Cop26: accordo a Glasgow, stop alla deforestazione entro il 2030. Biden: ‘Abbiamo fatto molto ma molto ancora da fare

by | Nov 3, 2021 | EUROPA, PRIMOPIANO, World | 0 comments

COP26

Johnson chiude il summit dei leader: ‘Molta strada da fare’. Il premier Gb: ‘Sono cautamente ottimista, ma niente entusiasmi’

“Abbiamo fatto molto, ma abbiamo ancora molto da fare”: è il bilancio del presidente americano Joe Biden dopo i primi due giorni della conferenza sul clima Cop26 a Glasgow. “Dobbiamo accelerare e concentrarci sulle infrastrutture, anche quelle petrolifere, in modo che siano più sicure, e investire nell’eolico e nel solare”, ha detto Biden. “Tutti devono contribuire”, ha aggiunto ribadendo come con Donald Trump gli Usa sulla lotta ai cambiamenti climatici “avevano fatto un passo indietro mentre oggi ripartono”.

Poi rispetto alla Cina: “Non sono preoccupato da un conflitto armato con la Cina, non c’è ragione”, ha detto. “Xi Jinping ha fatto un grande errore a non venire né al G20 né alla Cop26 e mi aspetto che la Cina segua e regole come tutti“, ha aggiunto il presidente americano. E ancora: gli Usa rispetteranno gli obiettivi fissati per la lotta ai cambiamenti climatici perché vogliono respirare”, ha affermato il presidente Biden, dicendosi fiducioso che il suo piano da 1.750 miliardi di dollari verrà appoggiato dal Congresso.

Come pensa Joe Biden di convincere a votare in Congresso il suo maxi piano di investimenti contro i cambiamenti climatici di fronte agli impegni più tiepidi di Cina, Russia e India? “Perché vogliamo respirare e gli Usa devono guidare il mondo”, è stata la risposta del presidente Usa nella conferenza di chiusura della Cop26.

Boris Johnson chiude il vertice dei leader che ha introdotto i lavori della conferenza Onu sul clima CoP26 di Glasgow con uno spirito di “cauto ottimismo” dopo la dichiarazione sulla deforestazione, ma avvertendo che resta ancora “molta strada da fare“. Il premier britannico, padrone di casa, evoca la necessità di evitare prematuramente tutti “gli entusiasmi esagerati” e le “false speranze”.

Johnson ha elogiato i donatori privati entrati in campo nella lotta al surriscaldamento del pianeta nell’ambito della conferenza Onu Cop26. Mentre ha paragonato il risultato parziale emerso dai due giorni del vertice dei leader a “un pareggio” calcistico strappato “nei tempi supplementari”, sottolineando come la partita di Glasgow non sia finita e la palla sia ora “ai negoziatori” incaricati di proseguire nelle trattative nei prossimi giorni della conferenza, che continuerà fino alla prossima settimana.

Joe Biden parlando a Glasgow ha annunciato che il governo Usa si è impegnato a lavorare col Congresso per stanziare sino a 9 miliardi di dollari sino al 2030 per conservare e ripristinare le foreste, nell’ambito del piano contro la deforestazione annunciato alla Cop26. 

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo alla Cop26 ha parlato di “un miliardo di euro per l’Impegno globale sulle foreste. Questo include 250 milioni di euro per il bacino del Congo”.

Sale a oltre 100 (da 80) il numero dei Paesi che alla Cop26 hanno aderito all’impegno per la riduzione delle emissioni di metano del 30% entro il 2030, secondo quanto rende noto la Commissione europea in una nota. Si tratta di oltre 100 Paesi che rappresentano il 70% dell’economia globale hanno ora aderito all’iniziativa lanciata da Ue e Usa. Col raggiungimento di questo obiettivo, si eviterebbero oltre 200mila morti premature, centinaia di migliaia di visite di emergenza legate all’asma, e oltre 20 milioni di tonnellate di perdite di raccolto all’anno: sono le stime della Coalizione per il clima e l’aria pulita e del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, secondo quanto riporta una nota Ue.

