L`opinione di Aniello Passaro – Voto degli italiani all `estero: a chi può essere utile e perchè

by | Jun 6, 2024 | EUROPA, Italy, POLITICS, PRIMOPIANO | 0 comments

Il voto degli italiani all`estero non è più sostenibile


di Aniello Passaro


Se appaiono molto discutibili le modalita’ di acquisizione a vario titolo  della cittadinanza italiana per coloro che  non sono nati in Italia  e  che non hanno   forse neanche mai messo piede sul territorio nazionale,   a maggior ragione   dovrebbe esserlo  il diritto di voto che  da essa ne consegue. Ma allo stesso modo lo dovrebbe essere indistintamente per tutti i cittadini italiani all’estero che hanno  lasciato il suolo italiano e vivono permanente all’estero.

Oggi il diritto di voto, o la sua pretesa,   per  quei pochi italiani all’estero  che lo esercitano, anche se  legittimo ,  non e’ piu’ sostenibile.   Richiesto e concesso in un periodo storico in cui si basava su  presupposti diversi, appare oggi anacronistico , connotato da effetti ingiustificatamente ingerenti nell’ambito di una societa’ di cui non si condivide la quotidianita’ e quasi sicuramente  la prospettiva futura.

Acquisito  in relazione al possesso della cittadinanza   poggia le sue  basi su motivazione non corrispondenti ad esigenze e bisogni concreti ,  appagante forse di un diffuso  senso di frustrazione o alle esigenza di appartenenza  emotivamente indotta dal solo desiderio di possesso   ma non realmente sentita,  tantomeno migliorativo o peggiorativo della condizione di vita di ognuno al di fuori della sua nazione di appartenenza.

Il voto dovrebbe avere   una sua valenza e legittimita’ solo  nel  territorio che rappresenta  il  teatro reale e non virtuale della  vita di un cittadino , della sua  quotidianita’, delle sue aspirazioni di vita , dei  suoi progetti , dei suoi investimenti, etc….

E’ riduttivo  considerare condizionata la propria  italianita’ al solo   possesso o meno di questo diritto.

L ’Italia infatti storicamente  non   riconosce la cittadinanza   in rapporto all’ esistenza di  questo diritto  che   resta come tale  al momento di un definitivo  rientro.

Esso consente  di ingerire  nella vita politica e sociale della  nazione di provenienza senza aver con essa  nessun rapporto attivo , permettendo    di  farne  parte a pieno titolo pur avendo  e coltivando interessi fuori dal suo territorio nel presente e con molte probabilita’ per sempre.

Piu’ che nel voto bisognerebbe investire invece nella valorizzazione e nella acquisizione di una cittadinanza a pieno titolo ,  praticata attraverso l’ acquisizione della sua cultura  e della sua lingua pur seguendone tutti gli altri risvolti .

Esso, tra l’atro,  non e’ sentito dalla stragante maggioranza degli italiani,  vista la scarsa partecipazione  al voto.

Piu’ che avvicinarci all’ Italia, esso  crea un clima di diffidenza   con i nostri connazionali in Italia ,  i quali in definitiva oltre a considerarci quasi stranieri ci tacciano di essere quasi usurpatori , insinuando quasi  il sospetto  e la credibilita’ sia circa  l’ effettivo diritto a detenerlo  che alle modalita’ con le quali viene espresso che lo rendono  incerto.

Aniello Passaro