La Via Crucis al Colosseo senza il Papa 

by | Apr 7, 2023 | CRONACA, EUROPA, Italy, PRIMOPIANO | 0 comments


Si è concluso il rito presieduto dal cardinal vicario di Roma, Angelo De Donatis. Presenti circa 20mila persone. Il Pontefice, a causa del freddo, ha deciso di seguire le celebrazioni da Santa Marta. La protesta dell’ambasciatore ucraino contro la decisione di Bergoglio di far leggere una testimonianza congiunta di un ragazzo russo e di uno ucraino. Francesco nel pomeriggio ha celebrato la Passione a San Pietro


GI – Si è concluso intorno alle 22.30  il rito della Via Crucis del Venerdì Santo, celebrato al Colosseo. A presiederlo il cardinal vicario di Roma, Angelo De Donatis. Papa Francesco ha seguito attraverso un collegamento, restando a Santa Marta per non esporsi alle basse temperature della serata. Sabato alle 19,30 sarà a San Pietro per la Veglia Pasquale.

Appena terminata la benedizione finale, alcuni presenti  hanno gridato frasi di incoraggiamento a Bergoglio. Alle celebrazioni hanno partecipato circa 20mila fedeli. Le persone che hanno tenuto la croce sono rappresentative delle aree per cui si legge la meditazione, non gli autori delle testimonianze, che invece sono state raccolte nel corso dei pellerinaggi apostolici del Pontefice in aree segnate dalla guerra

La protesta dell’ambasciatore ucraino

L’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, ha criticato fortemente la decisione di Papa Francesco di far leggere alla Via Crucis di stasera una testimonianza congiunta di un ragazzo russo e di uno ucraino.
Il primo racconta di aver perso il fratello nei combattimenti, e di non sapere più nulla del padre e del fratello. “Dimentica di dire che i suoi parenti sono andati in Ucraina per uccidere non solo il padre del ragazzo ucraino ma tutta la sua famiglia, e non viceversa“, ha commentato il diplomatico.

Si tratta del secondo caso del genere da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Lo scorso anno la televisione di stato ucraina si rifiutò di trasmettere in diretta la Via Crucis per la decisione del Papa di far tenere la Croce, in una stazione, ad una ragazza russa e una ucraina.

Il Papa ha celebrato la Passione

Nel pomeriggio Papa Francesco ha presieduto nella Basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore. Il Pontefice, vestito con i paramenti rossi, è stato accompagnato in sedia a rotelle ai piedi del Baldacchino del Bernini, quindi ha letto la formula d’inizio della liturgia con una voce arrochita.

Bergoglio ha seguito la funzione seduto su una cattedra posta all’altezza dell’incrocio del transetto, pronunciando la preghiera e ascoltando l’omelia dopo la lettura del Vangelo della Passione e Morte di Cristo secondo San Giovanni.

“Dio onnipotente, nelle tue mani sono le speranze e i diritti degli uomini , assisti chi governa affinché promuova una pace duratura, la prosperità dei popoli e la libertà religiosa”, ha detto il Papa, “Dio che annienti le guerre e abbassi i superbi, allontana dall’umanità dolori e lacrime. Tu che sei Consolazione degli afflitti ascolta il grido di coloro che sono nella prova”.

Verso le 19:00 Papa Francesco ha lasciato la Basilica di San Pietro seduto sulla sedia a rotelle.

“Nulla è più solido”

“Al di là del bene e del male”, è stato un grido di battaglia” di Nietzsche, ” ma al di là del bene e del male c’è solo ‘la volontà di potenza’, e noi sappiamo dove essa conduce”, ha spiegato nella sua omelia il cardinal Raniero Cantalamessa, il Predicatore della Casa Pontificia.

“Esso è stato declinato nei modi e con i nomi più diversi, fino a diventare una moda, un’atmosfera che si respira negli ambienti intellettuali dell’Occidente post-moderno. Il denominatore comune di tutte queste diverse declinazioni è il totale relativismo in ogni campo: etica, linguaggio, filosofia, arte e, naturalmente, religione. Nulla è più solido; tutto è liquido, o addirittura vaporoso. Al tempo del romanticismo ci si crogiolava nella malinconia, oggi nel nichilismo”.

“Come credenti è nostro dovere mostrare che cosa c’è dietro, o sotto, quel proclama, e cioè il guizzo di una fiamma antica, l’improvvisa eruzione di un vulcano mai spento dall’inizio del mondo”, ha aggiunto, “Il dramma umano ha avuto anch’esso il suo ‘prologo in cielo, in quello “spirito della negazione” che non accettò di esistere in grazia di un altro. Da allora, egli non fa che reclutare sostenitori della sua causa, primi tra essi gli ingenui Adamo ed Eva: ‘Sarete come Dio. Conoscerete il bene e il male!’. All’uomo moderno, tutto ciò non sembra che un mito eziologico per spiegare il male del mondo. E – nel senso positivo che oggi si dà al mito – tale esso è in realtà! Ma la storia, la letteratura e la stessa nostra esperienza personale ci dicono che dietro questo mito c’è una verità trascendente che nessuna narrazione storica o ragionamento filosofico potrebbe trasmetterci”

La pace negata

I testi proposti quest’anno per le stazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo sono testimonianze ascoltate da Papa Francesco nel corso dei sui viaggi apostolici e in altre occasioni. La raccolta è stata curata da alcuni Dicasteri della Curia Romana.

Sarà la pace negata e le conseguenti sofferenze per l’umanità il fulcro delle meditazioni. “Dalla Terra Santa si snoda stasera il cammino della croce dietro a te”, si legge nella preghiera iniziale, “Lo percorreremo ascoltando la tua sofferenza, riflessa in quella di fratelli e di sorelle che nel mondo hanno sofferto e soffrono la mancanza di pace, lasciandoci scavare dentro da testimonianze e risonanze giunte all’orecchio e al cuore del Papa anche nel corso delle sue visite”.

Sono “echi di pace che riaffiorano in questa ‘terza guerra mondiale a pezzi’, grida che vengono da Paesi e aree oggi dilaniati da violenze, ingiustizie e povertà. Tutti i luoghi dove si patiscono conflitti, odi e persecuzioni sono presenti nella preghiera di questo venerdì santo”.

La pace in Medioriente, minacciata dalla cultura della violenza e della ritorsione, è al centro della meditazione che accompagna la prima stazione della Via Crucis al Colosseo.  Le tremende sofferenze dei migranti tra Italia e Libia sono oggetto della meditazione per la seconda stazione. Voci di pace dai giovani di Ucraina e Russia accompagneranno la decima stazione.

Invito in Vaticano per il sindaco di Lampedusa

Il Papa ha invitato il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, in Vaticano dopo avere ricevuto una lettera in cui sfogava la sua grande amarezza in seguito al doppio naufragio in acque maltesi che ha portato le salme di otto migranti sull’isola.

La stessa missiva-sfogo era stata indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il Pontefice lo ha fatto contattare invitandolo per un incontro che dovrebbe avvenire dopo Pasqua. Lampedusa, dieci anni fa, è stata la prima meta di un viaggio apostolico al di fuori del Vaticano.