POALO CANCIANI – Qui Toronto

by | Jul 20, 2021 | PAOLO CANCIANI | 0 comments

GINO VENTRESCA :
“IL PRESIDENTE”
 
E’ stato e rimarra’“il Presidente”: per il suo amore ed impegno calcistico nella collettivita’ alla guida della mitica Toronto Italia, per il suo impegno sociale nell’emergente comunita’ italiana della “Little Italy” di College St. degli anni ‘50 e ’60 ; per la sua disponibilita’, amicizia ed assistenza a capo della famosa e storica Ventresca Travel Agency, sempre su College. Nato il 6 ottobre 1925 a Torre dei Nolfi (L’Aquila), Ventresca era giunto in Canada nel 1949, diventando presto con la sua agenzia di viaggi, punto di riferimento della vibrante nuova collettivita’ italiana di Toronto, dopo un breve iniziale soggiorno a Welland. Con la presidenza della Toronto Italia, Ventresca infiammo’ gli animi spo-tivi italocanadesi, elevando la squadra all’Olimpo del calcio canadese degli anni ‘60, portando a Toronto, tra gli altri, anche campioni come Jose Altafini, Paolo Cimpiel e Jose’ Testas. Ha guidato il club azzurro negli “anni d’oro” dal 1969 al ’76. Sotto la sua guida sono cresciuti giovani talenti della nostra comunita’ che han fatto poi carriera raggiungendo altissimi livelli di professionalita’ come lo stesso Robert Iarusci, Carmelo Barbieri, Paul D’Agostino, Carmine Marcantonio, Orazio DeCiantis e Richard Moradini. Anni d’oro culminati con il titolo di Campione Nazionale per due anni consecutive nel 1974 e 1975 e milla partite indimenticabili allo York Stadium che era diventato il vero punto di riferimento comunitario.
Con l’agenzia di viaggi, apri’ il Messico e sopratutto Acapulco all’intera collettivita’.Poi, come membro fondatore e presidente dell’Alba Tour, offri’ ai cari connazionali abruzzesi il primo volo Toronto-Pescara.
Gino e’ rimasto sempre fedele ed innammorato delle sue radici, tradizioni e cultura abruzzese
Fondatore e presidente del club Conca di Sulmona, per 25 anni Ventresca ha cosi’ celebrato la sua ani-ma abruzzese e mantenuto forti le tradizioni delle sue terre e genti d’origine.
Una persona d’impegno sociale e sportivo che ha dato lustro alla comunita’: ricordiamo anche la sua sotto-scrizione popolare per il Pescara Calcio e poi il suo interesse per la nazionale militare di calcio italiana che porto’ a giocare a Toronto.
He was and will remain “the President”: for his love and soccer commitment in the community at the helm of the legendary Toronto Italia, for his social commitment in the emerging Italian community of the “Little Italy” of College St. of the years 50s and 60s; for his availability, friendship and assistance at the head of the famous and historic Ventresca Travel Agency, also on College Street. Born on October 6, 1925 in Torre dei Nolfi (L’Aquila), Ventresca had arrived in Canada in 1949, soon becoming with his travel agency, a reference point for the vibrant new Italian community of Toronto, after a short initial stay in Welland. With the presidency of Toronto Italia, Ventresca inflamed Italian-Canadian spirits, elevating the team to the Olympus of Canadian football in the 1960s, bringing to Toronto, among others, also champions such as Jose Altafini, Paolo Cimpiel and Jose ‘ Testas. He led the blue club in the “golden years” from 1969 to 1976. Under his leadership, young talents from our community have grown who then made their career reaching very high levels of professionalism such as Robert Iarusci, Carmelo Barbieri, Paul D’Agostino, Carmine Marcantonio, Orazio DeCiantis and Richard Morandini. Golden years culminated with the title of National Champion for two consecutive years in 1974 and 1975 and a thousand unforgettable matches at the York Stadium which had become the true community landmark. With the travel agency, he opened Mexico and above all Acapulco to the whole community. Then, as a founding member and president of the Alba Tour, he offered the first flight Toronto-Pescara. Gino has always remained faithful and in love with his roots, traditions and culture of Abruzzo. Founder and president of the Conca di Sulmona Club, for 25 years, Gino Ventresca celebrated his Abruzzo soul and kept strong the traditions of his lands and people of origin. A person of social and sporting commitment who has given prestige to the community: we also remember his popular underwriting for Pescara Calcio and then his interest in the Italian Military National soccer team that he brought to play here in Toronto.