La presidente della commissione Ue, von der Leyen, ha annunciato, poi, il via alla ‘Eu Catalyst Partnership’, programma da 1 miliardo di dollari per incoraggiare gli investimenti in tecnologie per il clima. Il programma vedrà l’impegno comune dell’Ue, del fondatore di Microsoft Bill Gates e della Banca Europea degli Investimenti. “E’ l’innovazione che traccia la strada, è questo ciò che i nostri cittadini vogliono e noi non li deluderemo”, ha affermato von der Leyen.

“Nel costruire un’economia a zero emissioni entro il 2060 la Russia si basa, tra le altre cose, particolarmente sulle risorse a noi disponibili, come le foreste e la loro capacità di assorbire l’anidride carbonica e produrre ossigeno. Dopo tutto, il nostro Paese ospita il 20% delle foreste mondiali”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un videomessaggio alla Cop26 di Glasgow, sottolineando che la Russia sottoscrive il piano di azione contro la deforestazione presentato alla conferenza.

Un messaggio alla Cop26 è stato inviato dal Papa: “La ferite portate all’umanità dalla pandemia da Covid-19 e dal fenomeno del cambiamento climatico sono paragonabili a quelle derivanti da un conflitto globale. Così come all’indomani della seconda guerra mondiale, è necessario che oggi l’intera comunità internazionale metta come priorità l’attuazione di azioni collegiali, solidali e lungimiranti”: queste le parole di Francesco lette dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. “Purtroppo dobbiamo constatare amaramente come siamo lontani dal raggiungere gli obiettivi desiderati per contrastare il cambiamento climatico. Va detto con onestà: non ce lo possiamo permettere!”. “Non c’è più tempo per aspettare; sono troppi, ormai, i volti umani sofferenti di questa crisi climatica”, “bisogna agire con urgenza, coraggio e responsabilità. Agire anche per preparare un futuro nel quale l’umanità sia in grado di prendersi cura di sé stessa e della natura”, sono le parole del Papa.

Intanto, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha annunciato alla Cop26 di Glasgow che il governo italiano aderisce alla Global Energy Alliance, un fondo da 10 miliardi di dollari con Rockfeller Foundation, Ikea Foundation, Earth Foundation di Jeff Bezos e altre istituzioni finanziarie internazionali per accelerare la transizione ecologica nei paesi meno sviluppati.

“Dobbiamo fermare la devastazione delle foreste” del globo. Con queste parole il premier britannico Boris Johnson aveva formalizzato l’annuncio dell’impegno internazionale a interrompere il processo di deforestazione sul pianeta entro il 2030, aprendo i lavori della seconda giornata dei vertice dei leader alla CoP6. Johnson ha sottolineato che la dichiarazione è stata sottoscritta da Paesi che ospitano l’85% delle foreste del mondo e ha elogiato l’adesione di Paesi come Russia, Cina, Indonesia, Colombia, Congo e il Brasile. E ha evocato anche finanziamenti “senza precedenti”.

