Secondo le testimonianze dei superstiti a bordo dei barconi c’era un centinaio di persone partito dalla Libia
– Migranti a Lampedusa
I sopravvissuti
I 60 sopravvissuti hanno iniziato a fornire le prime ricostruzioni ai medici, psicologi e operatori dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa), assistiti da mediatori culturali. Uno dei due barconi è stato individuato già capovolto a circa 13 miglia dall’isola, da un elicottero della Guardia di Finanza. L’allarme è scattato immediatamente: in zona sono intervenute diverse motovedette della Guardia Costiera, delle Fiamme Gialle e di Frontex. Le ricerche dei dispersi proseguono via mare e via cielo, con l’impiego di motovedette ed elicotteri.
Le vittime
Tra i primi corpi recuperati e già trasferiti nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, a Lampedusa, ci sono quelli di una neonata, due uomini adulti, tre donne – di cui una minorenne – e due adolescenti di sesso maschile. A seguire lo sbarco, al molo Favarolo, di altre cinque salme. Sarebbero una ventina i cadaveri accertati.
Il ministro dell’Interno
Sulla vicenda è intervenuto Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, che su X ha scritto: “”Questo drammatico episodio conferma, ancora una volta, l’urgenza di prevenire, sin dai territori di partenza, i pericolosi viaggi in mare e di combattere senza tregua lo spietato affarismo dei trafficanti di esseri umani che alimenta questo fenomeno”. “La tragedia di oggi – ha sottolineato il titolare del Viminale – è avvenuta nonostante la presenza di un dispositivo di soccorso in prontezza operativa, composto da diversi assetti nazionali e unità navali private. E’ nostro dovere continuare, con determinazione e fermezza, a contrastare questo vergognoso commercio di vite umane e a proteggere chi rischia di esserne vittima”.
I leader di Avs
“Continuate pure a non organizzare un servizio delle Istituzioni europee ed italiane di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale – denuncia Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra -. Continuate pure a criminalizzare le Ong che salvano gli esseri umani, e continuate pure a mandare le loro imbarcazioni a sbarcare i naufraghi salvati nei porti più lontani possibile. Continuate pure a proteggere e a foraggiare i trafficanti libici. Continuate pure a pavoneggiarvi di statistiche fasulle sull’aver impedito sbarchi di migranti. Continuate pure a fare tutto questo, voi del governo Meloni, ma questa sera quando tornate a casa evitate di guardarvi allo specchio ed evitate di giocare con i vostri bambini. Perché anche i morti di oggi al largo di Lampedusa sono sulla vostra coscienza”.
“Il mio pensiero e il mio cordoglio vanno alle oltre venti persone che hanno perso la vita nel naufragio di oggi davanti a Lampedusa e ai dispersi di cui ancora non si hanno notizie – spiega Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde -. In queste ore difficili esprimo vicinanza ai superstiti, a chi ha perso i propri cari e a chi sta ancora cercando di salvarli, come la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza. Queste tragedie non sono fatalità: sono il risultato di scelte politiche precise. Il governo Meloni, con leggi ingiuste e disumane, ostacola le operazioni di ricerca e soccorso in mare, sequestra le navi e persino gli aerei delle Ong, impedendo a chi salva vite di intervenire tempestivamente. Negare il soccorso significa condannare a morte. Serve abrogare subito queste norme e ripristinare un sistema di salvataggio rapido e coordinato, per evitare che il Mediterraneo continui a essere una tomba a cielo aperto”.
Giorgia Meloni, “sgomento e compassione”
“Quando si consuma una tragedia come quella di oggi, con la morte di decine di persone nelle acque del Mediterraneo, sorge in tutti noi un forte sentimento di sgomento e compassione – ha commentato la premier Giorgia Meloni – E ci troviamo a misurare l’inumano cinismo con cui i trafficanti di esseri umani organizzano questi loschi viaggi. Insieme al profondo cordoglio per le vittime, alla pietà per quanti hanno perso la vita, rinnoviamo pertanto l’impegno a contrastare questi trafficanti senza scrupoli nell’unico modo possibile: prevenire le partenze irregolari, gestire i flussi migratori. Che la tragedia di oggi sia avvenuta nonostante un dispositivo internazionale pronto e operativo ci avverte, infatti, che il doveroso intervento di soccorso non è una misura sufficiente e, soprattutto, non risolve le cause del drammatico problema”.