Clara Giarrusso, 25 anni, ingegnere marittimo e costiero, studi a Catania e Copenaghen, lavora per l’importante azienda FORCE Technology che si occupa, tra le altre cose, di un progetto per rendere Venezia a prova di futuro per il cambiamento climatico
AGI – Nella classifica dei 100 giovani più talentuosi stilata dallo storico quotidiano danese Berlingske, c’è una giovane italiana: Clara Giarrusso, 25 anni, ingegnere marittimo e costiero, studi a Catania e Copenaghen, dove lavora per l’importante azienda FORCE Technology. L’ingegnere Giarrusso si è distinta alla direzione del progetto “Channeling the Green Deal for Venice”, che la sua azienda ha appena concluso, per rendere Venezia a prova di futuro per il cambiamento climatico e per salvaguardare nel contempo decine di migliaia di posti di lavoro nel settore della navigazione turistica.
“Quando ho ricevuto la mail del Berlingske che comunicava di avermi inserita tra i 100 giovani più talentuosi della Danimarca, sono stata sorpresissima ed euforica. I miei genitori si sono emozionati tanto e dai miei colleghi ho avuto molti complimenti. Sinceramente non me l’aspettavo: sono italiana, non parlo danese, ma evidentemente mi hanno premiata per le mie capacità e i miei valori”, racconta Giarrusso all’AGI con voce carica di entusiasmo e grande umiltà.
Ad averla candidata è stata la stessa FORCE Technology, azienda danese nella quale ha cominciato a lavorare nel maggio 2022 come “Student Assistant”, con contratto part time, quindi già prima della fine degli studi lo scorso dicembre, per poi essere assunta full time. Dopo questo riconoscimento da parte del più antico quotidiano danese, che l’ha scelta tra 500 candidati, ha guadagnato visibilità all’interno stesso dell’azienda e sui social, ma lei rimane con la testa sulle spalle, piena di gratitudine per il percorso già svolto e pronta ad assumersi tutti gli impegni futuri. Nonostante la giovane età, Clara, unica ingegnere nel dipartimento in cui lavora, è molto decisa: del resto da quando è ragazza coltiva la passione per la matematica, l’ingegneria e soprattutto per il mare.
E quando si dice buon sangue non mente. “Sono cresciuta in un’isola vista mare. Mia zia è ingegnere marittimo e io l’ho sempre seguita, curiosa per quello che ha sempre fatto. Poi al liceo ho ulteriormente sviluppato la mia passione per la matematica e l’ingegneria, quindi la scelta del mio percorso di studi è stata spontanea, naturale”, dice ancora l’ingegnere Giarrusso.
Dopo la triennale in ingegneria civile e ambientale all’Università di Catania, ha fatto una serie di ricerche per la specializzazione, scoprendo che in Italia, Paese fatto praticamente solo di coste, non esiste un corso specifico in ingegneria marittima e costiera. E così ha optato per il Danish Technical University (DTU), l’equivalente del Politecnico di Milano o Torino, università di altissimo livello, gratuita per gli studenti UE, che all’interno del dipartimento di ingegneria civile propone una vera e proprio ‘study line’, con la possibilità di scegliere i corsi quasi singolarmente.
“Ricordo ancora che quando sono arrivata a Copenaghen, mi sono sentita un pesce fuor d’acqua. Le mie nozioni teoriche erano ottime ma per quanto riguarda la parte pratica, non sapevo proprio dove mettere le mani. L’università qui è basata sul mettere in pratica quello che studi, decisamente diverso rispetto all’Italia”, spiega ancora Giarrusso, alla sua prima intervista. Un’altra grande differenza rispetto al sistema universitario italiano nel quale si è formata, è stato il fatto di aver avuto in Danimarca tantissime colleghe donne in ingeneria, anche se rimane comunque una ‘mosca bianca’ nel suo settore marittimo e costiero, quasi esclusivamente maschile.
Durante il suo percorso di studi al DTU Clara ha anche avuto la possibilità – del resto come fanno tutti gli studenti in Danimarca, sin dall’età di 18 anni – di entrare a lavorare part time per la FORCE Technology, nel maggio 2022, che l’ha subito inserita nel progetto su Venezia avviato da poco, con la qualifica di Student Assistant.
