Giacomo Costantino Beltrami- quel Bergamasco dall`ombrello rosso che fuma il calumet della amicizia coi sioux
Giuliana Ridolfi Cardillo
Tra poco si svolgeranno i festeggiamenti del Columbus Day e il prossimo anno celebreremo i 500 anni dell’approdo nella baia di New York del toscano Giovanni da Verrazzano, Quest’anno e’ la volta di Giacomo Costantino Beltrami per la scoperta avvenuta 200 anni fa della sorgente più a nord da dove nasce il fiume più lungo di tutte le Americhe: il Mississippi.
Dopo tutte le battaglie contro Colombo, abbattimento di monumenti, dimostrazioni varie per annullare l’identità storica col tentativo di farci diventare solo numeri, mi piace ricordare e celebrare questo personaggio : Giacomo Costantino Beltrami
quale esempio di rispetto, amicizia e apertura mentale verso i Nativi Americani, come risposta a coloro che pensano che solo distruggendo la storia si possa arrivare ad una società piatta e giusta. La nostra storia e le nostre radici sono ciò che siamo: l’essenza di un individuo .E vanno difese e protette! Beltrami ne e’ un esempio concreto, durante il suo peregrinare ha cercato di dialogare pacificamente coi Pellerossa, i nativi Americani, non solo passivamente, ma immergendosi nella loro vita quotidiana, mangiando il loro cibo, fumando il calumet dell’amicizia, osservando, cercando di capire le loro usanze, a volte paragonandole con quelle greche e latine e anche Cinesi Appuntava su di un taccuino inseparabile tutte le parole Sioux che imparava nel cammino da farlo diventare il primo dizionario Inglese Sioux , ancor oggi stampato dalla Lakota Books. Nella corrispondenza con la contessa fiorentina Girolama Passeri Compagnoni, si ritrovano questi concetti di questa amicizia proprio coi nativi americani.
” Qu’il est doux, de voir les sentimens de l’amitié’ traverser les espaces immenses qui nous séparent de nos pénates, pour venir nous consoler des sacrfices et des peines de l’absence”
“Quanto è dolce vedere i sentimenti dell’amicizia attraversare gli spazi immensi che ci separano dalle nostre case, per venire a consolarci dei sacrifici e delle pene dell’assenza.
Giacomo Costantino Beltrami nasce a Bergamo nel 1779 da Giambattista Beltrami e da Caterina Carezzi da Pontida
Ma chi era veramente questo esploratore ?
Un gentiluomo, un patriota, vicino agli ideali liberatori della Rivoluzione Francese, carbonaro simpatizzante, soldato di Napoleone, giurista. Beltrami si considerava linguista e promotore di ideali di fratellanza universale , iscritto alla massoneria, il documento , rilasciato dal Grande Oriente d’Italia nel 1808 si trova nella Biblioteca Civica Mai di Bergamo. Era illuminista, romantico, Vi ‘e’ una corrispondenza epistolare tra il Beltrami con Jefferson, Lafayette, Chateaubriand . Anche una raccolta di lettere con la contessa Luisa d’Albany introdotta al Beltrami dalla nobildonna fiorentina Giulia de Medici Spada ed e’ proprio nel suo salotto a Firenze che Beltrami conobbe Ugo Foscolo, Lord Byron e tanti altri. Poi per circostanze difficili; Bergamo era occupata dagli Austriaci e anche nelle Marche dove aveva comprato una tenuta, aveva la vita difficile con la polizia del Papa sempre alle calcagne, perché’ essendo massone, libero pensatore e simpatizzante carbonaro era un personaggio scomodo. La morte improvvisa di Giulia De Medici Spada fu la spinta che lo fece decidere a lasciare l’Italia .
In quel periodo Il Nuovo Mondo rappresentava la destinazione di molti viaggiatori europei attratti dall’interesse politico degli Stati Uniti d’America, spinti dal fascino esotico e selvaggio della natura, da un desiderio scientifico proprio dell’Illuminismo, da quello idealistico, romantico e patriottico. Cosi’ Costantino Beltrami parti’ per la grande avventura americana, Dopotutto gli Stati Uniti d’America, territorio immenso da esplorare, erano nati dagli stessi ideali in cui credeva. Un mondo tutto nuovo da scoprire e dove avrebbe trovato amici. Dopo alcuni mesi trascorsi in Europa tra Parigi e Londra , s’imbarco’ da Liverpool verso l’America.
