Tutte le notizie dagli USA

by | Jul 22, 2021 | Archivo News, USA

Usa:
Harris in Guatemala e Messico, primo viaggio all’estero. La vicepresidente debutta fuori casa
(ANSA) – WASHINGTON, JUN 2 – La vicepresidente Usa Kamala Harris debutta sul palcoscenico internazionale, col suo primo viaggio in Guatemala e in Messico, dal 6 all’8 giugno. Il focus sara’ la riduzione dei flussi migratori al centro America, che e’ uno dei primi incarichi ricevuti da Joe Biden.
Il portafoglio della Harris si sta progressivamente allargando: la guida della task force pro sindacati, la campagna contro l’esitazione verso i vaccini, la promozione delle donne nel mondo del lavoro, la diffusione della banda larga nel Paese e, ieri, la lorra contro i tentativi di limitare il voto delle minoranze. Finora pero’ la vicepresidente e’ rimasta un po’ nell’ombra rispetto a Biden, senza mai bucare lo schermo o pronunciare frasi memorabili
Luigi Di Maio sarà a Washington in visita ufficiale
oggi e domani aprile
Luigi Di Maio sarà a Washington in visita ufficiale il 12 e 13 aprile. Il ministro degli Esteri in carica si recherà in visita ufficiale presso la capitale degli Stati Uniti d’America, dove secondo un protocollo già fissato incontrerà il segretario di Stato Antony Blinken.
Ma l’agenda del titolare della Farnesina del governo Draghi prevde anche altri importantissimi incontri. Il primo e forse il più importante da un punsto di vista politico è quello calendarizzato con la Speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi, una vera “mastina” da sempre il lotta contro il sovranismo e suprematismo.
Non sfugge infatti il significato molto particolare che il summit potrebbe assumere anche in virtù della connotazione “ideologica” dell’incontro, che è ovviamente sottesa a quella più squisitamente istituzionale.
Covid, infermiera in pensione guarisce e collabora alla campagna vaccinale
Nel mese di ottobre 2020, Sue Karolczak è risultata positiva al Covid, rischiando la propria vita a causa della gravità dei sintomi sviluppati: dopo settimane trascorse in ospedale e un lungo ricovero in terapia intensiva, però, è riuscita a vincere il virus e intraprendere un lento ma deciso percorso di guarigione. Per questo motivo, una volta dimessa, la tenace infermiera in pensione ha scelto di tornare al lavoro e impegnarsi nella somministrazione del vaccino alla popolazione americana, per proteggere i cittadini dal vivere un’esperienza simile alla sua e aiutare i colleghi coinvolti nella campagna vaccinale.
Shock a Chicago
La polizia uccide 13enne ispanico
Sospeso l’agente coinvolto
Shock a Chicago, polizia uccide 13enne ispanico
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Shock a Chicago, dove la polizia ha ucciso un ragazzino ispanico di 13 anni, Adam Toledo, in quello che le forze dell’ordine hanno definito uno “scontro armato”. Il teenager era scomparso da alcuni giorni da casa e la mattina del 29 marzo un agente della polizia lo ha colpito a morte dopo averlo inseguito in un vicolo.
Monta l’ira della comunità ispanica che chiede giustizia, mentre gli investigatori hanno annunciato che oggi intende rilasciare il video della sparatoria. L’agente coinvolto è stato temporaneamente sospeso dal servizio.  La madre del 13enne ucciso, Elizabeth Toledo, ha lanciato un appello alla trasparenza da parte della polizia, affermando: “Voglio solo sapere cosa e’ realmente successo al mio bambino”. E il sindaco di Chicago, Lori Lightfoot, ha chiesto subito che venissero rese pubbliche le immagini delle bodycam degli agenti riguardo la sparatoria”. La polizia ha raccontato che gli agenti sono stati chiamati intorno alle 2.30 del mattino a un indirizzo di Little Village, quartiere a prevalenza latino-americana nella zona ovest di Chicago, rispondendo a segnalazioni di spari. I poliziotti hanno visto due persone in un vicolo e hanno iniziato a inseguirle. Uno, un ragazzo di 21 anni, è stato arrestato, mentre un agente che inseguiva Adam ha sparato una volta, colpendolo al petto, e il 13enne è morto sul colpo. Secondo il primo resoconto degli agenti, affermano alcuni media, era armato di pistola.
