Cina: confermata la condanna a morte di un canadese per traffico di droga

by | Aug 10, 2021 | Breaking News, Canada, Cina, World | 0 comments

 A Chinese security official gestures to the photographer to stop taking photos in front of the Canadian embassy in Beijing, China, 10 August 2021. The High People’s Court of Liaoning rejected on 10 August 2021 Canadian citizen Robert Schellenberg’s appeal against a death sentence. On 14 January 2019, following an appeal, Dalian intermediate people’s court changed the man’s previous 15 years in prison sentence for drug smuggling and sentenced Schellenberg to death, saying his previous sentence was too lenient. The ruling came during a diplomatic row between Canada and China after Canadian authorities arrested Meng Wanzhou, an executive for Chinese telecommunications firm Huawei, at the request of the USA. EPA/ROMAN PILIPEY

Cina: confermata la condanna a morte di un canadese per traffico di droga

E la giustizia cinese dovrebbe annunciare domani il suo verdetto contro un altro cittadino canadese, Michael Spavor, sospettato di spionaggio

La pena di morte contro un canadese condannato in Cina per traffico di droga, Robert Lloyd Schellenberg, è stata confermata in appello oggi da un tribunale locale, nel mezzo di una grave crisi diplomatica tra Pechino e Ottawa.
E la giustizia cinese dovrebbe annunciare domani il suo verdetto contro un altro cittadino canadese, Michael Spavor, sospettato di spionaggio.

Il suo arresto in Cina, poco dopo quello in Canada di un alto funzionario del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei, aveva infiammato le relazioni bilaterali.

Schellenberg è stato condannato a morte nel gennaio 2019. Il tribunale lo ha accusato di aver contrabbandato, insieme ad altri imputati, più di 220 chilogrammi di metanfetamine. Già condannato in passato in Canada per traffico di droga, Schellenberg si è proclamato innocente e ha affermato di essere andato in Cina per turismo. Aveva presentato ricorso contro la condanna. L’Alta corte popolare della provincia nordorientale di Liaoning, dove era sotto processo, “ha deciso di respingere il ricorso e confermare il verdetto iniziale”, si legge in un comunicato. “E’ stata costituita una Corte plenaria” e “ha ritenuto che i fatti accertati in primo grado fossero chiari, le prove attendibili e sufficienti” e che la pena di morte fosse quindi “appropriata”, ha affermato. Il processo d’appello di Schellenberg si è svolto nel maggio 2019. Ci sono quindi voluti più di due anni prima che la giustizia cinese emettesse il suo verdetto.

L’ambasciatore canadese in Cina, Dominic Barton, ha definito “crudele e insolita” la sentenza di condanna a morte per droga del connazionale Robert Lloyd Schellenberg. Il diplomatico, che era presente in aula, ha aggiunto che “non è un caso” che il verdetto sia stato emesso proprio mentre è in corso il procedimento per l’estradizione negli Usa della dirigente di Huawei Meng Wanzhou, attualmente detenuta in Canada. “Chiediamo alla Cina di concedere clemenza a Schellenberg”, ha aggiunto parlando con i giornalisti, ribadendo la “ferma opposizione” alla sua condanna.

“L’Unione europea chiede la clemenza nel caso” del cittadino canadese Robert Schellenberg, condannato alla pena di morte in Cina. Si legge in una nota del portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna. “L’Unione europea è contraria alla pena di morte in ogni circostanza. Nel caso particolare del canadese Robert Schellenberg, – si spiega – “ci sono anche preoccupazioni sul giusto processo e sull’arbitrarietà. La pena di Schellenberg è stata aumentata nel gennaio 2019 dopo un ricorso contro la sentenza iniziale di quindici anni di reclusione”