Taiwan attiva sistemi di difesa: “La Cina ha lanciato missili”

by | Aug 4, 2022 | ASIA, Breaking News, PRIMOPIANO, World

Tensione in Cina


 Pechino contro il G7: “Gli Usa hanno creato la crisi”


L’Ue con Borrell condanna le “esercitazioni militari mirate”

La Cina ha lanciato oggi 11 missili balistici Dongfeng (DF) nelle acque intorno a Taiwan, nell’ambito delle esercitazioni militari iniziate oggi in risposta alla visita sull’isola della speaker della Camera americana Nancy Pelosi.

Lo riferisce il ministero della Difesa di Taiwan, citato dall’agenzia ufficiale Central News Agency, precisando che i lanci sono avvenuti in diversi momenti.

L’esercito di Taipei “ha colto immediatamente le dinamiche di lancio, attivato i relativi sistemi di Difesa e rafforzato la prontezza al combattimento”.

Giornalisti dell’agenzia di stampa Afp hanno visto proiettili sparati dall’Esercito cinese in direzione dello Stretto di Taiwan.

La Cina attacca il G7 su Taiwan. “Sono gli Stati Uniti che hanno provocato i guai, la crisi e che continuano ad aumentare le tensioni”, ha affermato il ministro degli Esteri Wang Yi, commentando con toni aspri il comunicato congiunto del G7 che ieri ha chiesto a Pechino di evitare una “aggressiva attività militare” per il rischio di una “escalation non necessaria” e di “non cambiare unilateralmente lo status quo con la forza”. La palese provocazione Usa, con la visita a Taipei della speaker della Camera Nancy Pelosi, “ha creato un pessimo precedente se non viene corretto e contrastato”, ha aggiunto Wang in una nota ministeriale.

MISSILI SCONFINANO, IL GIAPPONE PROTESTA – Cinque missili balistici lanciati dalla Cina durante le maxi manovre militari intorno a Taiwan sono finiti nella zona economica esclusiva del Giappone. Lo riferisce la Difesa nipponica, protestando per l’azione di Pechino.

LE ESERCITAZIONI – Si tratta delle più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno a Taiwan in un crescendo di tensioni in risposta alla visita sull’isola della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi. I media ufficiali ricordano che si tratta “di manovre militari e d’addestramento su vasta scala” che includono lanci dal vivo di colpi di artiglieria e di missilli in sette aree marittime off-limits a navigazione e sorvolo. Più aree sconfinano nelle acque territoriali e interne di Taiwan, oltre che nella zona economica esclusiva del Giappone.

I TIMORI DI TAIPEI – Le forze armate di Taiwan “operano come al solito e monitorano ciò che ci circonda in risposta alle attività irrazionali” della Repubblica popolare cinese “con l’obiettivo di cambiare lo status quo e di destabilizzare la sicurezza della regione”. Lo afferma in una noTa il ministero della Difesa di Taipei all’avvio delle manovre militari cinesi su vasta scala intorno all’isola. “Non cerchiamo l’escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità. Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra e con l’atteggiamento di ‘non intensificare i conflitti e non causare controversie'”.

MANOVRE FINO A LUNEDI’ –  La durata delle “manovre militari mirate” è estesa da domenica 7 agosto a lunedì 8 fino alle ore 10:00.

LA RISPOSTA DELLA CINA – La visita di Nancy Pelosi a Taipei è “una provocazione e una violazione della sovranità”. Pertanto “prendere le contromisure necessarie è una mossa giusta”, ha detto Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo di Pechino. L’Esercito popolare di liberazione (Pla) ha riferito che “l’intera missione di addestramento al lancio di munizioni vere è stata completata con successo”.

LA REPLICA DEGLI USA – “Gli Stati Uniti si oppongono a qualsiasi sforzo unilaterale per cambiare lo status quo di Taiwan, soprattutto con la forza”. Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano, Antony Blinkenn. “La politica degli Usa sull’isola non è cambiata”, ha ribadito Nlinken sottolineando che “la stabilità dello stretto è nell’interesse dell’intera regione”.

LA CONDANNA DELL’UE – Il capo della diplomazia Ue Josep Borrell ha condannato le “esercitazioni militari mirate” della Cina intorno a Taiwan, osservando che la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi sull’isola non è una motivazione valida. “Non c’è alcuna giustificazione per usare una visita come pretesto per un’attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan”, ha scritto Borrell su Twitter. “È normale e di routine per i legislatori dei nostri Paesi viaggiare a livello internazionale. Incoraggiamo tutte le parti a mantenere la calma, esercitare moderazione e agire con trasparenza”, ha aggiunto Borrell, a Phnom Penh per l’Asean.

I ministri degli Esteri del’Asean, i 10 Paesi del sudest asiatico (Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam), hanno avvertito che la crescente situazione di tensione intorno a Taiwan potrebbe innescare “conflitti aperti”.