Spari al supermercato, un 21enne fa strage in Colorado
È nato in Siria ma ha vissuto gran parte della sua vita negli Usa. Ancora ignoto il movente. Biden: ‘Stretta sulle armi
Colorado
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A pochi giorni da quella di Atlanta, un’altra sparatoria di massa insanguina l’America e riaccende l’annoso dibattito sulle armi. Spingendo Joe Biden a premere sul Congresso perché approvi “misure di buon senso”, come le due leggi già passate alla Camera per rafforzare i controlli di background sugli acquirenti.
L’ultima strage è avvenuta al supermarket King Soopers di Boulder, 50 km da Denver, la capitale del Colorado, dove sono morte 10 persone, compreso un poliziotto.
E’ quella col bilancio di vittime peggiore dalla sparatoria del 2019 in un altro supermercato, della catena Walmart, a El Paso (Texas), dove il 21enne Patrick Crusius uccise 23 clienti nella sua crociata contro i messicani.
La polizia ha arrestato e identificato il presunto autore, Ahmad Al Aliwi Alissa, anche lui 21enne, di Arvada, una trentina di km a sud di Boulder. Ha agito da solo ma gli investigatori stanno scavando sul suo passato e non hanno ancora accertato il movente. E’ nato in Siria ma ha vissuto gran parte della sua vita negli Usa. Era noto all’Fbi perché legato ad un individuo sotto indagine degli agenti federali. I suoi familiari hanno detto agli investigatori che il giovane forse soffre di qualche disturbo mentale e che in passato sarebbe stato vittima di bullismo.
Rimasto ferito nella sparatoria, è stato operato ad una gamba e trasferito in carcere. Su di lui ora pendono dieci capi di imputazione per omicidio di primo grado: accuse da ergastolo.
Ahmad Al Aliwi Alissa, il presunto autore della strage in Colorado, ha agito indossando un giubbotto antiproiettile. E’ uno dei dettagli trapelati dalle indagini. Il 21/enne pero’ si era tolto tutti i vestiti ed era rimasto solo in pantaloncini quando si e’ arreso ed e’ stato portato via dalla polizia. Agli agenti non ha detto se aveva complici ma ha chiesto di parlare con la madre.
Biden: Putin un assassino, pagherà per le interferenze
Joe Biden e Vladimir Putin (foto di archivio)
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Joe Biden ha detto in un’intervista tv di ritenere che Vladimir Putin sia un killer. “Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un killer?”, gli ha chiesto George Stephanopoulos di Abc.
“Lo penso”, ha risposto il presidente americano, promettendo che il leader del Cremlino “pagherà un prezzo” per aver tentato di influenzare le elezioni presidenziali del 2020.
I suoi commenti arrivano all’indomani della diffusione del rapporto dell’intelligence Usa, secondo cui Putin autorizzò le operazioni per denigrare Biden e aiutare il suo rivale Donald Trump, minando la fiducia nel processo elettorale ed esacerbando le divisioni socio-politiche degli Stati Uniti. Biden ha ricordato che nella sua telefonata a fine gennaio aveva ammonito Putin su una possibile risposta americana per le interferenze nel voto.
“Abbiamo avuto una lunga conversazione, lui ed io. Lo conosco relativamente bene”, ha raccontato. “Io conosco te e tu conosci me. Se stabilisco che è successo, sii preparato”, ha proseguito. Biden, che non ha precisato quale prezzo pagherà Mosca, ha ricordato anche di aver detto in precedenza a Putin di non pensare che abbia un’anima. “Si è voltato verso di me e mi ha detto ‘ci capiamo reciprocamente”, ha aggiunto. Nonostante il suo giudizio, il presidente Usa ritiene possibile “camminare e masticare una gomma”, ossia lavorare con la Russia su questioni che interessano gli Stati Uniti, come gli accordi sugli armamenti.
Dura la replica di Mosca. Il presidente della Duma, Viaceslav Volodin, ha affermato che “gli attacchi” contro Putin “sono attacchi contro il nostro Paese”. Biden ha detto di ritenere il presidente russo “un killer”. “Biden con la sua dichiarazione ha offeso i cittadini del nostro Paese, è un’isteria causata dall’impotenza. Putin è il nostro presidente e gli attacchi contro di lui sono attacchi contro il nostro Paese”, ha scritto Volodin su Telegram secondo Ria Novosti.
