Il Mondiale ’86

Allora, nel 1986, con il Messico ammesso di diritto, era stato più facile. Il Canada aveva superato nel girone decisivo Honduras e Costa Rica. Poi, al Mondiale, aveva fatto scena muta di fronte a Francia (1-0, gol di Papin), Ungheria (2-0, a segno l’ex Bologna, Genoa e Ancona Detari) e Urss (2-0, Blochin e Zavarov). Folklore e niente più, quella canadese – con tre oriundi italiani, Lettieri, Lenarduzzi e De Luca – era stata la peggiore nazionale di Messico ’86.

La Canadian Premier League

Per oltre trent’anni il nulla, i canadesi hanno altre passioni e anche un loro football, assai simile a quello americano, giocato su un campo che vagamente somiglia a quello del soccer. Poi, però, nel 2017 nasce la Canadian Premier League, un campionato professionistico di calcio che riunisce, ad oggi, otto franchigie sparse lungo il confine meridionale. Un esperimento simile, anche sulla scia del clamoroso colpo del 1986, era stato tentato tra il 1987 e il 1992, senza troppo successo. Nella Mls americana, del resto, militano tre squadre canadesi (Vancouver, Toronto e Montreal) e fino al 2017 era tutto quanto il Canada avesse da offrire al calcio – quello femminile, invece, è campione olimpico in carica dopo aver incredibilmente battuto gli Usa di Megan Rapinoe in semifinale -. La Premier è nata come campionato minore rispetto alla ricca lega americana, ma ha trovato soldi, investitori e una curiosa convergenza d’interessi. Nel 2020 l’Atletico Madrid ha creato dal nulla l’Atletico Ottawa, ne ha fatto un suo club satellite. Alla nuova corsa all’oro ha partecipato anche un’azienda italiana, la Macron, che fornisce le divise a tutte le squadre della Premier canadese. “Le carriere di così tanti bambini svaniscono per l’assenza di sbocchi verso il professionismo. La Premier League deve colmare quel vuoto” dichiarava nel 2017 il commissioner della Lega Oliver Gage. Ha funzionato. Là, a breve, atterrerà anche Lorenzo Insigne. Per giocare con il Toronto al di sotto del confine, è vero, ma avrà i piedi in un paese che ha finalmente trovato la via del gol.

Davies e c.

E così, allora, in questo fiorire d’investimenti e con un occhio anche al Mondiale 2026, che si svolgerà tra Canada, Usa e Messico, ecco arrivare i primi talenti veri. Il formidabile esterno del Bayern Monaco Alphonso Davies è portabandiera del nuovo calcio canadese, così come l’attaccante del Lille Jonathan David, il portiere della Stella Rossa Milan Borjan, il centrocampista Stephen Eustaquio del Paços Ferreira. Gente che fa una nazionale e che, a disposizione del ct inglese John Herdman, arrivato direttamente dalla nazionale femminile, mette in campo un calcio solido e sobrio, di stile britannico. Fa più sensazione poi il fatto che il Canada abbia battuto per la prima volta nelle qualificazioni mondiali gli Usa da 42 anni (2-0, a segno l’attaccante del Besiktas Larin e del difensore dell’Hataysport Adekugbe) senza Davies, fermato per problemi cardiaci seguiti al Covid. La festa, in un paese turbato da enormi manifestazioni di camionisti e No Vax che stanno costringendo il premier Trudeau a rivedere le proprie posizioni su obbligo vaccinale e di pass per i lavoratori transfrontalieri, potrebbe unirsi alle prevedibili, molte gioie in arrivo nei prossimi giorni dalle Olimpiadi invernali di Pechino e creare uno stato di euforia sportiva che non avrebbe eguali nella storia recente del paese.