Pecore, vino e nuove aperture, Pompei si rilancia

by | Dec 11, 2022 | Culture, Italy, PRIMOPIANO | 0 comments

Zuchtriegel all’ANSA, “Vi racconto il future del parco”

ANSA) – ROMA, 11 DIC – Tantissime case in più, che si potranno visitare grazie anche all’arrivo di trenta nuovi addetti.

E finalmente un ristorante alla Casina dell’ Aquila, che si unirà alla caffetteria che già funziona e ad una serie di chioschi.

Uno dei vigneti, nella Casa della Nave Europa, che farà parte di una nuova gestione del patrimonio verde per la costruzione dell’Azienda Agricola Pompei, 19 luglio 2022. Sarà realizzata attraverso un processo partenariale pubblico–privato, di cui il primo passo è l’avviso internazionale che il Parco Archeologico di Pompei ha pubblicato per la cogestione dei terreni destinati e da destinare a vigneto e al ciclo produttivo del vino, in scadenza il prossimo 26 agosto. ANSA / Cesare Abbate

Ma anche radure attrezzate per i pic nic, vigneti e ulivi per produrre vino e olio dop, persino le pecore, che oggi in via sperimentale sono state ingaggiate per brucare l’erba ma che un domani potranno servire per offrire ai turisti un assaggio dei formaggi locali. Concluso il Grande Progetto, il Parco archeologico di Pompei guarda al futuro e lavora per rivoluzionare la sua offerta. Cominciando da una nuova mappa degli scavi, un piccolo gioiello di colore e poesia, rigorosamente disegnata a mano dall’artista Simonetta Capecchi, che il 15 dicembre verrà donata al ministro della Cultura Sangiuliano e poi da quel giorno offerta a tutti i visitatori con tante indicazioni per orientarsi davvero e un gioco a premi per più piccoli. “Un simbolo e insieme il segno di un nuovo inizio”, dice all’ANSA il direttore Gabriel Zuchtrigel, nome tedesco e anima italiana (ha la doppia cittadinanza) dal 2021 alla guida del Parco archeologico patrimonio dell’umanità.

    Quello che si annuncia, insomma, è un cambiamento di approccio: “il grande progetto è stato un successo, ma adesso è il momento di andare oltre, di inseguire una visione”, spiega. La sua è quella di un parco archeologico “sempre più aperto, accessibile e sostenibile, che sia in grado di offrire ai visitatori un ventaglio di tante diverse esperienze possibili”. Un luogo dove si possa spendere un’intera giornata, a misura di famiglie, “amato e frequentato prima di tutto da chi abita nei dintorni”, ma così vario da convincere i turisti a tornare più e più volte.
  Per questo si comincia dagli edifici visitabili, che oggi sono in tutto 55 aperti a rotazione ma dal 2023 diventeranno 115, la metà sempre aperti, gli altri a rotazione con giorni e orari pubblicati sul sito già con mesi di anticipo. Una misura fondamentale per prepararsi al ritorno delle grandi folle visto che nel 2022 si sono già registrati quasi 3 milioni di visitatori e che nel 2023 si prevede di bissare se non addirittura superare i 3,8 milioni del 2019.
    Nello stesso tempo, dice Zuchtriegel, Pompei deve diventare un brand legato al territorio, con la cultura che si lega all’agricoltura. Da qui l’idea di avviare un’azienda agricola che possa offrire ai visitatori qualcosa di esclusivo anche quando si siedono a tavola e nello stesso tempo aiuti la rivalutazione del territorio, che poi è da sempre il grande problema di Pompei. Il primo centro di ristoro è attivo già dall’1 dicembre, nel 2023 aprirà i battenti la settecentesca Casina dell’ Aquila dove si potrà scegliere tra ristorante, tavola calda e caffetteria. Poi via via apriranno i chioschi, dislocati nelle diverse zone degli scavi. Si parte con l’offerta di prodotti locali ma il sogno è di arrivare a offrire direttamente vino, olio e poi magari formaggi con il marchio esclusivissimo della Pompei antica. Prodotti che diversamente da quanto è avvenuto in passato con altri esperimenti, sarebbero venduti direttamente dal Parco. Per il progetto dell’azienda agricola, che è già partito, si è scelta la formula del partenariato, cercando l’interesse di realtà locali. “Abbiamo cominciato col vino e ci hanno risposto otto aziende, stiamo scegliendo”, anticipa Zuchtriegel ricordando che per quanto riguarda i terreni il Parco può già contare di suo su 100 ettari coltivabili. L’idea è quella di aprirsi alla coltivazione multipla, come si faceva in antico, quando il grano cresceva in mezzo alle viti e agli olivi. I tempi di realizzazione però sono ancora da stabilire. “Questo perché non vogliamo decidere tutto da soli – sottolinea -e dai nostri partner ci aspettiamo un contributo di idee. Con un progetto così ambizioso servono apertura e flessibilità”.
 Tra i programmi futuri c’è poi il rilancio di Villa Arianna e di Villa San Marco le due spettacolari residenze dell’antica Stabiae, dove davvero al momento c’è tanto da fare. Qui alcuni lavori già in corso prevedono per la prossima primavera un ingresso accessibile ai disabili e un rifacimento della segnaletica, nonché della cartellonistica interna ed esterna. Ma si ragiona su un’idea più ambiziosa, anticipa Zuchtriegel, da realizzare in questo caso con la formula del project financing: “Vogliamo rivoluzionare l’accoglienza con una biglietteria attrezzata e guide sempre presenti, un ristorante panoramico, forse anche un agriturismo per accogliere le scuole oltre a collegamenti stabili con Pompei”. Intanto si comincia dal Parco, che giovedì, dopo una chiusura lunga quasi vent’anni, riapre al pubblico la Casa dei Vettii, tra le più belle della città sepolta dal Vesuvio nel 79 d.C.. Nella nuova mappa è già indicata, insieme al verde del suo barocco giardino. Anche le pecore sono già nel disegno, a brucare il verde dei prati incolti. La Pompei del futuro vuole partire da qui. (ANSA).