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by | Jul 22, 2021 | Archivo News, Italy, World | 0 comments

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da alcuni poliziotti che erano stati condannati per l’irruzione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001.
    “Alla luce di tutte le prove di cui dispone – si legge nella sentenza -, la Corte ritiene che i fatti presentati non rivelino alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione o nei suoi Protocolli”. Ne consegue che le “accuse” mosse dai ricorrenti “sono manifestamente infondate” e il ricorso è “irricevibile”.
La decisione dei giudici di Strasburgo fa riferimento ai ricorsi presentati da Massimo Nucera, all’epoca dei fatti agente scelto del Nucleo speciale del settimo Reparto Mobile di Roma, Maurizio Panzieri, ispettore capo aggregato allo stesso Nucleo speciale, entrambi condannati a tre anni e cinque mesi (di cui tre condannati), Angelo Cenni e altri due colleghi, capisquadra del settimo Nucleo primo Reparto Mobile di Roma.
Nel provvedimento relativo ai primi due agenti, Nucera e Panzieri, la Cedu, riunitasi in veste di giudice unico, “ritiene che il ricorrente ha potuto presentare le sue ragioni in tribunale alle quali è stata data risposta con decisioni che non sembrano essere arbitrarie o manifestamente irragionevoli, e non ci sono prove che suggeriscano il fatto che il procedimento è stato ingiusto”. Pertanto “queste accuse sono manifestamente infondate” e il ricorso è “irricevibile”.
Lo stesso giudizio è stato espresso anche per il ricorso presentato da Angelo Cenni e dai colleghi, per i quali “alla luce di tutte le prove di cui dispone, la Corte ritiene che i fatti presentati non rivelino alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione o nei suoi Protocolli”. La decisione della Corte in composizione di giudice unico è definitiva e non può essere oggetto di ulteriori ricorsi.
E’ indagato anche l’europarlamentare della Lega, Matteo Adinolfi nell’inchiesta della Dda di Roma per voto di scambio in occasione dell’elezione amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Latina del 5 giugno 2016. Nei suoi confronti l’accusa è scambio elettorale politico mafioso.
L’imprenditore finito ai domiciliari è Raffaele Del Prete.
Due arresti a Latina per scambio elettorale politico mafioso. Polizia e carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Roma su richiesta della Dda capitolina. Le misure riguardano un imprenditore, operante nel settore dei rifiuti, e un suo collaboratore. Secondo l’accusa in occasione delle elezioni amministrative del 2016 a Latina i due, previo pagamento di una somma di 45 mila euro a membri del clan Di Silvio, hanno assicurato l’aggiudicazione di almeno duecento voti al capolista candidato nella lista “Noi con Salvini”, nei quartieri di influenza del clan.
Il provvedimento restrittivo è legato alle risultanze acquisite in due diverse indagini eseguite dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e dagli Agenti delle Squadre Mobili di Latina e Roma, con il supporto e la collaborazione del Servizio Centrale operativo della Polizia di Stato.
Le indagini si basano anche su quanto dichiarato dai collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese che hanno confermato quanto accertato dai militari dell’Arma. In particolare è stato documentato che il collaboratore Riccardo, indagato in concorso nell’odierno provvedimento, è risultato essere il tramite per l’accordo politico mafioso tra il gruppo criminale e l’imprenditore operante nel settore dei rifiuti. Riccardo ha ricevuto una sorta di investitura da parte dei Di Silvio nel curare i rapporti con la politica della provincia di Latina ed in occasione della tornata elettorale del 2016, tramite l’imprenditore, di sostenere la candidatura di un politico della lista “Noi per Salvini” nonché dell’attacchinaggio dei manifesti relativi al candidato.
