Il Re proclama 3 giorni di lutto nazionale. Stanno bene i 500 italiani nel paese. La scossa di magnitudo 6.8 con epicentro a 70 km da Marrakech alle 4 di mattina è durata 30 secondi. La terra ha tremato anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira
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La maggior parte dei deceduti si concentra nella provincia di Al Haouz (1.293 persone) e, in misura minore, a Taroudant (452), entrambe situate a sud di Marrakech, dove la cifra dei decessi si è fermata a tredici. Al Haouz è l’epicentro della prima e più devastante scossa di magnitudo 6,8 gradi, a una profondità di 18,5 chilometri, secondo l’osservatorio geologico americano (Usgs). Il Centro nazionale marocchino per la ricerca scientifica e tecnica (Cnrst) ha indicato una magnitudo pari a 7 gradi della scala Richter a una profondita di 8,5 chilometri.
In ogni caso si tratta della scossa più forte mai registrata nella storia del Paese. L’ultima che si avvicina per portata – magnitudo 5,7 – risale al 1960 ad Agadir, non molto lontano dalla regione colpita. Allora fece 12 mila morti (un terzo della popolazione locale dell’epoca). La piu’ recente nel 2004, ad Al Hoceima, con 628 morti e 926 feriti (6,3 gradi).
Tafeghaghte e Moulay Brahim sono tra le località più colpite. Piccoli villaggi di montagna (siamo sull’Alto Atlante), a una cinquantina di chilometri dall’epicentro. “Sono stati completamente spazzati via. I crolli di montagna hanno interrotto le strade e reso difficile l’arrivo dei soccorsi”, ha raccontato il ministro della Giustizia, Abdelilah Wahbi, che è anche sindaco di Taroudant.
In questi villaggi a scavare tra le macerie è arrivato l’esercito, con gli elicotteri per i soccorsi e le ruspe per farsi strada. Ma mentre i militari scavavano tra i resti, gli abitanti scavavano le prime tombe: alcune famiglie sono state decimate. E’ gia’ diventa simbolo la signora avvolta in una coperta che hai microfoni della tv di Stato ha elencato i nomi del marito e dei quattro figli, tutti persi. E come lei tanti altri.
Citando fonti mediche, il sito di notizie Médias24 ha segnalato inoltre un “afflusso massiccio” di feriti negli ospedali di Marrakech. Ma le disperate richieste di aiuto sono arrivate anche da Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira. “Verso le 23, abbiamo sentito una scossa molto violenta, ho capito che era un terremoto. Ho visto edifici muoversi e sono uscito. La gente era sotto shock e nel panico. I bambini piangevano, i genitori erano sconvolti”, ha detto al telefono all’AFP Abdelhak El Amrani, 33 anni, residente a Marrakech.
A una settantina di chilometri di distanza a Marrakech i cittadini vivono sospesi. In attesa dell’ennesimo bollettino del ministero dell’Interno, che viene pubblicato ogni tre-quattro ore. E nella speranza che la terra smetta di tremare per poter rientrare a casa. I monumenti storici, che fanno della città Patrimonio dell’umanità’, non sono stati risparmiati. Le mura della medina hanno ceduto in diversi tratti.
L’ospedale della città, dove venivano convogliati quasi tutti i feriti prima che fossero allestiti gli ospedali militari da campo, ha sofferto la carenza di sacche di sangue. Ha fatto appello ai cittadini di recarsi a donare. E i marocchini hanno risposto in tutto il Paese, tanto da fare rientrare quasi subito l’emergenza.
La solidarietà non è stata solo interna. I grandi della terra dal G20 si sono fatti subito sentire. Hanno assicurato la propria vicinanza e garantito tutto il sostegno necessario. Dall’India agli Stati Uniti, dalla Cina all’Ucraina, persino Israele e Palestina. I leader dell’Ue hanno firmato una lettera a Ventisette (formula che si riversa solo ai grandi fatti). L’Algeria, con i cui i rapporti sono (o forse erano) ai minimi storici ha riaperto lo spazio aereo per favorire il passaggio degli aiuti umanitari. Le prime squadre di soccorso sono già arrivate e altre sono attese per la giornata, dal Senegal alla Francia, dalla Spagna al Qatar.
Il Paese – che ha dichiarato il lutto per tre giorni – è scosso ma non diviso. È ferito ma non abbandonato. Il re Mohammed VI ha già dato mandato per formare una cabina di regia ministeriale che si occuperà della ricostruzione. Intanto pero’ si attende il prossimo bollettino
Mattarella e Meloni: “Italia pronta ad aiutare”
Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha inviato un telegramma al re del Marocco esprimendo “sentimenti di autentica solidarietà ” e augurando ai feriti “un completo ristabilimento”, e ha manifestato “disponibilità a contribuire ai complessi lavori di soccorso”.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha appreso con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco. È quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. Meloni ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza, aggiunge la nota.
Tajani: “Non risultano feriti italiani”
Sono circa 200 gli italiani che si trovavano a Marrakech quando la cittadina è stata colpita dal terremoto: lo ha detto intervenendo alla trasmissione Omnibus de La7 il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Il terremoto è avvenuto nella zona di Marrakech, sono circa 200 gli italiani che ieri erano al momento delle scosse in quella parte del Marocco”. “Al momento – ha aggiunto – non abbiamo notizie di italiani feriti. Ora siamo impegnati con la nostra ambasciata a Rabat, il nostro consolato a Casablanca e il consolato onorario a Marrakech a contattare tutti i concittadini”.
Il cordoglio del Papa
Papa Francesco apprendendo “con dolore del terremoto che violentamente ha colpito il Marocco” ha espresso “la sua comunione nella preghiera di fronte a questo disastro naturale”. Nel telegramma di cordoglio per le vittime inviato, a nome del Pontefice, dal Segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin, Francesco è “triste per questo evento” e ha espresso la sua “profonda solidarietà a coloro che sono toccati nella carne e nel cuore da questa tragedia: prega per il riposo dei defunti, per la guarigione dei feriti e per la consolazione di coloro che piangono per la perdita dei propri cari e della propria casa”.
Appello a donare il sangue
Il Centro regionale per le trasfusioni di sangue di Marrakech ha lanciato un appello per le donazioni di in seguito al devastante terremoto che la notte scorsa ha colpito la regione di Marrakech-Safi ed è stato avvertito in tutto il Paese nordafricano.
Secondo quanto riferisce il quotidiano marocchino Le Matin, il Centro Trasfusionale ha invitato tutti i cittadini a presentarsi in massa nelle prime ore di sabato per donare il sangue; tutte le strutture sanitarie di Marrakech, come il Centro ospedaliero Mohammed VI, si stanno mobilitando per fornire le cure necessarie ai feriti.