Vecchi ricordi di un calcio che purtroppo non c`è più
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Voliamo basso, please. E prepariamoci a soffrire, of  course.
L’Italia nostra, quella del pallone, ha nel suo DNA la molecola del tormentone che salta fuori ogni volta che la nazionale partecipa a qualcosa di importante.
All’Euro ci arriviamo vogliosi di cancellare l’umiliazione di un mondiale mai disputato (Russia 2018) e imbaldanziti dalla cura di Roberto Mancini.
Il Ct ha chiamato coloro che ritiene siano i migliori pedatori tricolori del momento e su questo non ci piove.sLa striscia di 8 vittorie senza subire gol  e ‘ incoraggiante, ma e’ la solidita’ della difesa che fa salire il termometro della speranza.
La chiave di ogni vittoria, a parer mio, e’ il reparto arretrato: se non prendi gol uno prima o dopo lo segni.
In ogni caso Mancini ha in testa quest’Italia schierata con il 4-3-3.
Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Immobile, Insigne.  
La formazione sulla carta e’ solida.
Ma se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo ogni azzurro titolare ha qualcosina che induce al sospetto.
Gigio Donnarumma non convince nelle uscite e con i piedi piombo che ritrova guai a provare quei passaggetti in area.
Florenzi e’ un piccoletto con il cuore da leone, spinge la squadra con il suo esempio, potrebbe pero’ costituire un problema per la squadra se gli altri attaccano a tutto spiano e con le palle alte.
Emerson Palmieri:  ha i piedi buoni, anche lui scende sulle fasce in alternanza a Florenzi, ma gioca come un milord inglese, fa il suo dovere ma non getta il cuore oltre l’ostacolo.
Chiellini e Bonucci sono i veterani, i  leader del reparto arretrato. I dubbi riguardano la loro condizione fisica. Reggeranno? Speriamo di si, altrimenti saranno guai.
Barella e’ un peperino con quantita’ (molta) e qualita’ (non eccelsa ma sopra la media). Ha anche un temperamento che lo porta a strafare, calma e gesso guaglio’.
Jorginho e Verratti, a mio parere uno dei due e’ di troppo, a volte si pestano i piedi, sanno distribuire la palla ma sono poco mobili.
Chiesa e’ addetto a saltare l’uomo sulle fasce, e’ forte, veloce, sanguigno, a volte fa teatro e spesso protesta troppo, anche per lui vale il consiglio calma e gesso.
Immobile, Ciruzzo e’ soprattutto un rapinatore d’area che ha bisogno di molti palloni in area per fare male.
Insigne in quest’Italia dovrebbe esssere l’uomo della provvidenza segnando e facendo segnare. Insoma dovrebbe tornare ad essere  Lorenzo il Magnifico come non lo e’ stato nelle ultime partite del Napoli quando bisognava  caricarsi la squadra sulle spalle portarla alla qualificazione Champions.
Mancini, il Ct deve saper leggere la partita ed essere pronto a cambiare al volo per compattare l’Italia e sfruttare le deficienza degli avversari.
Poi ci vuole anche la botta di culo, of course.
Senza un pizzico di fortuna non si va troppo avanti.
Quella fortuna che e’ sempre mancata quando l’Italia e’ partita convinta di fare sfracelli.
La storia insegna che abbiamo fatto cilecca ogni volta che si pensava fossimo attrezzati per puntare in alto.
Quando, invece, la nazionale ha tenuto il profilo basso, quando si era maglia nera nella classifica dei favoriti, c’e’ scappata la sorpresa mondiale, pardon, la doppia sorpresa mondiale.
