Fucsia Nissoli: Riprende il dibattito sulla cittadinanza

by | Apr 1, 2022 | FUCHSIA NISSOLI, Italy, MONTECITORI, POLITICS | 0 comments

Fucsia Angela Fitzgerald Nissoli

Una riforma per sancire un diritto inalienabile: nuovamente figli, riconosciuti, della propria Patria

di Angela Fucsia Nissoli Fitzgerald

“Riprende il dibattito parlamentare sulla riforma della cittadinanza e, per venire incontro alle esigenze dei tanti italiani, di fatto, che hanno perso la cittadinanza, nella mia qualità di parlamentare eletta all’estero ho presentato tre emendamenti in commissione affari costituzionali.
Per dare forza a tali emendamenti attraverso un consenso condiviso ho inviato, lo scorso 28 marzo, una email a tutti i colleghi della commissione. Questo il testo:

“Cari Colleghi,

vi scrivo per sensibilizzarvi sugli italiani nati in Italia che hanno perduto la cittadinanza in passato e ritengo che l’Italia abbia un debito di riconoscenza nei loro confronti.

Sono italiani come voi, come me (se nel 1989, quando ho sposato un americano, avessi preso la cittadinanza USA oggi sarei una di loro, un’italiana senza la cittadinanza italiana), italiani nati in Italia da genitori italiani, che parlano italiano, che hanno frequentato le scuole in Italia anche fino all’università’ e molti hanno fatto anche il servizio militare. Italiani veri !!!! Alcuni ormai anziani mi dicono che vogliono morire italiani !

Pertanto, facendo appello alla vostra coscienza, vi chiedo, cortesemente, di sottoscrivere gli emendamenti da me presentati per poi votarli a favore per sanare questa grave ingiustizia verso italiani di fatto che hanno bisogno solo del riconoscimento giuridico.

Conto sul vostro appoggio e sulla vostra sensibilità. Grazie di cuore!”

Auspico una adeguata convergenza, a prescindere dagli schieramenti, su una riforma dettata dal buon senso che viene incontro alle esigenze di tanti connazionali, che lo sono di fatto, e che spero possa essere prontamente convertita in legge.

Ma vediamo quanto accaduto nell’ultimo periodo: il passato 4 dicembre del 2020 il governo ha bocciato un mio Ordine del Giorno nel quale chiedevo di prendere l’impegno di ridare la cittadinanza a chi è nato in Italia e l’ha perduta in seguito a espatrio. In quel frangente solo il Centro Destra aveva votato a favore.


Potete immaginare la delusione che mi portava a escludere la possibilità di ottenere il risultato sperato. Fortunatamente mi sbagliavo.
Finalmente dopo l’abbinamento del mio disegno di legge, lo scorso 9 marzo, ho partecipato ai lavori della commissione affari costituzionali, che vertevano sulla cittadinanza.

Il presidente della Commissione, On. Brescia, ha preparato un testo unificato sullo “ius scholae” ma non ha inserito il contenuto del mio disegno di legge, ragione per la quale ho presentato alcuni emendamenti che prevedono, come prima cosa, la possibilità di riprendere la cittadinanza, per chi l’ha persa recandosi a vivere all’estero, con una semplice domanda al Consolato di riferimento.

La strategia è stata di far si che i miei emendamenti siano in linea con il testo base che vuole permettere ai figli degli stranieri, che sono presenti sul territorio nazionale ed hanno frequentato le scuole italiane per cinque anni, di chiedere la cittadinanza italiana.

Così come lo straniero che ha studiato in Italia acquista la cittadinanza con un atto amministrativo, prevedo che l’italiano che abbia perso la cittadinanza la possa riacquistare con una richiesta amministrativa al consolato competente per residenza estera.

Inoltre, ho chiesto che fosse data facoltà al riacquisto della cittadinanza, con la medesima procedura, alle donne italiane per nascita che hanno perduto la cittadinanza, a seguito di matrimonio con uno straniero, contratto prima del 1° gennaio 1948 e ai loro figli.

Sono tre emendamenti, di cui il primo prevede solo il riacquisto della cittadinanza per chi l’ha persa in seguito a espatrio: una cosa molto semplice per il quale auspico un voto unanime così da permettere, a chi è italiano di fatto, di esserlo anche sul piano giuridico.

Il tema della cittadinanza è sempre stato per me prioritario, anche emotivamente, tanto da diventare il tema principale della mia azione politica sin dalla scorsa legislatura.
Sia nella XVII che nella XVIII legislatura, ho presentato un progetto di legge di riforma della cittadinanza per venire incontro alle necessità degli italiani che, una volta emigrati, come detto, hanno perduto la cittadinanza.
Nella scorsa legislatura ci siamo andati vicini a fare approvare la legge, tuttavia le polemiche politiche hanno portato a sospendere l’esame della riforma della cittadinanza; speriamo che nel poco tempo rimasto riusciremo ad arrivare a un risultato concreto. Come sempre io faccio tutto il possibile, ora è necessario che molti colleghi passino dalle parole ai fatti e si uniscano al mio sforzo e alla mia battaglia sul diritto di cittadinanza.