Jeff Bezos, fondatore del colosso americano Amazon e fra i più ricchi uomini del mondo, promette nell’ambito della Conferenza Onu CoP26 di Glasgow, una donazione da 2 miliardi di dollari per ridare vita a terreni “degradati” dal clima in ‘Africa. L’annuncio è arrivato durante un evento a cui Bezos ha partecipato al fianco del principe Carlo, erede al trono britannico e protagonista ieri dell’avvio della CoP (al di là del mezzo inciampo divenuto virale sul web sui gradini del podio), impegnato con la sua fondazione nella promozione di progetti ecologici e nella raccolta di contributi dal settore privato globale. “Noi dobbiamo conservare ciò che abbiamo – ha detto Bezos -, dobbiamo ripristinare ciò che abbiamo perduto e dobbiamo far crescere ciò di cui abbiamo bisogno senza degradare il pianeta a danno delle generazioni che verranno”. “Un totale di due terzi delle terre di tutta l’Africa è degradato, ma questa tendenza può essere invertita”, ha aggiunto, notando come “ripristinare le terre possa migliorare la fertilità del suolo, far aumentare i raccolti, incrementare la sicurezza alimentare, rendere l’acqua più disponibile, creare lavoro e dare spinta alla crescita economica”. Non senza sottolineare parallelamente il suo interesse sul fronte delle tecnologie “per la cattura del carbonio”, viste come uno strumento di transizione (contestato da alcuni settori dell’ambientalismo) sulla strada di un futuro azzeramento delle emissioni a cui viene imputata la minaccia del cambiamento climatico.

GLASGOW, GLI INTERVENTI

Da un’iniziativa globale col presidente Usa, Joe Biden, per ridurre le emissioni da metano del 30% entro il 2030, al lancio di un progetto sull’innovazione e le tecnologie del futuro, con Bill Gates: la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter, sottolinea i temi del secondo giorno di lavori alla Cop26 di Glasgow. “Sono impaziente – scrive – di affrontare le principali questioni climatiche: il prezzo del carbonio, con Justin Trudeau; la lotta ai cambiamenti climatici attraverso lo sviluppo delle infrastrutture e l’Impegno Globale sul Metano con Biden; il tema delle foreste; e la questione dell’innovazione con Bill Gates ed il presidente della Bei, Hoyer”. “E’ tempo di trasformare l’aspirazione climatica in innovazione climatica. La coalizione dei First movers è impegnata nelle tecnologie pulite di domani. Insieme possiamo ridurre le emissioni nelle industrie ad alto contenuto di carbonio”, scrive ancora pubblicando una foto della Cop 26, in cui compare accanto al presidente Usa, Joe Biden. Vicino a loro, tra gli altri, anche l’inviato speciale Usa per il clima, John Kerry. “Il prezzo del carbonio funziona. In quanto strumento efficiente per ridurre le emissioni e incoraggiare l’innovazione, è un pilastro della politica sul clima dell’Ue”, ha scritto ancora Ursula von der Leyen, dalla Cop26 di Glasgow. “Felice di discutere col premier canadese, Justin Trudeau, come rendere il prezzo del carbonio fondamentale per un futuro globale a impatto climatico zero”, aggiunge poi, che in un intervento allegato al messaggio spiega come l’ideale sarebbe avere “un prezzo per il carbonio a livello globale”. Comunque avverte, per evitare che si aggiri il sistema sarà introdotto “un meccanismo di aggiustamento alle frontiere. Questo significa che se si arriva alle frontiere con un prodotto” realizzato con alte emissioni “occorrerà pagare un prezzo come se si fosse” già nel mercato delle emissioni.

Intanto, il premier giapponese Fumio Kishida lascia il Giappone alla volta di Glasgow. Si tratta della prima trasferta del leader conservatore da quando è diventato premier, a inizio e ottobre, e all’indomani della conferma della maggioranza del suo partito alle elezioni per il rinnovo della Camera bassa. “Intendo rendere nota l’intenzione del nostro Paese per il contribuito agli obiettivi al raggiungimento della neutralità carbonica nell’intero continente in Asia”, ha detto Kishida ai media prima della partenza. La sua visita, tuttavia sarà brevissima, in quanto prevede di tornare a Tokyo il giorno dopo senza neanche spendere una notte nella città scozzese. Durante la frenetica giornata incontrerà a margine il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il premier britannico Boris Johnson, e il primo ministro vietnamita Pham Minh Chinh. Lo scorso mese l’esecutivo nipponico ha formalizzato alla Convenzione dell’Onu sui cambiamenti climatici, l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio del 46% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2013.