Guerra in Ucraina
Turchia pronta a fornire navi per i civili
Zelensky: ‘Non accetteremo nessun risultato se non la vittoria’. Cremlino: ‘Dialogo? quando l’Europa uscira’ dalla sbornia Usa, ma non accadra’ a breve termine’
Aperti oggi 7 corridoi umanitari in Ucraina, anche da Mariupol dove, secondo il presidente ucraino Zelensky, sarebbero morte 5.000 persone, mentre 3.700 sono state evacuate.
Intanto la Turchia è pronta a fornire navi per l’evacuazione di civili e feriti da Mariupol, ha affermato il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, come riferisce l’agenzia turca Anadolu.
Secondo l’Ukrainska Pravda, il fotoreporter ucraino Maxim Levin, 40 anni, sarebbe stato trovato morto. Era scomparso dal 13 marzo.
“Oltre alla vittoria, il popolo ucraino non accetterà nessun risultato”, così Zelensky in un’intervista a Fox News. Il presidente, dopo aver ribadito che non rinuncerà mai ad alcun territorio ucraino, torna a dire, contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi, che “non ammettere l’ Ucraina nella Nato è un errore” perché Kiev renderebbe l’Alleanza “molto più forte”. “Non siamo uno Stato debole. Non stiamo proponendo di renderci più forti a spese della Nato. Non saremmo un’aggiunta, ma una locomotiva”, assicura nella sua intervista a Fox news nella quale aveva già detto che non avrebbe accettato “nessun altro risultato se non la vittoria”.
Ucraina, Zelensky: ‘Oltre 3 mila persone sono state evacuate da Mariupol’
Il Pentagono annuncia che fornirà a Kiev fino a 300 milioni di dollari in più di aiuti militari, inviando anche armi di ultima generazione come i missili guidati da laser e droni ‘kamikaze’. Secondo il NYT, gli Usa contribuiranno poi a trasferire carri armati di fabbricazione sovietica destinati a rafforzare le difese dell’Ucraina nel Donbass. E daranno anche maschere anti gas e tute protettive. “L’artiglieria a lungo raggio e i sistemi antinave che Londra ha promesso a Kiev diventeranno obiettivi legittimi per le truppe russe se consegnati in Ucraina” dice alla Tass l’ambasciatore russo nel Regno Unito, Andrey Kelin.
“Quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia, ebbene allora arriverà il momento di rivedere i nostri rapporti e arrivare al dialogo, ma ciò non accadrà in una prospettiva di breve periodo”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista citata da Interfax, sottolineando di fatto che il dialogo fra Russia ed Europa potrà essere ripristinato ma ci vorrà del tempo.
Tra chi insiste sulla necessità di una pace immediata c’è il Papa che da Malta, dove è arrivato stamattina per il suo 36esimo viaggio apostolico, fa capire di star pensando davvero all’ipotesi di andare a Kiev, raccogliendo l’invito degli ucraini. “Se l’ipotesi esiste? Sì è sul tavolo” risponde ai cronisti durante il volo. Ma poi rincara la dose e invoca “una misura umana davanti all’ aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni”.
Sul terreno gli scontri continuano. Il ministero della Difesa russo rivendica la distruzione delle piste d’atterraggio militari a Poltava e Dnipro, l’abbattimento di “due elicotteri ucraini Mi-24 vicino alla città di Sumy”, di “381 droni ucraini, 1.882 carri armati e 203 sistemi di lancio multiplo di razzi dal 24 febbraio”. Oltre all’eliminazione di “786 cannoni e mortai di artiglieria da campo”. Secondo un conteggio delle forze armate di Kiev riportato da Ukrainska Prava, invece, dall’inizio del conflitto, sarebbero stati uccisi “17.800 militari russi”, catturati “un migliaio di soldati” e sarebbero stati abbattuti “143 aerei, 134 elicotteri e 631 carri armati”.
Sempre secondo lo Stato maggiore di Kiev, poi, i russi avrebbero cominciato “a mobilitare unità in Transnistria”, al fine “di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina”. Mentre nella centrale nucleare di Chernobyl sarebbe stata issata “di nuovo la bandiera dell’Ucraina al suono dell’inno nazionale”.