Da venerdi’ non e’ Mondiale ma Europeo, trofeo che vincemmo la prima e l’ultima volta nel 1968, quando ai Maple Leafacchiotti non era ancora passata la sbornia per la troppa birra tracannata l’anno prima dopo la conquista di quella Coppa che da allora vincono sempre gli altri.
Profilo basso, dicevamo.
Ma anche, e soprattutto, giocatori incazzati e col veleno negli scarpini.
Nella gloriosa estate numero uno, quella dell’82, dopo le tre impalpabili partite del primo turno, qualcuno scrisse che Cabrini e Paolo Rossi erano una coppia, in tutti i sensi.
La maldicenza accese il fuoco sotto la coda degli azzurri e li trasformo’ da mezzi brocchi a fenomeni.
Nella gloriosa estate numero due, quella dell’86, il fuoco sotto il sederino degli Azzurri l’aveva acceso il colossale pastrocchio Calciopoli che aveva imbarazzato l’intero apparato della Serie A.  
Quella nazionale  gioco’ con il sangue agli occhi, gli azzurri scesero in campo per dimostrare che se il sistema era corrotto la colpa non era dei giocatori ma dei dirigenti. Ed alla fine trionfarono alla faccia del poco onesto colonnello svizzero, successivamente sbattuto fuori a calci dall’organizzazione mondiale che aveva sfruttato collezionando tangenti di ogni tipo.
A braccio ricordiamo i mondiali che ci sono restati in gola quando l’Italia vi partecipava da favorita.
Cile 1962, battuti, bastonati ed eliminati al primo turno dal paese ospitante.
Inghilterra 1966: un dentista della squadra di Ridolini (cosi’ Valcareggi defini’ qruelle Corea) rifece la dentiera ai nostri che cosi’ tornarono a predere un po’ di ortaggi al ritorno in Italia.
Germania Ovest, 1974: quella volta c’era ancora il muro vero, quello che separava il paese in due. L’Italia a Berlino non ci arrivo’ ma un muro se lo tovo’ lo stesso davanti. Era il muro virtuale della Polonia di Lato che avanzo’ al secondo turno mentre gli azzurri andavano al mare.
Messico, 1986: ci arrivammo baldanzosi da campioni del mondo, uscimmo al primo match da dentro o fuori battuti da monsieur Platini’.
Italia, 1990: potevamo vincere, dovevamo vincere. I gol di Toto’ e Roby ci portarono alla semifinale dove ci si mise prima Zenga (uscita avventata sul gol dell’1-1) e poi Maradona.
Stati Uniti, 1994: potevamo vincere, ma Roby Baggio arrivo’ mezzo rotto alla finale, il Brasile fece catenaccio e poi si impose ai rigori 3-2, per i nostri ciccarono dal dischetto Massaro, Baresi e, per ultimo, Baggio.
Francia, 1998: L’eliminazione dell’Italia e’ di rigore. Ai quarti ci sbatte’ fuori la Francia che poi vincera’ il suo primo mondiale. E’ la terza volta consectiva che questa maledizione degli undici metri che ci affligge e che ci deprime: 1990 (Argentina), 1994 (Brasile), 1998 (Francia). Fortunatamente a Berlino, nel 2006, ci siamo rifatti alla grande.
Corea del Sud, 2002: potevamo vincere, ma ad elimare quella forte Italia fu un arbitro venduto, Moreno, che ne combino’ di tutti colori per favorire la nazionale di casa su ordine di quell’infame di Blatter.
Sud Africa, 2010: ci andammo baldanzosi da campioni del mondo, ne uscimmo con la coda tra le gambe bastonati nientedimeno da Paraguay e Slovacchia e pareggiato con la quotatsssima Nuova Zelanda.
Brasile, 2014: nuova corsa, nuova eliminazione al primo turno, eravamo partiti alla grande strappando i tre punti agli inglesi, poi non ne prednemmo nessuno contro Cosarica e Uruguay.
