Mai come in questi mesi di isolamento e apprensione per la pandemia del Covid-19 ha assunto un ruolo preminente l’opinione (più onesto dire “i dettami”) degli scienziati (virologi e medici innanzitutto). Tutti noi, più o meno, ci affanniamo a cercare le spiegazioni e le indicazioni fornite da questa categoria di lavoratori. Poco importa se spesso contradditorie e in contrasto tra le varie scuole di pensiero.
Sembra quindi doveroso ricordare che la scienza non è altro che un metodo di conoscenza (il metodo scientifico) e gli scienziati sono coloro che utilizzano questo metodo al fine di aumentare la conoscenza di ciò che ci circonda. Per far ciò si utilizza, a vari livelli, un modello di rappresentazione della realtà, in quanto la realtà stessa non è conoscibile, dati i limitati mezzi del genere umano (fondamentalmente i cinque sensi, pur se amplificati dalla tecnologia). Questo porta e ha portato a elaborare modelli poco accettabili dalla stragrande maggioranza della popolazione umana, pur se ampiamente verificati, come la meccanica quantistica e la relatività einsteiniana. E rimane, punto fermo ed essenziale del metodo scientifico, che ogni modello è accettato fino a quando non se ne trova uno migliore.
Questa premessa dovrebbe farci comprendere che anche nella vicenda del Covid-19 c’è ancora molto da sapere e si procede a tentoni elaborando modelli che via via vengono sostituiti da altri più attendibili. Benché milioni di persone in Canada, Italia e altrove si sono vaccinati o sono in procinto di farlo, rimane sempre un certo dubbio sull’efficacia di essi.
Naturalmente vi sono poi altre migliaia di persone che rifiutano di vaccinarsi per motivi di incertezza, paura o perché semplicemente non credono che le scienze e soprattutto la medicina siano affidabili e preferiscono affidarsi alla buona sorte o alla protezione divina. Lo scetticismo e persino ostilità verso la medicina esiste da molto tempo. Nel XVIII secolo, persino il filosofo francese Voltaire scriveva “I medici introducono delle medicine che non conoscono in un corpo che conoscono ancor meno”. L’affermazione di Voltaire è esagerata, perché bisogna riconoscere che già ai suoi tempi si erano fatti notevoli progressi tanto nell’anatomia, quanto nella fisiologia. Era però vero che la medicina doveva ancora, ai quei tempi, percorrere una lunga strada prima di arrivare a trovare la causa di molte malattie e le cure per combatterle. Basti pensare che a quei tempi un ragazzo che si fosse ammalato di difterite aveva ben poche probabilità di guarire. Oggi però la medicina è tanto progredita che le malattie cosiddette “incurabili” sono ridotte a pochissime anche grazie ai vaccini. Se la medicina ha compiuto un così grande progresso, se oggi anche le malattie più gravi possono essere curate, lo si deve alle scoperte di alcuni grandi scienziati e agli studi geniali di molti medici.
Sebbene vi siano delle legittime perplessità e questioni su alcune contrastanti dichiarazioni da parte dei medici e soprattutto sull’influsso delle industrie farmaceutiche sulla medicina e in particolare sulle ricerche scientifiche, è vero che oggi il metodo scientifico (come la democrazia) pur essendo spesso imperfetto è ciò che abbiamo di meglio.