Il pagamento dei 45 mila euro è avvenuto in tre tranche all’interno dell’azienda; in base all’accordo illecito, nessuno degli appartenenti alla famiglia Di Silvio si sarebbe dovuto presentare nella sede del partito, per evitare di apparire come “collettore” di voti “procurati da soggetto intraneo al clan”, mentre l’imprenditore avrebbe fatto avere le comunicazioni al clan esclusivamente tramite il pentito. L’elezione del politico sarebbe stata per l’imprenditore pontino funzionale alle strategie economiche della sua società per ottenere verosimilmente il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche nel territorio pontino.
Il Papa segue “con dolore le notizie che giungono dal Canada circa la sconvolgente scoperta dei resti di 215 bambini alunni della Kamloops Indian Residential School, nella provincia della Columbia Britannica”, e si unisce “ai vescovi canadesi e a tutta la Chiesa cattolica in Canada” esprimendo “vicinanza al popolo canadese, traumatizzato dalla scioccante notizia”. “La triste scoperta accresce la consapevolezza dei dolori e sofferenze del passato.
Le autorità politiche e religiose continuino a collaborare con determinazione per far luce su quella triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e guarigione”. “Questi momenti difficili – ha detto papa Francesco dopo la recita dell’Angelus in Piazza San Pietro – rappresentano un forte richiamo per tutti noi, per allontanarci dal modello colonizzatore, e anche dalle colonizzazioni ideologiche di oggi, e camminare fianco a fianco nel dialogo, nel rispetto reciproco e nel riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutti i figli e le figlie del Canada”. “Affidiamo al Signore – ha aggiunto il Pontefice – le anime di tutti i bambini deceduti nelle scuole residenziali del Canada e preghiamo per le famiglie e le comunità autoctone canadesi, affrante dal dolore”. “Preghiamo in silenzio”, ha concluso, rivolto ai fedeli.

I Prove di Italia bianca, riaprono ristoranti al chiuso. Torna il caffè al bar. Gelmini, fine stato emergenza è vicina I

PineappleNelle attività dei servizi di ristorazione, il consumo al tavolo è consentito per un massimo di 4 persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Lo precisa il ministero della Salute, richiamandosi al dpcm dello scorso 2 marzo. Limite che resta sia nelle zone gialle che in quelle bianche. L’Italia fa le prove di zona bianca: via le restrizioni che hanno segnato la vita degli italiani negli ultimi sette mesi e riapertura di tutte le attività in Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, con tre milioni di concittadini che hanno dato l’addio al coprifuoco. Un anticipo di quanto accadrà in 9 regioni e nella provincia di Trento tra il 7 e il 14 giugno che si accompagna ad un altro passo significativo verso la normalità: la riapertura in tutto il Paese dei ristoranti al chiuso a pranzo e cena, con l’obbligo di mascherina ogni volta che ci si alza dal tavolo, e la possibilità di tornare a prendere il caffè al bancone del bar. E saltato anche il limite di massimo 4 persone al tavolo, saranno nuovamente possibili le tavolate tra amici. Il bollettino del ministero della Salute, nonostante il solito calo domenicale dei test, conferma la discesa della curva dei contagi, con 1.820 nuovi positivi (su 87mila tamponi) e il dato delle vittime ancora sotto quota cento in 24 ore. Andamento che si ritrova nei numeri di Agenas, con la percentuale di occupazione dei posti letto che scende al 12% nelle terapie intensive e all’11% nelle aree mediche, ai livelli più bassi dall’autunno scorso. “La strategia delle riaperture graduali scelta dal governo e i sacrifici degli italiani stanno pagando” dice il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini che vede l’uscita dal tunnel: “la fine dello stato d’emergenza è vicina”. L’attuale scade il 31 luglio e non è più prorogabile, ma è probabile che il governo decida comunque di rinnovare il provvedimento, se non altro per garantire ancora l’utilizzo delle mascherine e il distanziamento, la possibilità di utilizzare lo smart working e il lavoro del Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo

Brusca torna libero, tra gli artefici della strage di Capaci
Fuori con 45 giorni di anticipo. Sciolse nell’acido il piccolo Di Matteo
L’ultimo abbuono di 45 giorni ha aperto a Giovanni Brusca le porte del carcere: fine pena è la formula d’uso che chiude i suoi tanti conti aperti con la giustizia. A 64 anni l’uomo che ha premuto il telecomando a Capaci e fatto sciogliere nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo è, con tutte le cautele previste per un personaggio della sua caratura criminale, una persona libera.
