E’sicuramente uno degli attentati più duri subiti dalla polizia colombiana dall’avvio del processo di pace con le Farc, ma questa volta sembra che le ex guerriglie, o quelle ancora attive, non siano responsabili. Nella città di Barranquilla, nella tarda pomeriggio di sabato una esplosione ha distrutto buona parte della stazione di polizia del quartiere di San Jose’.
Cinque i poliziotti morti e 41 feriti gravi di cui 14 civili. Le massime autorità colombiane si sono recate già sul posto per portare la loro solidarietà mentre gli investigatori hanno istituito una ricompensa di 50 milioni di pesos (circa 15 mila euro) per ottenere informazioni sui responsabili dell’attacco. Allo stato attuale c’è un solo fermo, Cristiano Camilo Bellon Galindo, di 31 anni, trovato nelle vicinanze con una ricetrasmittente e dei fogli con gli orari degli agenti di turno.
Secondo il generale Mariano Botero Coy, comandante della polizia metropolitana di Barranquilla, il dispositivo fatto detonare a distanza era stato gia’ installato nei giorni precedenti. Nessuna pista si esclude anche se quella delle guerriglie e dei paramilitari si affievolisce sempre di più
Sembra invece prendere piede l’ipotesi, stando alla stampa locale, che l’attentato sia stato fatto da narcotrafficanti messicani che controllano le principali coltivazioni di coca in Colombia. Secondo un report della giustizia colombiana e degli apparati antidroga degli Stati Uniti, i leader dei principali cartelli colombiani, soprattutto quello del Golfo, sono ormai indeboliti da catture, morti e ingenti sequestri di droga, patrimonio immobiliare e disponibilità liquida. I cartelli messicani dei Los Zeta, di Sinaloa e Jalisco – Nueva generacion hanno inviato molte persone nelle aree ad altra concentrazione di coltivazione di coca, a Cali invece negoziano gli invii di droga che parte dal porto di Buenaventura mentre nel Nariño nel Cauca hanno inviato esperti chimici per controllare la purezza del prodotto. Una informativa della Policía nacional spiega anche che non e’ difficile intercettare i messicani presenti in Colombia per conto dei loro cartelli: “Fanno feste di due giorni a Cartagena, Santa Marta, Barranquilla e San Andres. Girano con suv blindati e a Medellin è facile trovarli nei migliori ristoranti sempre accompagnati da belle donne. Sono molto violenti e in questo superano i narcos locali”.Dal processo di pace e in vista delle prossime elezioni politiche in Colombia, paese primo coltivatore di piante di coca nel mondo, si è aperta una nuova guerra che si prevede sanguinaria. Il governo di Bogotà, dopo 50 anni di violenze, è riuscito a fine 2016 a stringere un accordo di pace coi guerriglieri delle Farc, mentre con quelli del gruppo Eln (l’Esercito di liberazione nazionale) i negoziati sono ancora in corso.