Politica
I proprietari di case in Italia degli italiani all`estero e IMU
di Nello Passaro
L’on. Angela Schiro‘(PD) , prefigurando la possibilita’di venire incontro alle giuste rivendicazioni degli italiani all’estero, ritiene che sia opportuna una seria e responsabile verifica della normativa sull’Imu relativamente al loro possesso di un immobile in Italia senza tuttavia indicarne ne’ le modalita’ ne’ la tempistica di una sua iniziativa al riguardo che pur non esplicitata si ritiene sottintesa.
E’ appena il caso di far notare che la rivendicazione iniziale da parte dei nostri connazionali all’estero prevedeva il paritetico riconoscimento della casa degli italiani a quella degli italiani all’estero ai fini fiscali . Essa non ha trovato e non trova tuttora , per ragioni incomprensibili da parte degli interessati , la giusta accettazione .
Tuttavia sembra opportuno, per superare le paventate difficolta’ sul piano giuridico , considerare la casa degli italiani all’estero ai fini fiscali ne’ come prima casa ne’ come seconda , ma classificarla come l’unica casa in loro possesso sul territorio nazionale. Ad essa dovrebbe essere attribuita una sua specifica configurazione, in ragione del suo parziale utilizzo , dovuto alla titolarita’ del suo possessore del requisito di cittadino residente all’estero.
Non sara’ quindi una prima casa, ne’ una seconda casa a cui, in ragione della possibilita’ di un suo parziale utilizzo parziale indotto viene riconosciuto ed assegnato un regime fiscale specifico e distinto.
Si potrebbe fissare un’aliquota fiscale uguale su tutto il territorio nazionale che potrebbe eventualmente corrispondere ad 1/3 dell’aliquota prevista per le seconde case.
Cio’ eliminerebbe la subordinazione alla compatibilita’ con le risorse e la disponibilita’ economica dello Stato italiano che, con una misura del genere dimostrerebbe di venire incontro definitivamente alle giuste rivendicazioni delle nostre collettivita all’estero.Il principio di compatibilita’, giusto nella sua essenza, e’ tuttavia soggetto alla discrezionalita’ nella scelta dei settori a cui esso viene applicato, di cui spesso sono vittime le categoria meno o peggio rappresentate.
Si invita l’on. Schiro’ ed i suoi colleghi eletti all’estero, dando dimostrazione di voler contribuire effettivamente alla causa, di eventualmente palesare il loro modo di vedere sulla fattibilita’ della proposta di cui sopra e sulla loro conseguente disponibilita’ a portarla avanti nelle sedi opportune in tempi ragionevoli, ovviamente prima della scadenza del loro mandato, per ovviare a questa persistente penalizzazione di carattere fiscale a carico dei connazionali.
Sarebbe stato tuttavia opportuno da parte dell’on. Schiro’, a cui va il merito ed il riconoscimento sulla riflessione fatta al riguardo, se avesse fornito , oltre all’esternazione di questo proposito, anche le modalita’ ( strumento legislativo o altro) per poter addivenire ad una soluzione soddisfacente.
Nello Passaro