Il Covid e’ stata la scusa per aumentare i prezzi di tutto, dalla A alla Zeta, facendolo in maniera subdola: Shrinkflation vuol dire inflazione nel restringere
Il cetriolo, si sa, finisce sempre il quel posto dell’ortolano.
L’antichissimo detto popolare e’ stato sempre presente nella vita e lo e’ maggiormente oggi che lo stramaledetto Covid ha cambiato l’esistenza di tutti, prezzario incluso.
Con una differenza.
La differenza si chiama… shrinkflation.
Shrinkflation? Cosa cavolo e’?
E’ un nuovo termine nato accorpando “shrink”, ovvero il verbo “restringere”, e “inflation”, ovvero “inflazione”.
Messe insieme hanno dato vita alla nuova parola – shrinkflation appunto – che significa letteralmente “inflazione nel restringere”.
Inflazione nel restringere e’ un modo elegante per descrivere il cetriolo cosparso di vaselina che finisce il quel posto dei consumatori.
Shrinkflation denota la riduzione delle dimensioni di un prodotto tenendo però invariato il prezzo: “Pay the same, get less”, ossia “paga come una volta per meno quantita’”.
In particolare parliamo del contenuto del prodotto, ovvero, per esempio, una confezione di pasta, nel nostro caso Barilla, è passata da contenere 454 grammi di prodotto a 410, a parità di prezzo.
Non solo la pasta, ma un’altra quantita’ di generi di prima necessita’, rientrano nella categoria “Pay the same, get less”.
Insomma, il Covid e’ stata la scusa per aumentare i prezzi di tutto, dalla A alla Zeta, facendolo in maniera subdola, cioe’ ingannevole.
I consumatori piu’ attenti si sono resi conto da tempo di questa rapina a mano disarmata, via pacchetto, scatola, barattolo, contenitore di dimensioni minori.
L’escalation dei prezzi, sono solo dei generi alimentari, ma della vita in generale, e’ stata accettata e subita senza troppe lamentele.
D’altra parte, Pantalone dove dovrebbe indirizzare le sue pur giustificate proteste?
I governi sono trincerati dentro palazzi irraggiungibili dalle persone comuni, peggio di peggio le multinazionali che spadroneggiano in tutti i campi usando ogni possibile scusa e circostanza per aumentare i prezzi a piacere.
Personalmente non avevo mai fatto caso al shrinkflation, fino ad ieri alla cena di ieri sera.
Il primo piatto: linguine alle vongole.
La pasta: Barilla.
Nel ripostiglio due confezioni: la prima di 454 grammi la seconda di 410.
Il prezzo: 99 centesimi a confezione.
Come a dire che mi hanno fregato 44 grammi, mezzo piatto o quasi.
Non saprei se anche le altre numerosissime marche di pasta hanno effettuato la rapina a mano disarmata, ma Nutella, per esempio, lo ha fatto con un recipiente piu’ piccolo, (era: 14.1 oz.; oggi: 12.3 oz.).
Una confezione di detergente, o una di sapone liquido, oggi si vende allo stesso prezzo di quando il volume del prodotto era quasi il doppio.
La barra di cioccolato è passata da contenere 200 grammi di prodotto a 175, a parità di prezzo.
Un rotolo di tovaglioli di carta una volta aveva 168 tovaglioli, oggi ne ha 48 in meno (120 in tutto) e costa lo stesso.
Insomma, si potrebbe andare avanti all’infinito, o quasi.
Le cose, putroppo, peggiorereanno.
Con l’inverno tutto aumentera’ di nuovo e, peggio ancora, anche quanto l’emergenza Covid sara’ passata i prezzi resteranno alti e non torneranno mai ai livelli ante-pandemia.