Il Fondo anti-Corruzione di Navalny, invece, scrive su Twitter: “Biden senza ombra di dubbio chiama Putin ‘un assassino’. Perché è veramente così. Per qualcuno sarà difficile accettarlo ma il presidente della Russia è un assassino. A tutti quelli che dubitano, fategli vedere il nostro video su come Vladimir Putin ha cercato di uccidere Alexey Navalny”.
Ultima ora USA
Il Pentagono avrebbe sprecato milioni di dollari per  aerei italiani
In seguito gli aerei sono stati  rottamati per $40,000
di Vittorio Coco
Un  aereo G222 distruttoe rottamato si trova sull’asfalto dell’aeroporto internazionale di Kabul in Afghanistan. (Agenzia per la logistica della difesa / via SIGAR)
WASHINGTON –  Secondo un nuovo rapporto del dipartimento di controllo del governo americano , l’aeronautica militare americana avrebbe sprecato 549 milioni di dollari per aerei cargo difettosi di fabbricazione italiana  destinati al governo afghano ma  nessuno coinvolto nell’accordo è stato ritenuto responsabile,.
Né un ex generale dell’aeronautica americana  pesantemente coinvolto nel progetto né la compagnia che ha venduto gli aerei difettosi al Pentagono ha subito un procedimento giudiziario per il programma – lo ha confermato  l’ispettore generale speciale –  per la ricostruzione dell’Afghanistan (SIGAR).
Il Pentagono aveva acquistato 20 aerei cargo G222 da Alenia North America nel 2008, ma gli aerei si sono dimostrati inaffidabili, con lunghi ritardi per garantire la consegna di pezzi di ricambio, problemi di manutenzione e numerosi reclami sulla loro sicurezza da parte dei piloti afghani.
Il programma è stato sospeso e gli aerei sono stati distrutti e trasformati in rottami metallici nel 2014, vendendo il tutto per $ 40.257.
“Sfortunatamente, nessuno coinvolto nel programma è stato ritenuto responsabile del fallimento del programma G222”, conclude  il rapporto.
L’ex ufficiale dell’Aeronautica militare “aveva un chiaro conflitto di interessi perché era significativamente coinvolto nel programma G222 mentre era in servizio attivo, poi si è ritirato ed è diventato il contatto principale di Alenia nello stesso programma”, si legge nel rapporto dell’ispettore generale.
L’Ufficio investigativo speciale dell’aeronautica, insieme a funzionari del Servizio investigativo criminale della difesa e dell’FBI, ha avviato un’indagine sul progetto.
Le autorità federali hanno tentato di costruire un caso contro l’appaltatore, Alenia, per possibile frode contrattuale e altre violazioni, e di ritenere responsabile l’ufficiale dell’aeronautica militare in pensione coinvolto nell’acquisizione.
George Floyd, giudice rinvia l’inizio del processo
Non comincerà prima di domani
WASHINGTON, 08 MAR – Slittano a Minneapolis i tempi per la selezione della giuria che dovrà giudicare l’agente di polizia accusato di aver provocato la morte dell’afroamericano George Floyd, divenuto il simbolo del movimento Black Lives Matter. Un giudice ha infatti rinviato l’inizio del processo che non partirà prima di domani.
Covid: allarme quarta ondata in Usa,rischio boom morti
(ANSA) – WASHINGTON, 03 MAR – Mentre alcuni stati Usa come il Texas stanno rimuovendo ogni restrizione anti-Covid, i Cdc, la massima autorità in campo sanitario negli Stati Uniti, ribadiscono l’allarme per un quarta ondata di contagi negli Stati Uniti a causa delle varianti. E prevedono si possa arrivare fino a 564 mila morti entro il prossimo 27 marzo.
    Considerando che ad oggi dall’inizio della pandemia le vittime in Usa sono quasi 517 mila, se si avverassero le previsioni dei Cdc si assisterebbe a circa 47 mila decessi in poco più di tre settimane, con una media di quasi 2 mila morti al giorno. Alla luce delle previsioni le autorità federali ammoniscono: “Non è il momento di allentare o rimuovere le restrizioni anti-Covid”. Il presidente Joe Biden spera che gli americani e gli Stati Usa continueranno a seguire le direttive delle autorità sanitarie sull’uso delle mascherine e delle restrizioni anti Covid. “Chi vuole rimuovere l’obbligo di indossare e mascherine la pensa come l’uomo di Neanderthal”, ha detto il presidente rivolto ai governatori degli Stati Usa che intendono rimuovere tutte le restrizioni anti-Covid. (ANSA).