Dopo una navigazione, tra tempeste e malattie in cui rischia di morire, approda a Filadelfia il 30 Dicembre 1822. E’ proprio qui che inizia la sua avventura americana, poi a Baltimora e a Washington dove incontra il presidente James Monroe, massone come lui. Sente parlare del grande territorio immenso e delle varie tribu’, decide cosi’ di scoprirlo. In carrozza attraversa i monti Appalachians verso Pittsburgh, poi in battello lungo il fiume Ohio. E’ proprio sul battello che incontra il generale Clark, famoso per aver partecipato a spedizioni per esplorare tutto il territorio americano fino all’Oceano Paciico. Assieme al generale c’e’ un altro italiano il maggiore Tagliaferro, agente indiano per le tribu’ dei Chippewa e Sioux e con loro ‘e’ anche il capo tribù’ Grande Aquila che lo invitera’ al villaggio. Alla vista dello straniero alcune ragazze indiane impazziscono per lui e durante una festa finita male viene salvato da una ragazza di nome Washita, la stessa che gli ha poi confezionato il bellissimo giaccone di pelle d’alce che si puo’ ancora ammirare tra i suoi cimeli. Non ci è dato sapere molto se divento’ la sua squaw.
Il desiderio di esplorare quel territorio, sconosciuto e affascinante e trovare le sorgenti del Grande fiume: il Mississippi si fa sempre più forte in lui. Il 9 Agosto 1823, non essendo riuscito a convincere il Tagliaferro ad andare con lui, decide di partire solo, accompagnato da una guida, due pellerossa Chippewa e alcuni muli che lo abbandonano appena arrivati in territorio Sioux, derubandolo anche delle provviste. Ma il Beltrami non si arrende e trascinando la canoa nei tratti via terra, senza cibo, riuscendo anche a sfuggire ad un attacco di guerrieri Lakota, viene ancora salvato da alcune ragazze che lo portano al villaggio e verra’ sfamato e fumera’ la pipa sacra col capo tribu’ che lo fara’ accompagnare da una guida indiana.
Chi non ricorda il film del 1992 “ L’ultimo dei Mohicani” dove Hawkeye – Occhio di Falco , Il mito dell’eroe bianco che diventa il primo e piu’ fedele tra gli Indiani e attore principale che ci ha fatto sognare, si riferisca proprio a Beltrami ? Il film è tratto dall’omonimo romanzo di James Fenimore Cooper del 1826. Infatti e’ risaputo che lo scrittore , era solito attingere e ispirarsi ai ricordi della sua infanzia per i suoi numerosi romanzi! Il film ci fa scoprire paesaggi bellissimi. acque impetuose e natura selvaggia simili agli stessi territori frequentati dal nostro eroe. L’esploratore di Bergamo, solo e scoraggiato avanzava in quell’acqua cupa dove si riflettono alberi e squarci di cielo e dove il silenzio fa compagnia alla solitudine e regna tra il rumore dell’acqua che scorre e quel silenzio viene rotto solo da qualche cinguettio d’uccelli e fruscio di foglie mosse dal vento. Solo su una canoa e il suo inseparabile ombrello rosso, in compagnia dei ricordi, emozioni, paure, rimpianti e dubbi avanzava in questo mondo selvaggio e bellissimo. Poi raggiunge una collinetta che si rispecchia in un piccolo lago a forma di cuore. Aveva finalmente trovato la sorgente più alta del Mississippi e le diede il nome di Giulia in ricordo della donna amata, la Contessa Giulia De Medici Spada.
Queste le sue parole da una lettera inviata alla contessa Girolama Passeri Compagnoni. Corrispondenza che divenne un diario di viaggio, molto preziosa per conoscere questa esperienza americana del Beltrami . Sono queste poche righe che ci rendono partecipi di quella scoperta: li 31 agosto 1823
“Il lago ha circa tre miglia di circonferenza: e’ fatto a forma di cuore e parla all’anima. La mia ne e’ rimasta commossa.”
In onore di questa scoperta in Minnesota troviamo una Contea che porta il suo nome, una cittadina nella Contea di Polk, il quartiere Beltrami a Minneapolis e la Riserva Naturale Beltrami Island State Forest.
Ora era tempo di rientrare. Sempre in canoa il 30 settembre approdò sul molo St Anthony da dove era partito. Vestito di pelli, con un copricapo rudimentale ricavato da scorze d’albero, portava con sé tanti oggetti raccolti presso le tribù Chippewa e Sioux: armi, oggetti rituali, strumenti musicali, calumet della pace, tamburi da medicina, flauti da corteggiamento, pipe, sonagli per danza, uno scalpo e tanti altri cimeli che oggi si trovano al Museo Enrico Caffi di Storia Naturale di Bergamo e al palazzo Luchetti Gentiloni di Filottrano.