I nostri rappresentanti all`estero svolgono soltanto funzioni burucratiche
di Nello Passaro
Oltre ad un notevole sforzo di memoria per ricordarne i loro nomi, per conoscere l’operato degli attuali rappresentanti degli italiani all’estero bisognerebbe fare delle approfondite ricerche, sperando solo nella buona sorte.
Tra i piu’ in vista, c’e’ chi si dimena nel quotidiano limitandosi a svolgere una funzione di carattere piu’ burocratica, memori della loro provenienza da patronati , commentando o cercando di emendare ed adattare provvedimenti legislativi , e chi invece si limita ad evidenziare e a vantare il presunto incremento del numero degli iscritti alle associazioni da cui si attingono i voti senza degnamente rappresentarli.
D’altro canto se si incappa anche involontariamente in qualche testata giornalistica di emigrazione, le notizie che la coinvolgono direttamente evidenziano per lo piu’ l’enfatizzazione di alcune tematiche da cui si desumono sorprendenti soddisfazioni per iniziative quasi stantie e dai risultati opachi e fuorvianti. Quindi, in sostanza, niente di nuovo anzi ancora peggio di prima.
Il collegamento tra gli italiani all’estero e l’attuale governo ,per il tramite degli attuali rappresentanti degli italiani all’estero, appare soggiocato da un’ inerzia ed indifferenza di carattere generale. Dei Comites , se ne e’ parlato solo diffusamente in occasione della loro ultime elezioni esaurendo l’argomento mentre resta lettera morta la loro presenza sul territorio e non solo in termini metaforici.
Tornando ai nostri rappresentanti , cosa abbiano finora fatto o cosa vogliano portare avanti nella corrente legislatura concretamente , non e’ dato ne’ da vedere e neanche da sapere.
Sono stati gia’ buttati alle ortiche i loro propositi e promesse propagandistiche elettorali , gia’ appagati dalla loro avvenuta elezione?
Cosa sia avvenuto per l’IMU , ad es., storica tematica su cui converge sistematicamente una particolare attenzione solo nella fase preelettorale tra gli aspiranti .Essa, a ben vedere , non solo rimarca la disparita’ di trattamento, sotto molti aspetti non solo di carattere fiscale, ma segna la distanza tra gli italiani in Italia e quelli all’estero in termini di valore di appartenenza affettiva al Paese tra le parti per scelta e volonta’ del nostro Parlamento.
Al riguardo, al momento, niente e’ dato da vedere, niente e cambiato, o forse si?
Si potrebbe addirittura temere, e questo si scoprira’ al piu’ presto, in occasione del pagamento della prima rata, che nel frattempo la questione sia addirittura peggiorata. E cioe’ che a pagare l’Imu siano indistintamente tutti gli italiani all’estero, compresi i pensionati per i quali era stato previsto dai precedenti governi una sua riduzione a loro favore.
Se cosi’ fosse, il nuovo governo estenderebbe a tutti gli italiani all’estero una misura discriminatoria riservando solo agli italiani residenti in Italia, gli unici a non essere assoggettati , beati loro, da obblighi fiscali sulla loro unica casa , cioe’ quegli italiani che all’estero ci vanno o ci sono andati eventualmente solo per vacanze di piacere tartassando a prescindere tutti gli italiani che investono i loro risparmi frutto del lavoro all’estero nel mantenimento dei loro immobili in Italia e contribuendo con la loro presenza a vantaggio dell’economia territoriale e nazionale.
Nello Passaro