Usa, Biden ridefinisce la politica estera: Cina e Russia subito nel mirino
La nuova Amministrazione riattiva il dialogo con Canada e Messico e desidera «rafforzare relazioni bilaterali con la Francia di Macron>>
Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, lancia le prime indicazioni di Politica estera e manda due segnali forti a Russia e Cina, le due superpotenze rivali. La prima è contro la repressione di Mosca delle manifestazioni a favore dell’oppositore Alexiei Navalny. La seconda contro le “intimidazioni” cinesi a Taiwan, nel giorno in cui i bombardieri di Pechino hanno sorvolato lo spazio aereo dell’isola che il Dragone vorrebbe riportare sotto le proprie ali, dopo la stretta su Hong Kong.
Nelle stesse ore ha attivato il dialogo con i leader alleati: dopo le telefonate ai leader dei due Paesi vicini (Canada e Messico) e della Gran Bretagna, con cui vuole rafforzare la “special relationship”, ha parlato con il presidente francese Emmanuel Macron. Joe Biden ha espresso a Macron “il suo desiderio di rafforzare le relazioni bilaterali con il nostro alleato più vecchio”. Lo ha reso noto la Casa Bianca. Biden ha sottolineato il “suo impegno a rafforzare la relazione transatlantica, anche attraverso la Nato e la partnership degli Usa con la Ue”.
I due leader, Biden e Macron, hanno “concordato sulla necessità di uno stretto coordinamento, anche attraverso le organizzazioni multilaterali, per affrontare sfide come il cambiamento climatico, il Covid e la ripresa economica globale”. Nella telefonata, la prima con un leader dell’Unione europea, i due leader hanno concordato anche di “lavorare insieme sulle priorità comuni di politica estera, compresa la Cina, il Medio Oriente, la Russia e il Sahel”.
La discontinuità con la Russia
Il neopresidente americano Biden vuole ribaltare la linea compiacente di Trump verso lo ‘zar’ Vladimir Putin. E se da un lato è pronto a prorogare per altri cinque anni il trattato Start per il controllo degli arsenali nucleari, dall’altro si prepara a nuove sanzioni sulle interferenze russe nelle elezioni, sui cyber attacchi, sull’avvelenamento di Navalny e sulla violazione dei diritti umani. Ignorando le accuse del Cremlino all’ambasciata americana di aver interferito negli affari interni per aver pubblicano le aree della protesta (da evitare, ndr), il Dipartimento di Stato americano ha “condannato con forza l’uso di metodi brutali contro manifestanti e giornalisti in questo weekend in diverse città della Russia”, chiedendo a Mosca di rilasciare “in modo incondizionato” Navalny e “tutte le persone detenute per aver esercitato i loro diritti universali”.
Washington ha ricordato che tali diritti sono scolpiti “non solo nella costituzione russa ma anche negli impegni di Mosca verso l’Osce e verso la dichiarazione universale dei diritti umani, nonché nei suoi obblighi in base al Patto Internazionale sui diritti civili e politici”. E ha promesso di “stare a fianco dei nostri alleati e partner in difesa dei diritti umani”, alla vigilia del Consiglio europeo che deve decidere eventuali sanzioni.
La condanna al genocidio degli uiguri
Duro anche l’attacco del Dipartimento di stato al Dragone, dopo la condivisione dell’accusa di genocidio contro gli uiguri: “Gli Stati Uniti osservano con preoccupazione i tentativi in corso da parte della Repubblica Popolare cinese di intimidire i suoi vicini, inclusa Taiwan. Sollecitiamo Pechino a cessare le sue pressioni militari, diplomatiche ed economiche contro Taiwan. Noi saremo schierati con amici e alleati per promuovere la nostra comune prosperità e sicurezza nell’area dell’Indo-Pacifico e questo include un rafforzamento dei nostri legami con la democratica Taiwan.
