al riguardo a produrre quel cambiamento di rotta che conduca a una sua eliminazione definitiva a favore di tutti da parte del nuovo governo ?
Di sicuro al riguardo non si potra‘ contare sui nuovi senatori eletti, Borghese e Giacobbe, che pur avendone avuto la possibilita‘ nel corso del loro intervento odierno in aula in occasione dell’ elezione del nuovo governo, parlando in rappresentanza degli italiani all’estero ed enucleando le loro problematiche , niente hanno segnalato al riguardo.Fa specie costatare la contraddizione tra il dire ed il fare soprattutto dell’esponente del MAIE, partito italiano all’estero che si pavoneggia di essere l’unico vero loro difensore .Di riscontro invece ha confermato anche in quest’ ultima occasione di vendere solo fumo, altro che “ gli italiani all’estero al centro dell’agenda politica del nuovo governo”, come si legge in qualche articolo di propaganda.
Si spera tuttavia che il nuovo governo conceda un giusto e dovuto riconoscimento all‘ emigrazione italiana per quell‘ apporto storico, sostanziale e concreto, fornito nel tempo e tutt‘ ora in corso, all‘economia italiana.
Il loro patrimonio immobiliare in Italia, realizzato e tenuto grazie alle loro rimesse, rappresenta una testimonianza significativa ed importante.
Una politica fiscale ostile nei confronti dei loro immobili costituisce un elemento destabilizzante del rapporto affettivo ed economico .
Il nuovo governo oltre ad investire per attuare una politica che promuova e favorisca il turismo di ritorno alle radici, dovrebbe salvaguardare anche chi queste radici in Italia li ha sempre tenute ben salde investendo nella sua unica casa sul territorio nazionale .
L‘eliminazione dell‘ Imu da parte del nuovo governo rappresenterebbe invece un segnale di grande interesse a consolidare e rafforzare il rapporto che esso intende tenere con l‘ altra Italia al di fuori di essa, restituendo loro quel rispetto di cui sentono fortemente la mancanza per i loro sforzi e il loro impegno a mantenere , anche attraverso il possesso dei loro immobili , vivo e costante il legale con le proprie origini.
Il voler considerare la loro casa alla stessa stregua di quella delle seconde case dei residenti in Italia, appare , agli occhi degli italiani all’estero, come una forzatura ben precisa dal carattere penalizzante e speculativa nei loro riguardi.
Non si riesce a capire e a giusticare, infatti, il perche‘ non sarebbe applicabile il concetto secondo il quale ogni italiano in possesso di una sola casa in Italia non sia soggetto ad alcuna fiscalita‘, o alla medesima qualora si voglia rivedere l’attuale normativa, indipendentemente dal suo luogo di residenza.
Se la sacralita‘ della casa in Italia per gli italiani residenti sul territorio nazionale non e’ messa in discussione, proteggendola a spada tratta sotto il profilo fiscale ,non si capisce, a maggiore ragione o per la stessa, il motivo per cui ai connazionali fuori d‘ Italia debba essere riservato un trattamento diverso, che risulta ingiusto , penalizzante e non piu’ accettabile.
Nello Passaro