Effetto Covid: Didattica a Distanza

by | Jul 21, 2021 | Giuseppe Cafiso, Italy, World | 0 comments

Effetto Covid: Didattica a Distanza
Tra le frasi e concetti che l’epidemia di Covid ha reso comuni, una merita sicuramente un posto speciale: “Didattica a Distanza”, la DAD. Con il termine DAD si indica l’insegnamento (di ogni ordine e grado) condotto a distanza, utilizzando le nuove tecnologie digitali. Le opinioni di docenti e discenti sulla DAD sono varie e spesso discordi: c’è chi la ritiene sempre dannosa o, comunque, molto meno efficace della didattica basata sulla presenza fisica; c’è, invece, chi sostiene sia utile e possa costituire, soprattutto nelle scuole secondarie e università, una valida alternativa all’insegnamento tradizionale, tanto da prospettare un futuro in cui la DAD sarà la norma e la presenza fisica l’eccezione.
Un miliardo e mezzo di studenti in tutto il mondo, secondo l’UNESCO, sono stati impegnati nell’apprendimento a distanza al culmine della pandemia COVID-19 nel marzo 2020. Il numero si è ridotto, di molto, ad un anno circa di distanza.
Alcuni studenti sono stati in grado di accedere a Internet per farlo, ma non tutti. La maggior parte degli studenti in tutto il mondo, che ha accesso agli smartphone, è in grado di utilizzarli come dispositivi di apprendimento. Altri sono più fortunati e hanno tablet, laptop. Tutto ciò ovviamente nei paesi industrializzati o ricchi di risorse. Nei paesi poveri, dove le realtà economiche sono diverse, gli studenti hanno smesso di andare a scuola o continuano col sistema tradizionale mettendo la propria salute a rischio.
Gli insegnanti, alcuni senza precedenti esperienze di insegnamento online o a distanza, hanno scoperto nuovi approcci all’insegnamento e all’apprendimento ed è stato intrapreso un lavoro fantasioso per superare le vere sfide che questa realtà attuale pone. Mentre hanno riscontrato del notevole successo con studenti attenti e che sono aiutati dai genitori per altri, tra studenti distratti e coloro che hanno problemi di apprendimento, la sfida è stata gigantesca.
Mentre alcuni studenti sono tornati a scuola e all’apprendimento in presenza, il “ritorno a qualcosa di simile alla normalità” potrebbe non verificarsi fino a un certo punto del 2021 o successivamente, molto probabilmente il prossimo autunno.Gli insegnanti stanno esplorando cosa significa per loro la realtà dell’insegnamento online.
Uana insegnantecon i suoi alunni a distanza
 Com’è realmente la nuova pedagogia dell’insegnamento online su larga scala? Che aspetto ha l’apprendimento impegnato in questo nuovo ambiente? In che modo l’apprendimento online può produrre esperienze di apprendimento significativi?
Gli insegnanti hanno cercato aiuto da colleghi con precedenti esperienze di insegnamento online, cercando prove di ciò che funzionava nella loro disciplina. Alcuni hanno scoperto risorse educative aperte, materiali, laboratori, video, simulazioni, giochi, che li hanno aiutati a trovare nuovi modi per coinvolgere i loro studenti online.
Ma la didattica a distanza ha anche inserito altri problemi di carattere sociale e psicologico. La mancanza di una presenza fisica di insegnanti e di altri studenti hanno creato lacune nel supporto intellettuale, emotivo e culturale che bambini e ragazzi ricevono coll’imparare insieme ad altri. Tutto questo parte dalla convinzione che la presenza fisica sia sempre essenziale da un punto di vista educativo, proprio perché gli esseri umani usano contemporaneamente molteplici linguaggi, veicolati e catturati da diverse modalità sensoriali.
La comunicazione digitale privilegia le comunicazioni acustiche e visive ed esclude tutte le altre. Tuttavia, gli altri linguaggi (spesso definiti “corporei”) sono altrettanto importanti e contribuiscono, in modo cruciale, anche se subliminale, a fissare nella mente del discente concetti, informazioni, modi di pensare, prospettive e a informare il docente del grado di ricezione del messaggio educativo. L’insegnamento non è, se non in minima parte, trasmissione di informazioni (che, tra l’altro oggi possono essere rintracciate online con facilità), ma è comunicazione di stili, di modi di apprendere e soprattutto di valutare e giudicare con spirito critico le informazioni ricevute.
Naturalmente è impossibile escludere che in un futuro tecnologie di realtà aumentata possano mimare tutte le modalità sensoriali e riprodurre l’esperienza immersiva della comunicazione in presenza.  Oggi, però, siamo ancora lontani da una simile condizione.
Giuseppe Cafiso