Il ponte sullo Stretto di Messina ci sarà, ma fra qualche anno e sarà un’opera green. A dichiararlo è il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine della sua visita al salone del motociclo (Eicma) alla fiera di Milano Rho. Il nuovo governo Meloni sembra aver messo il progetto del ponte che collegherà Sicilia e Calabria come una priorità. Già lo scorso aprile l’ex ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, aveva incaricato Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) di effettuare un nuovo studio di fattibilità del ponte. Questo però dovrebbe essere consegnato non prima di agosto 2023. Il ministro Salvini è inoltre deciso a chiedere fondi all’Ue per finanziare la costruzione di quello che dovrebbe essere il ponte sospeso più lungo del mondo (circa 3,66 km). Si tratta infatti di una sfida titanica, poiché la realizzazione del ponte è tutt’altro che semplice e comporta una serie di rischi, primo fra tutti quello geologico.

Il ponte nel corso degli anni: dai Romani al Regno d’Italia

Nel corso dei secoli (o per meglio dire millenni) in molti hanno cercato di costruire un ponte che collegasse la Sicilia con la Calabria. L’unico vero “ponte” mai realizzato, se così si può dire, fu quello costruito dai Romani ai tempi delle guerre puniche (250 a.C.). Il geografo greco Strabone e Plinio il Vecchio hanno narrato di come il console romano Lucio Cecilio Metello, dopo la vittoria sui cartaginesi a Palermo, fece costruire un ponte fatto di barche e botti in modo da far passare i 140 elefanti catturati in battaglia verso la Penisola e portarli così a Roma. Considerando che la prima guerra punica è stata combattuta quasi due secoli prima della nascita di Strabone e Plinio il Vecchio, la storia del primo ponte sullo stretto di Messina rimane più un mito che un fatto storico.

Durante Medioevo sia Carlo Magno, sia Roberto il Guiscardo pensarono alla costruzione del ponte. Il progetto venne comunque abbandonato per via dei costi eccessivi e delle condizioni ambientali particolari. Il re delle Due SicilieFerdinando II di Borbone, provò a far realizzare il ponte nel 1840, ma anch’egli dovette abbandonare l’idea per le stesse ragioni dei precedenti sovrani. Anche con l’avvento del Regno d’Italia l’idea del ponte sullo stretto venne ripresa più volte. Il primo fu un progetto del Ministro dei lavori pubblici Jacini, nel 1866. Nel 1870 si pensò addirittura di realizzare una galleria sottomarina lunga 22 km. Nel 1883 fu realizzato poi un progetto per un ponte sospeso a 5 campate. Il devastante terremoto di Messina del 1908 fermò ogni altro progetto e nel 1909 venne effettuato uno studio geologico della zona. Nel 1921 si tornò a parlare di unire le due regioni, ma con una galleria sottomarina.

Dal dopoguerra a oggi

Nel 1952 l’ingegnere statunitense David B. Steinman realizzò il progetto per un ponte a 2 piloni, alti 220 metri sopra il livello del mare e 120 metri sott’acqua. Il progetto prevedeva anche una luce centrale di oltre 1500 metri. Nel 1955 venne costituito il “Gruppo Ponte Messina s.p.a” (ribattezzato “Stretto di Messina s.p.a.” nel 1981). Nello stesso anno la Regione Sicilia fece realizzare uno studio per valutare la sismicità della zona. Nel 1969, l’ANAS indisse un concorso per trovare un progetto solido per la realizzazione del ponte. Nonostante i 100 progetti presentati, fu un buco nell’acqua. Nel 1981 la società “Stretto di Messina s.p.a.” propose un progetto che arrivò al preliminare nel 2003, ma viene poi messo in appalto. Nella sfida alle elezioni del 2001, i candidati Rutelli e Berlusconi promisero la realizzazione del ponte, ma senza seguito.

Progetto del ponte sullo stretto di Messina
Foto: © Anefo – Wikimedia Commons (CC0 1.0)

Nel 2008 Berlusconi rilanciò con presentazione del progetto preliminare del ponte sullo Stretto di Messina (terminato nel 2010). L’anno successivo, una mozione presentata da IDV (approvata con 284 voti favorevoli e 1 contrario) bloccò il progetto. Il successivo Governo Monti, dichiarò poi il suo secco “no” alla realizzazione del ponte. A novembre 2015, l’ex premier Matteo Renzi mise nuovamente in piedi la proposta di unire Messina e Reggio Calabria, ma senza mai concretizzarla.

Ponte sullo stretto di Messina: sarà la volta buona?

Oggi, con l’arrivo del governo Meloni, il Ponte sullo Stretto di Messina è tornato al centro del dibattito politico. La nuova maggioranza dovrà fare i conti con i vari problemi. Tra questi vi sono la sismicità del territorio e il fatto che la Sicilia si allontana dalla Calabria di 1 cm all’anno. Anche se l’ingegneria negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e costruire su territori ad elevata sismicità è possibile (il Giappone docet), bisognerà effettuare studi approfonditi prima di costruire un’opera di queste dimensioni. Il ministro Salvini vorrebbe puntare sul “modello Genova” (ovvero la ricostruzione rapida, come avvenuto per il nuovo Ponte Morandi dopo il crollo del 2018). Tuttavia non è chiaro se questo “modello” può essere applicato anche al Ponte sullo stretto.

Foto: © Kasper2006 – Wikimedia Commons (CC BY 3.0)

Dal punto di vista economico, i costi previsti per la sua realizzazione si aggirano inoltre intorno ai 6,54 miliardi di euro. Secondo uno studio della Regione Sicilia (maggio 2021), intitolato “Stima dei costi dell’insularità della Sicilia”, si tratta della stessa cifra che la regione spende ogni anno per la sua insularità. Il Ponte sullo Stretto potrebbe servire anche ad abbattere questo tipo di costo, ma servirebbero decine di anni prima che venga realizzato. Purtroppo quest’opera fantasma, dal 1981 ad oggi, è già costata agli italiani più di un miliardo di euro (tra studi di fattibilità, progetti, penali, ecc.) e la sua effettiva realizzazione sembra essere ancora lontana. Negli anni sono stati in tanti a fare promesse sul ponte sullo Stretto di Messina. Tuttavia ad oggi questa grande opera d’ingegneria rimane (e probabilmente continuerà ad essere) soltanto una figura mitologica, una gigantesca chimera tra Scilla e Cariddi.