Tragedia in mare, militari di Trinidad sparano e uccidono bimbo migrante di 9 mesi

by | Feb 8, 2022 | Antilles | 0 comments

Il piccolo si trovava in braccia alla mamma, una donna venezuelana che stava cercando di raggiungere l’arcipelago a bordo di un gommone

di Alessandra Fabbretti -Dire

ROMA – Si è concluso in tragedia il tentativo di una donna venezuelana di raggiungere l’arcipelago di Trinidad e Tobago a bordo di un gommone: la Guardia costiera locale ha aperto il fuoco contro il natante non identificato che nella tarda serata di sabato 5 febbraio era entrato nelle acque territoriali del piccolo Stato caraibico. Letale il proiettile che ha raggiunto il bambino di nove mesi che la donna teneva in braccio, una vicenda che ha suscitato le proteste delle associazioni in difesa dei diritti umani e su cui Caracas ha sollecitato un’inchiesta.

Stando a quanto ha riferito la Guardia costiera di Trinidad in un comunicato, gli agenti hanno aperto il fuoco “per legittima difesa”, dopo aver avvistato un gommone che compiva “manovre pericolose” nelle acque territoriali dell’arcipelago. Solo una volta raggiunto il gommone i militari si sarebbero accorti della presenza dei migranti. La donna ha subito cercato aiuto, avvertendo che il bambino sanguinava, ma la corsa in ospedale si è rivelata inutile. Anche la madre è rimasta ferita ma in modo lieve.

Il primo ministro di Trinidad e Tobago, Keith Rowley, è intervenuto sulla vicenda esprimendo “la più profonda solidarietà a nome mio e di tutti i cittadini per la deprecabile morte del bambino”. Geoff Ramsey, direttore per il Venezuela dell’Istituto Washington Office on Latin America (Wola), ha invece definito “un’atrocità” il fatto che la Guardia costiera abbia “aperto il fuoco su persone in fuga e su richiedenti asilo” che, ha chiarito il responsabile, “si erano identificati come tali. Ciò richiede un’indagine approfondita non solo sulle circostanze intorno alla morte del bambino, ma anche su un sistema di migrazione che a quanto pare- ha denunciato Ramsey- consente l’uso della forza letale e viola regolarmente il diritto dei venezuelani di chiedere asilo”.

Trinidad e Tobago dista meno di cento chilometri dalle coste del Venezuela, paese ricco di giacimenti petroliferi ma affetto da una grave crisi economica, acuita dalle sanzioni internazionali imposte sul governo del presidente Nicolas Maduro. Le Nazioni Unite stimano che almeno 6 milioni di persone abbiano lasciato il Paese, e molti tentano la traversata verso Trinidad, che ha registrato un deciso incremento negli arrivi.

Dal 2018, come riporta il Guardian, almeno un centinaio di persone sono annegate in quel tratto di mare. Il presidente Maduro non ha commentato la vicenda, ma dal governo di Caracas ieri è partita la richiesta alle autorità di Trinidad e Tobago affinché aprano un’inchiesta che faccia luce sulla morte del bambino. Anche il leader dell’opposizione Juan Guaidò, che si definisce il legittimo presidente del Paese, ha chiesto un’indagine approfondita parlando di “un incidente ingiustificato” che “fa male all’anima del nostro Paese”.