Enpa-Emma, Consiglio non dia il via libera a Digital Market Act
BRUXELLES – Le associazioni degli editori europei di giornali (Enpa) e magazine (Emma) esortano il Consiglio europeo, in programma domani e venerdì, a non dare il via libera al Digital Market Act (Dma), la proposta di legge sui mercati digitali presentata dalla Commissione Ue nel dicembre scorso per garantire un mercato unico competitivo per i servizi digitali. Lo si legge in una nota congiunta.
“Il Dma – sottolineano le associazioni – è stato presentato come la risposta dell’Ue alla concorrenza sleale e alle prassi abusive delle piattaforme digitali dominanti (le cosiddette gatekeeper)” con l’obiettivo di “creare mercati digitali equi ed incoraggiare la concorrenza in Europa attraverso la loro regolamentazione”, affrontando gli “attuali squilibri di mercato causati dai gatekeeper e ripristinando delle condizioni di parità”. Tuttavia, osservano le associazioni, le bozze sono lungi dal raggiungere tali obiettivi. Per farlo, “le proposte devono essere notevolmente rafforzate, come già suggerito da alcuni Stati membri in seno al Consiglio Ue.
Se l’Europa vuole mantenere la propria sovranità digitale ed essere davvero pronta all’era digitale, è essenziale che i co-legislatori si impegnino ora in un sostanziale rafforzamento dei testi”. “L’Ue non può restare inattiva e priva di ambizioni, mentre i mercati digitali vengono soffocati da una manciata di aziende con un potere e un’influenza senza precedenti”, scrivono le associazioni, avvertendo che in caso contrario, vi sarà un’ulteriore compressione dei diritti dei cittadini europei da parte delle piattaforme digitali, nonché una minore varietà di offerte per i consumatori e poche opportunità di crescita per le aziende europee sui mercati digitali.
“Non può essere nell’interesse della Commissione europea o degli Stati membri perseguire un approccio così miope che priverebbe l’Europa di una regolamentazione adeguata alle esigenze future e rafforzerebbe solo quelle piattaforme che intende regolamentare. Non è il momento dell’opportunismo politico“,