Dopo la laurea, nel dicembre 2022, ha proseguito naturalmente il suo percorso di crescita all’interno dell’azienda, ma Clara è l’unica ingegnere donna nel suo dipartimento, assieme ad un’altra che però è designer, in un team di 20 colleghi, anche se la CEO di FORCE Technology è una donna. A grandi linee, alla guida del “Channeling the Green Deal for Venice” – progetto co finanziato dall’Unione Europea, affidato a un consorzio di aziende danesi e soprattutto italiane – la missione era quella di trovare soluzioni al problema delle famigerate navi da crociera nella laguna di Venezia, città patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO, il cui futuro stesso è ipotecato dalla navigazione turistica.
“L’incidente clamoroso è stato solo la punta dell’iceberg di una situazione dai tanti rischi. Queste navi sono mostri nella laguna, causano un evidente inquinamento visivo e molti danni che si verificano sott’acqua, dove i sedimenti si muovono e la fauna è gravemente alterata”, riferisce l’ingegnere italiana. Per il loro cliente, l’Autorità portuale di Venezia, FORCE Technology ha svolto essenzialmente simulazioni di navigazione, emulando la realtà tramite dei simulatori (real time simulation) assieme ad una commissione di ingegneri, piloti, guardia costiera che da Venezia sono andati in azienda a Copenaghen, dotata di sette simulatori, di cui quattro in scala reale. In questi mesi Clara e il suo team hanno lavorato a due studi paralleli, giungendo a delle conclusioni, ma la decisione finale ora tocca alle autorità italiane competenti.
Sul tavolo c’è la soluzione di allargare il canale Malamocco Marghera, il canale industriale nel quale transitano navi container, tankers, un canale molto lungo e molto stretto. La seconda opzione è quella di un ipotetico layout futuro – un altro canale – se fosse necessario. “L’idea effettivamente, ancora allo studio, è quella di allargare il canale per rendere la navigazione più sicura, che a oggi sembra la soluzione migliore. Serviranno lavori di adattamento, ovvero operazioni di dragaggio per cambiare la conformazione del fondale, ma bisogna ancora capire se andrà allargato tutto il canale o solo una parte, poiché i costi ovviamente sono molto alti”, spiega l’ingegnere a grandi linee.
Una cosa è certa però: andranno valutati con precisione i limiti di navigazione e fissate nuove regole sia per il traffico industriale che per quello da crociera. Il riconoscimento assegnato dal Berlingske e quello di colleghi e capi, spinge Clara Giarrusso a fare una riflessione più ampia sull’essere studentessa donna in ambito scientifico e in generale sul mondo dell’università e del lavoro in Italia.
“Incoraggio tutte le donne con una passione per le discipline scientifiche a farsi avanti, a non abbattersi perché possono farcela ed è importante combattere un ambiente molto maschile”, sottolinea la giovane ingegnere italiana. Guardando al suo percorso, valuta che “la Danimarca mi ha accolta, ha visto il mio valore, eppure ho fatto un percorso normalissimo, nei tempi previsti, e con voti nella media. Sono convinta che se fossi rimasta in Italia, non sarei arrivata dove sto ora”. Un’esperienza che spinge Giarrusso a consigliare agli studenti di “cercare di guardare fuori dall’Italia, dove ahimè l’università è piena di baroni e dinosauri, dove se ripeti più volte un esame vieni lasciato indietro e ti sale l’ansia, magari abbandoni pure gli studi, e nei casi più drammatici accaduti di recente, ti togli la vita”.
Infine dal suo ufficio di Copenaghen vuole far arrivare un incoraggiamento speciale a chi sta studiando, è fuori corso, si sente stressato e pensa di non potercela fare. “Qui in Danimarca il gap di età non è importante, non è così sentito come in Italia, dove vieni considerato solo se ti laurei giovane. Ognuno di noi ha capacità e limiti che vanno rispettati e accompagnati. Altrettanto importante è saper lavorare in gruppo e avere l’opportunità di lavorare anche durante l’università con stipendi dignitosi e per mettere in pratica le conoscenze teoriche. Ecco quello che secondo me è fondamentale e andrebbe cambiato nel sistema universitario del mio Paese di origine per non perdere talenti italiani promettenti, i famosi cervelli in fuga”, conclude Clara.