Verso il voto
Intervista al Senatore ex Sottosegretario agli Esteri, che nel suo operato politico dice di ispirarsi a Mirko Tremaglia
La campagna elettorale è iniziata e i leader dei partiti sono scesi in campo per esporre ai cittadini le proprie proposte in vista delle elezioni del 25 settembre.
Ricardo Merlo, Senatore e leader del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero), con il suo ruolo di Sottosegretario al Ministero degli Esteri nei governi Conte I e II è stato il primo parlamentare eletto all’estero ad entrare a far parte di un governo nella storia dell’Italia Repubblicana.
Nel suo operato politico dice di ispirarsi a Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani nel mondo dal 2001 al 2006 nel governo Berlusconi II, e di seguire il motto “gli italiani all’estero non si lascino abbindolare dai partiti, ma si comportino come una forza autonoma e indipendente, lontana dalla partitocrazia romana”.
È questo, dunque, l’obiettivo del MAIE per la prossima legislatura?
“Sì, perché se il prossimo governo avrà bisogno di noi dovrà rimettere in agenda una vera politica per gli italiani all’estero”.
E in che modo pensa di portarla avanti?
Lo strumento dovrà essere il Ministero per gli italiani nel mondo. Il centro destra, che lo ha proposto pochi giorni fa in un’intervista rilasciata da Silvio Berlusconi, è stato 5 anni al governo dopo la legge Tremaglia, senza portare nessun risultato. Ricordiamo il periodo alla Farnesina del Sottosegretario Mantica (Alleanza Nazionale), che affermava ‘passerò sopra il CGIE con un carro armato’. Come MAIE, invece, siamo stati l’unica forza politica nata all’estero che è riuscita ad avere un proprio rappresentante nella stanza dei bottoni. Durante la nostra gestione alla Farnesina abbiamo lavorato per aprire nuove sedi consolari, ristrutturare Ambasciate in decadimento, assumere personale, stanziare fondi importanti per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, per il made in Italy, per le Camere di Commercio italiane nel mondo. Per questo chiediamo agli elettori di non votare i partiti tradizionali. È un voto buttato. Non ha senso. Gli eletti all’estero dei partiti romani diventano peones e non riescono a fare nulla perché non possono fare nulla. Il sistema e i loro propri partiti glielo impediscono”.
Ma il Ministero degli italiani nel mondo, che anche lei ha citato, è qualcosa di buono oppure no?
“Talmente buono che è da sempre il primo punto del programma elettorale del MAIE. Solo che noi proponiamo un Ministero degli italiani nel mondo con portafoglio, dunque con possibilità di spesa. Con un bilancio a disposizione. Al contrario di quanto fatto in passato”.
Quindi su questo è d’accordo con quanto proposto da Berlusconi
“Esatto, ma tra le parole e i fatti c’è una sostanziale differenza. È ovvio che la promessa di un Ministero per gli italiani nel mondo sia propaganda elettorale. Durante i governi di centrodestra sono state chiuse decine di sedi diplomatico-consolari, la rete consolare era in totale disfacimento. Lo stesso, del resto, che fecero i governi di centrosinistra. Oggi, dopo l’esperienza traumatica del governo Draghi, che ha cancellato gli italiani all’estero dalla propria agenda politica, ci ritroviamo con una rete consolare al collasso”.
Nella politica degli italiani all’estero ci sono alcune questioni sempreverdi: l’esenzione dal pagamento dell’Imu, l’assistenza sanitaria, il medico di base sul territorio italiano e l’accesso agevolato al recupero della cittadinanza persa prima del 1992. Sono temi che interessano anche il MAIE?
“Queste sono questioni annose ben conosciute dagli addetti ai lavori, eppure nessuno degli eletti all’estero è mai riuscito ad ottenere risultati in questo senso. Perché? Perché non hanno mai ricevuto alcun sostegno dai propri partiti. Allora ripeto, a cosa serve votare i candidati dei partiti romani se poi, una volta in Parlamento, non riescono ad ottenere alcun risultato? Ormai è chiaro che solo il MAIE può fare la differenza all’interno di un governo qualsiasi, per quanto riguarda gli italiani all’estero.
Quando parla di “governo qualsiasi” intende che sareste disposti a far parte di un esecutivo di centrodestra, se quella coalizione vincesse le elezioni? E con il centrosinistra, invece, sareste disponibili a governare?
“L’ipotesi di un governo di centrosinistra è da escludere, perché a vincere le elezioni in Italia sarà il centrodestra, mentre nel Nord e Centro America vincerà il MAIE”.