I russi hanno fallito, nell’est 20mila morti in 5 mesi’. Mosca nega: ‘Cifre a casaccio’. Putin inaugura i tram di Mariupol
La Russia avrebbe ormai “fallito” l’offensiva in corso dall’inverno nell’Ucraina orientale, che aveva come obiettivo fra l’altro la Conquista di Bakhmut.
Se ne dicono sicuri gli Usa, mentre si aspetta a questo punto l’ormai famosa controffensiva ucraina di primavera, forse decisiva per le sorti del conflitto.
Kiev fa sapere di aver già costituito 8 nuove brigate d’assalto che vi prenderanno parte, per un totale di 40.000 soldati che hanno tuttavia ancora bisogno di addestramento.
“Abbiamo in programma di formare altre brigate aggiuntive”, ha annunciato il ministro dell’Interno ucraino Igor Klymenko. “Il successo dell’operazione in una direzione o nell’altra dipenderà da ogni brigata, ogni unità, ogni militare e poliziotto”, ha quindi spiegato senza specificare il numero totale di brigate, dal momento che si tratta di informazioni sensibili per la sicurezza.
Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale americano, John Kirby, ha affermato che negli ultimi cinque mesi i russi hanno perso 20.000 uomini che sono stati uccisi e altri 80.000 gravemente feriti. “Cifre buttate a casaccio”, ha risposto il Cremlino, mentre il ministro della Difesa di Mosca, Serghei Shoigu, ha assicurato a sua volta che solo nell’ultimo mese sono stati eliminati oltre 15.000 ucraini. Intanto in quello che appare come un nuovo sabotaggio è deragliato un treno merci nella regione di Bryansk, senza provocare vittime.
Secondo il governatore locale Alexander Bogomaz, il convoglio è uscito dai binari per l’esplosione di un ordigno lungo la tratta, per il secondo giorno consecutivo. In realtà le perdite, da una parte e dall’altra, sono segreti militari, e quindi l’Onu avverte che non ci si può fidare delle cifre fornite dai belligeranti. Così come vanno valutate con prudenza le dichiarazioni di entrambi i fronti sulla carenza di armi e munizioni che affligge le proprie forze, che potrebbero essere uno stratagemma per ingannare il nemico. Lo fa regolarmente Yevgeny Prigozhin, capo della compagnia militare privata russa Wagner, in prima fila nella guerra del Donbass.
“I burocrati dell’apparato militare”, ha denunciato ancora oggi Prigozhin, “hanno commesso il crimine più grave che si potesse commettere, e senza armi, munizioni e altre cose necessarie, hanno costretto il popolo russo a morire”. Mentre Kiev continua a lamentare che l’Occidente non fornisce tutti i sistemi d’arma necessari per la controffensiva. Ma il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov, ha affermato che il successo dell’operazione contribuirà notevolmente a continuare il sostegno militare da parte dei partner.
Su una cosa Kiev e Mosca si dicono d’accordo: entrambi hanno detto di non sapere nulla di quella missione per la pace in Ucraina di cui aveva parlato Papa Francesco sull’aereo che lo riportava a Roma dopo la visita in Ungheria. Quindi nessun compromesso. “Il nostro Stato ha già dimostrato di poter vincere”, ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ribadendo che l’obiettivo è riconquistare “tutte quelle aree che sono ancora temporaneamente sotto occupazione”.
Ma il presidente russo Vladimir Putin mostra di non voler abbandonare queste aree, e anzi promette che tutto verrà fatto per lo sviluppo delle regioni annesse alla Russia: Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Oggi ha inaugurato con una cerimonia in videoconferenza la nuova rete di tram costruita a Mariupol, nel Donetsk, conquistata lo scorso anno dalle truppe di Mosca. Proprio a Mariupol, già teatro dell’assedio all’acciaieria Azovstal, sono in corso da tempo ambiziosi progetti russi di ricostruzione, con la partecipazione anche di qualche azienda europea, secondo alcune fonti a Mosca.
E il vice premier Marat Khusnullin ha fatto sapere che nelle quattro regioni sono già stati costruiti nuovi immobili per un totale di 67.000 metri quadri e altri per 393.000 metri quadri sono stati restaurati. Intanto si fanno i conti dei morti nei bombardamenti delle ultime 24 ore: l’amministrazione della parte della provincia di Zaporizhzhia occupata dai russi ha annunciato che cinque civili sono morti e 15 sono rimasti feriti in un bombardamento ieri sulla cittadina di Tokmak. Secondo Zelensky, invece, due persone sono morte e altre 40 sono rimaste ferite in un attacco missilistico lanciato dalle forze russe nella notte precedente contro la città Pavlograd, nella regione di Dnipropetrovsk situata a nord di quella di Zaporizhzhia. Ieri il ministero della Difesa russo aveva confermato l’attacco affermando che erano state colpite le strutture del complesso militare-industriale ucraino della città.