Quell’attentato, compiuto meno di sei mesi dopo quello devastante di Nizza, scosse profondamente la Germania e il mondo intero. Amri lanciò l’autoarticolato con targa polacca rubato in Italia – aveva dirottato il mezzo e ucciso il camionista – contro la folla a Breitscheidplatz, nei pressi della Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche, nel quartiere di Charlottenburg.
Il veicolo percorse circa 60 metri tra le bancarelle affollate, seminando morte e distruzione, prima di arrestarsi. Dopo l’attacco Amri riuscì a fuggire, dando inizio a una vasta operazione di ricerca a livello europeo. Le indagini rivelarono che Amri aveva utilizzato diversi alias e aveva richiesto asilo in Germania, nonostante fosse già noto alle forze dell’ordine per precedenti attività criminali e legami con gruppi estremisti.
La fuga di Amri si concluse nelle prime ore del 23 dicembre 2016, quando, fermato per un controllo di routine dalla polizia italiana a Sesto San Giovanni, sparò contro gli agenti, ferendone uno. Nel successivo conflitto a fuoco, fu colpito e ucciso. Ogni anno, Berlino ricorda le vittime dell’attentato con cerimonie commemorative. Le campane della Kaiser Wilhelm Memorial Church suonano 13 rintocchi alle 20:02, uno per ciascuna delle 12 vittime e uno per ricordare l’attentatore.