Guerra in Ucraina
Lavrov: ‘C’è un margine di speranza’. Bombardata la costa sud di Odessa. Mariupol attaccata anche dal mare
Gli occhi del mondo sono puntati sul nuovo tavolo di trattativa fra Russia e Ucraina, previsto per oggi, nella speranza di un compromesso che porti ad una tregua. I margini per un successo restano ancora molto limitati, ma il Financial Times anticipa una bozza di piano di pace in 15 punti che include la rinuncia da parte dell’Ucraina alla Nato e la promessa di non ospitare basi militari straniere o armi, in cambio di protezione da alleati quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Turchia.
Le Borse sperano nella tregua e volano, l’Europa sale del 4%. Prosegue intanto l’attività militare sul campo, mentre il presidente ucraino Zelensky e quello russo Putin hanno fatto sentire con forza la propria voce a sostegno delle rispettive posizioni. Zelensky è intervenuto in videoconferenza al Congresso Usa, ribadendo le richieste di un maggiore coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto. “Kiev è vittima dei bombardamenti dei russi tutti i giorni, ma noi non molliamo, come tutte le altre città”, ha detto sottolineando che il suo Paese “vive l’11 settembre da tre settimane”.
ANCORA BOMBARDAMENTI – Secondo media nazionali come il ‘Kyiv Indipendent’, sarebbero stati “uccisi 10 civili in coda per il pane a nord” della capitale e sarebbero stati sparati colpi e fumogeni contro dei “manifestanti pacifici radunati nella piazza davanti al consiglio comunale per chiedere il rilascio dei leader locali detenuti nella zona occupata di Skadovsk, dell’Oblast di Kherson”. I bombardamenti russi “hanno colpito la torre televisiva di Vinnytsia, città sulle rive del fiume Buh nell’Ucraina centrale”, riferisce sempre ‘The Kyiv Independent’. E secondo il governatore di Vinnytsia, Oblast Serhiy Borzov, l’attacco russo avrebbe danneggiato la torre, lasciando i residenti senza segnale Tv. Non sono segnalate vittime. Nelle prime ore del mattino, Mariupol è stata attaccata anche dal mare di Azov, riferisce Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco della cittadina ucraina, precisando che gli attacchi delle navi da guerra vanno ad aggiungersi ai raid aerei. “I primi missili – spiega – sono stati lanciati da una nave vicino a Bilosaraiska Kosa, verso la città”. L’ospedale regionale di Mariupol, inoltre, è sempre occupato dalle forze russe “che costringono i medici a curare i loro feriti” e “usano anche i pazienti come scudo contro i tentativi di riprendere il controllo del nosocomio da parte dei nostri soldati”. Anche la seconda città più grande dell’Ucraina, Kharkiv, è stata attaccata durante la notte, con due morti confermati e due edifici residenziali distrutti, riferisce The Guardian. Anche una scuola è stata attaccata intorno alle 3 del mattino, una parte dell’edificio è stata distrutta. Le navi russe presenti nel mar Nero hanno iniziato a bombardare le coste vicino alla città di Odessa, la terza più grande dell’Ucraina e principale porto del paese. Sono stati sparati razzi e colpi di artiglieria, informa sui social Anton Gerashchenko, Consigliere del Ministro degli Affari Interni dell’Ucraina. Esplosioni sentite nella notte alla periferia di Kiev.
IL FRONTE DIPLOMATICO – Sul fronte della diplomazia sembra essersi fatto un passo avanti e uno indietro. Un “compromesso” sull’Ucraina neutrale secondo il modello svedese o austriaco “è possibile”, annuncia il Cremlino. “Questa è un’opzione che viene discussa ora e che può essere considerata un compromesso” dice il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ma Zelensky punta i piedi e rifiuta il modello austriaco o svedese di neutralità del Paese chiedendo garanzie di sicurezza. “L’Ucraina è in uno stato di guerra diretta con la Russia. Pertanto, il modello può essere solo ucraino”, spiega il capo negoziatore ucraino Mykhailo Podoliak ribadendo il rifiuto da parte di Kiev del modello svedese o austriaco di neutralità. L’Ucraina, sottolinea, vuole “garanzie di sicurezza assoluta” contro la Russia con un “accordo i cui firmatari si devono impegnare ad intervenire a fianco di Kiev in caso di aggressione”. Eppure il capo negoziatore russo ai colloqui con l’Ucraina, Vladimir Medinsky, poco prima aveva detto che Kiev sarebbe stata disponibile ad assumere uno status di “neutralità smilitarizzata, stile Austria o Svezia, con un proprio esercito“. “Sono in discussione tutta una serie di questioni relative alle dimensioni dell’esercito ucraino”, aveva affermato Medinsky che aveva ricordato come l’Ucraina “ha già lo status di neutralità” nella sua Costituzione e che è stato proprio sulla base di questo principio “che si ritirò dall’Unione Sovietica nel 1991. “Chiaramente – aveva aggiunto – la questione chiave per noi è lo status della Crimea e del Donbass, così come una serie di questioni umanitarie, i diritti della popolazione russofona, lo status della lingua russa”. E anche il ministro degli esteri lavrov si era detto ottimista: “I negoziati con l’Ucraina non sono facili, ma c’è la possibilità di un compromesso“. Lavrov aveva ribadito che per la Russia i punti chiave nella trattativa con Kiev sono la sicurezza delle popolazioni russofone nell’est Ucraina e la sua smilitarizzazione. Per il ministro, alcune formulazioni di un accordo con l’Ucraina erano “vicine” a un’intesa, mentre lo status neutrale per Kiev veniva “seriamente considerato”. Poi la doccia fredda del premier ucraino Zelensky che, invece, poche ore prima aveva detto che “i colloqui con la Russia continuano e sembrano più realistici”. “Oggi i ministri hanno convenuto che dobbiamo continuare a fornire un supporto significativo” all’Ucraina, “inclusi rifornimenti militari, aiuti finanziari e aiuti umanitari”. Lo dice il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa al termine della ministeriale Difesa dell’Alleanza atlantica.
AVVERTIMENTO USA – Il consigliere alla sicurezza nazionale Jack Sullivan ha parlato con il suo omologo russo, il generale Nikolay Patrushev, e lo ha messo in guardia “sulle conseguenze e le implicazioni di una possibile uso di armi chimiche e biologiche in Ucraina” da parte della Russia. Lo afferma la Casa Bianca.