Russia, 2018: non c’eravamo, la prima volta senza l’Italia dal 1954.
*L’Italia debutta venerdi’ con Turchia. Le altre squadre del gruppo sono Svizzera e Galles. Soltanto la prima del gruppo passa al turno successivo.
Seba Giovinco ha appena vinto il suo secondo “scudetto” consecutivo della Suadi Pro League. Non e’ stato un anno facile per la Formica Atomica che, tra infortuni e scelte tecniche, ha giocato pochissime partite segnando una manciata di gol (se abb iamo decifrato bene le statistiche della squadra Al-Hilal di Riad).
Giovinco e’ stato comunque determinante nella partita che ha assegnato alla sua squadra il 17 titolo nazionale. Seba ha infatti realizzato il primo gol nella vittoria, per 3-2, contro Al Faisal.
Il contratto dell’ attaccante dell’ex leader del Toronto Fc scadra’ il 31 di quest’anno, difficlmente sara’ rinnovato.
La “Formica Atomica”, classe 1987, percepiva 5,6 milioni di dollari annui al Toronto, che con i bonus potevano salire fino a 7,1 milioni di dollari a stagione. All’Al-Hilal, lo stipendio è cresciuto a 10 milioni di euro netti annui.
In tre anni Giovinco ha depositato in banca la bellezza di 30 milioni netti.
Come a dire che potrebbe tornare a giocare gratis per il Toronto dove sembra risieda ancora  moglie e  figli.
A proposito dei Reds, che continuano a perdere,  Jody Altidore ed il nuovo tecnico Chris Armas sono ai ferri corti. Non e’ chiaro se la colpa sia del giocatore, che non si impegna, o degli schemi di gioco del tecnico.
Il Toronto Fc e’ attualmente penultimo in classifica con 5 punti (tre in meno del Miami di Gonzalo) Higuain: i Reds hanno vinto una partita su sette, due le hanno pareggiate, in quattro sono usciti bastonati.
*Nella foto, Giovinco esulta con i suoi colleghi dopo la conquista del titolo.
Inter campione d’Italia, con 4 turni di anticipo
I nerazzurri approfittano del pareggio dell’Atalanta con il Sassuolo e matematicamente vincono il loro 19/mo titolo tricolore
L’Inter è campione d’Italia. I nerazzurri approfittano del pareggio dell’Atalanta con il Sassuolo e matematicamente vincono il loro 19/mo titolotricolore.
L’Atalanta pareggia 1-1 in casa del Sassuolo, e in forza di questo risultato l’Inter e’ Campione d’Italia 2020-2021 con quattro giornate d’anticipo sulla fine del campionato. I nerazzurri, che hanno vinto ieri a Crotone 2-0, sono a 82 punti, 13 piu’ dell’Atalanta e nessuna squadra puo’ piu’ raggiungerla. IL VIDEO
L’Inter celebra la vittoria dello scudetto numero 19. Lo fa con un post su Twitter, al fischio finale del pari tra Sassuolo ed Atalanta, e un’immagine di squadra al gran completo con Conte e il presidente Zhang. Ovviamente presente la citazione del celebre coro “Siamo noi i campioni dell’Italia” e la scritta ‘I M Scudetto’ a richiamo del nuovo logo della società nerazzurra.
S I A M O N O I. S I A M O N O I.
I C A M P I O N I D E L L’ I T A L I A S I A M O N O I.#IMScudetto #IMInter #ForzaInter pic.twitter.com/Y64V27gUKf
— Inter (@Inter) May 2, 2021
“Ora è il momento della festa: di tutti gli interisti. Una gioia che si sprigiona genuina ma che invitiamo a esprimere nella maniera più responsabile possibile: siamo campioni anche in questo!”: è l’invito alla responsabilità da parte dell’Inter ai tifosi nerazzurri dopo la vittoria matematica del 19esimo scudetto. La società chiede ai propri sostenitori di rispettare il più possibile i divieti e le regole imposte dal Governo per la limitazione della diffusione del Covid-19.