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Nell’Aula di Montecitorio la prima votazione del Parlamento seduta comune integrato dai delegati regionali per eleggere il presidente della Repubblica.
Al banco della presidenza ci sono i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati.
Il quorum richiesto è di due terzi dei componenti del Collegio. Prima dell’inizio della chiama Fico ha spiegato le modalità di voto. Il primo ad essere chiamato a votare è stato Umberto Bossi.
Ogni grande elettore si disinfetta le mani prima di ricevere la scheda, vota e quindi la depone nell’Insalatiera, l’urna in vimini e oro rivestita di raso verde che le contiene.
Transatlantico pieno alla Camera per il primo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, come non si vedeva da molto tempo. A popolare l’ampio spazio davanti l’ingresso dell’aula non solo i grandi elettori, ma anche numerosi giornalisti. I deputati questori stanno controllando, assieme ai commessi, che tutto si svolga secondo i piani. Le grandi porte finestre che danno sul cortile sono tenute spalancate per favorire il cambio d’aria.
Ha votato Pier Ferdinando Casini. Dopo aver deposto la scheda nell’urna si è fermato a chiacchierare con la capogruppo di Fi al Senato Anna Maria Bernini, un senatore della Lega e la senatrice Paola Binetti; quindi è andato a salutare Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati al banco della presidenza. I grandi elettori entrano nel’Emiciclo a gruppi di cinquanta, e in attesa di essere chiamati per andare in cabina si disperdono sui banchi in modo da mantenere la distanza. Poi si dispongono in fila indiana in attesa del loro turno.
“Il voto è segreto, non lo direi mai a nessuno cosa ho votato“, ha detto la senatrice a vita Liliana Segre in Transatlantico a Montecitorio dopo aver votato. Segre ha votato tra i primi, assieme agli altri senatori a vita, e una volta uscita dall’Aula si è fermata su un divanetto del Transatlantico, dove è stata salutata da molti grandi elettori, alcuni dei quali hanno voluto farsi un selfie con lei. Ai cronisti che l’anno interpellata sul voto ha detto “di sentire molto la responsabilità di questo scelta”, ma di non voler rivelare il proprio voto: “non l’ho deto a nessuno, non potrei dirlo a lei” ha risposto al cronista.
“Noi di +Europa e Azione abbiamo deciso di votare fin dal primo scrutinio la ministra Marta Cartabia. Non parteciperemo al rito della scheda bianca che è semplicemente un tatticismo per coprire il fatto che i grandi partiti non hanno ancora trovato un accordo. Dopo tanto blaterare di donne, una donna competente c’è e noi la votiamo convintamente da subito”. Lo dichiara la senatrice di Più Europa, Emma Bonino entrando a Montecitorio. “L’elezione del Presidente della Repubblica non è un gioco: è una cosa seria. Noi riteniamo che la Cartabia abbia un curriculum adeguato e grande esperienza in uno dei settori più disastrati del nostro paese, ovvero la giustizia. Spero che i nostri colleghi grandi elettori non si prestino alla scheda bianca ma votino anche loro la Cartabia”, conclude Bonino.
La Cei lancia un appello al Parlamento affinché ascolti, nelle elezioni per il Quirinale, “il desiderio di unità” che arriva dal Paese. “L’ascolto della realtà non è disincanto o esercizio astratto, ma è un dovere che interpella direttamente anche le responsabilità della politica”. Oggi “iniziano le votazioni per eleggere il Presidente della Repubblica. Il Parlamento in seduta comune saprà cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese? Non possiamo che auspicarlo nell’interesse generale”, ha detto il cardinale presidente Gualtiero Bassetti introducendo i lavori del Consiglio episcopale permanente.
Oggi Matteo Salvini vedrà Enrico Letta e Giuseppe Conte, rende noto la Lega. In mattinata il presidente del Consiglio Mario Draghi, a quanto apprende l’ANSA, ha incontrato il leader della Lega. Fonti di Palazzo Chigi, interpellate sul faccia a faccia, rispondono: “No comment”.
Il presidente del M5s Giuseppe Conte incontra il coordinatore di Fi Antonio Tajani. L’incontro è in corso al gruppo M5s alla Camera in sala Tatarella.
“La Lega voterà scheda bianca”. È l’indicazione emersa durante la riunione con Matteo Salvini alla Camera. “Confermeremo di essere seri e responsabili” ha detto il leader del partito. Intanto, tra i partiti continuano i confronti e gli incontri. In mattinata, secondo quanto si è appreso, il premier Draghi si sarebbe visto con Salvini che nel primo pomeriggio dovrebbe avere un faccia a faccia con il segretario del Pd Enrico Letta.
Draghi al Quirinale “è una delle ipotesi in campo ma sta in piedi solo in un quadro di accordo politico. L’elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica ma è una scelta politica e prevede un accordo sul governo del dopo. Draghi è una ipotesi in campo, non è la sola”. Lo dice Matteo Renzi parlando con i cronisti in Transatlantico e dicendo di non aver incontrato il premier. “Ci sono soluzioni diverse, Draghi ha sempre detto di essere un nonno a disposizione delle istituzioni, penso che gli si debba dire grazie per quello che ha fatto, che sta facendo e che farà”.
Oggi il quorum dei 2/3 per far scattare l’elezione del presidente della Repubblica è di 672 voti (i 2/3 dei componenti del Parlamento in seduta integrato dai delegati delle regioni). Il numero tiene conto della morte del deputato Vincenzo Fasano. Il successore di Fasano nel seggio a Montecitorio, cioè la forzista Rossella Sessa, verrà proclamato domani in Aula, dopo un passaggio in Giunta per le elezioni.
“Ieri l’assemblea M5s, che è il numero piu consistente, ha convenuto diffusamente che l’obiettivo è preservare la continuità dell’azione di governo perché non possiamo trascurare che ci sono famiglie, imprese, cittadini che ci guardano e non possono pensare che prima ci fermiamo per il Quirinale e poi per un nuovo governo” dichiara Giuseppe Conte entrando alla Camera per il vertice con Pd e Leu. “Il nostro primo obiettivo, non è il patto di legislatura ma un patto per i cittadini”. “Noi non poniamo veti su nessuno, abbiamo alzato l’asticella, vogliamo una personalità di alto profilo, compatibile coi valori del Movimento”.
Il presidente della Camera, Roberto Fico, durante lo spoglio delle schede per l’elezione del Capo dello Stato leggerà solo il cognome del votato ove la scheda rechi solo tale indicazione ovvero quando, pur riportando altre notazioni, sia comunque univocamente individuabile il soggetto cui è attribuito il voto. Leggerà nome e cognome soltanto nel caso in cui entrambi siano riportati nella scheda e la lettura del solo cognome non consenta l’univoca attribuzione del voto. Lo ha annunciato Roberto Fico all’Ufficio di presidenza congiunto.