Il neo segretario di Stato, Anthony Blinken, che dovrebbe essere confermato a breve, condivide la linea dura di Trump contro la
Cina, anche se con metodi diversi e coinvolgendo gli alleati. Blinken, il suo Dipartimento di stato e il consiglio di sicurezza nazionale, hanno già tracciato altre linee di politica estera: rafforzare e ampliare gli accordi di Abramo tra Israele e i Paesi Arabi (oggi lo Stato Ebraico ha inaugurato l’apertura della sua ambasciata ad Abu Dhabi), un accordo “più forte e più duraturo” con l’Iran sul nucleare, una “nuova strategia” contro la minaccia nordcoreana, la revisione dell’accordo di pace siglato da Trump con i talebani in Afghanistan, il rilancio della Nato e delle relazioni con gli alleati europei. Ma senza rinunciare ad alcune politiche commerciali dell”America first’ di Trump, come il ‘Buy America” che Biden rafforzerà con altri ordini esecutivi.
G7
Biden: ‘democrazia sotto attacco in America e in Europa’
“In troppi luoghi, compresi gli Stati Uniti e l’Europa, i progressi della democrazia sono sotto attacco. E noi dobbiamo difenderli”: è il monito lanciato da Joe Biden nel suo intervento alla Conferenza di Monaco, secondo gli estratti diffusi dalla Casa Bianca.
Per il presidente americano, di fronte a sfide globali come la pandemia, le autocrazie non sono la risposta come sostengono in molti: “La democrazia deve prevalere e dobbiamo dimostrare che le democrazie possono ancora adempiere alla loro funzione nel soddisfare i bisogni dei nostri popoli”.
“L’era dell’America First è finita
. L’America è tornata e l’alleanza transatlantica è tornata”: questo il messaggio che il presidente americano Joe Biden consegnerà nelle mani dei leader del G7 nel corso del meeting virtuale in programma nelle prossime ore, secondo quanto riportano fonti della Casa Bianca. Biden nel suo intervento si soffermerà in particolare sui temi della lotta alla pandemia e della distribuzione dei vaccini, del lotta ai cambiamenti climatici e delle ricette per la ripresa dell’economia.
Biden si congratula con Draghi: “Non vedo l’ora di collaborare”
Messaggio su Twitter del presidente degli Stati Uniti
AGI – “Congratulazioni al premier Mario Draghi. Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con lei per approfondire la nostra forte relazione bilaterale, cooperare durante la sua leadership del G20, e affrontare le sfide globali dal Covid al cambiamento climatico”: lo scrive su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden..

IMPEACHMENT

‘Trump istigò l’assalto e lo seguì in tv come uno show’

‘Trump istigò l’assalto e lo seguì in tv come uno show’
(ANSA) – WASHINGTON, 10 FEB – “Le prove dimostreranno che l’ex presidente Trump non è stato un innocente spettatore ma ha abbandonato il suo ruolo di commander in chief ed è diventato l’istigatore in capo” dell’assalto al Congresso, che ha guardato in tv “come fosse un reality show, festeggiando senza fare nulla per aiutarci”. Il secondo processo di impeachment contro Donald Trump entra nel vivo con le argomentazioni dell’accusa che gioca la carta di inedite immagini violente dell’assalto al Congresso tratte dal sistema di videosorveglianza interna.
Notebook

Trump accusato di alto tradimento

Lite con gli avvocati per la parcella, l’accordo iniziale era per 250 mila dollari poi schizzati a 3 milion

Impeachment, Trump accusato di alto tradimento: ‘La sua responsabilità inequivocabile’
 “Un tradimento di proporzioni storiche”: così i manager dell’accusa descrivono la condotta di Donald Trump. “Ha messo in pericolo la vita di tutti i membri del Congresso istigando i supporter alla rivolta caricandoli come un cannone puntato sul Campidoglio”, si legge. “Ha inoltre minacciato il sistema costituzionale che protegge le libertà fondamentali, messo a repentaglio un pacifico passaggio dei poteri e compromesso la sicurezza nazionale”.
Tutto ciò, concludono i manager, costituisce “una violazione costituzionale che legittima l’esclusione da qualunque futuro incarico federale”.
La “responsabilità individuale” di Donald Trump per gli eventi del 6 gennaio che hanno portato all’assalto del Congresso “è inequivocabile”: lo affermano i manager che rappresenteranno l’accusa nel corso del processo per impeachment dell’ex presidente americano che vedrà il via la prossima settimana. Trump “ha minacciato il sistema costituzionale istigando la rivolta e la sua condotta deve essere dichiarata inaccettabile nei termini più chiari e assoluti”, affermano i manager, sottolineando come all’ex presidente “dovrebbe essere vietato di ricoprire futuri incarichi pubblici