Anche se era un esito annunciato, la scarcerazione suscita comunque le reazioni più critiche.
I familiari delle vittime avevano già espresso le loro preoccupazioni quando si è cominciato a porre, già l’anno scorso, il problema di rimandare a casa un boss dalla ferocia così impetuosa da meritare l’appellativo di “scannacristiani”. Nel suo caso sono stati semplicemente applicati i benefici previsti per i collaboratori “affidabili”. Se ne era già tenuto conto nel calcolo delle condanne che complessivamente arrivano a 26 anni. Siccome il boss di San Giuseppe Jato era stato arrestato nel 1996 nel suo covo in provincia di Agrigento, sarebbe stato scarcerato nel 2022. Ma la pena si è ancora accorciata per la “buona condotta” dopo che a Brusca erano stati concessi alcuni giorni premio di libertà. Gli ultimi calcoli prevedevano la scarcerazione a ottobre. È arrivata anche prima.
Ora però si apre un caso complicato di gestione della libertà del boss e dei suoi familiari. I servizi di vigilanza, ma anche di protezione pure previsti dalla legge, dovranno tenere conto dell’enormità dei delitti e delle stragi che lo stesso Brusca ha confessato. Non solo ha ammesso di avere coordinato i preparativi della strage in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta. Ha confessato numerosi delitti nella zona di San Giuseppe Jato. Ma ha soprattutto ammesso le sue responsabilità nel rapimento e nella crudele soppressione di Giuseppe Di Matteo il figlio tredicenne del collaboratore Santino Di Matteo.
Santino Di Matteo era, tra tutti, il depositario dei segreti più ingombranti della cosca e aveva cominciato a svelarli al procuratore Giancarlo Caselli e ai magistrati della Dda palermitana. Davanti alla prospettiva di trascorrere in carcere il resto della vita anche lui, qualche mese dopo l’arresto, ha cominciato a rivelare i retroscena e il contesto di tanti delitti e degli attentati a Roma e Firenze del 1993. Brusca non nascondeva il tormento di ripassare in rassegna i suoi crimini più odiosi e quelli di cui era a conoscenza. Ma mise da parte ogni remora quando ebbe la certezza che ne avrebbe ricavato quei benefici che ora gli hanno ridato la libertà. Dalle sue rivelazioni intanto presero subito l’avvio numerosi procedimenti che hanno incrociato pure i percorsi dell’inchiesta sulla “trattativa” tra Stato e mafia.
“Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno”. Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone. “La stessa magistratura – ha spiegato Maria Falcone – in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato: non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili torni libero a godere di ricchezze sporche di sangue”.
“Autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido perché figlio di un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni Brusca torna libero. Non è questa la “giustizia” che gli Italiani si meritano”. Così il leader della Lega Matteo Salvini.
“Brusca libero? Non voglio crederci. È una vergogna inaccettabile, un’ingiustizia per tutto il Paese. Sempre dalla parte delle vittime e di chi lotta e ha lottato contro la mafia”. Lo scrive su Twitter la sindaca di Roma Virginia Raggi.
“Il boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca – lo “scannacristiani” che ha “commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti, ha fatto saltare in aria il giudice Falcone e la sua scorta e ha ordinato di strangolare e sciogliere nell’acido il piccolo Di Matteo – è tornato libero. È una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi!”. Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “L’idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. È una sconfitta per tutti, una vergogna per l’Italia intera”.
Draghi presenta il Recovery. Stop a quota 100 dal 2022
Il CdM sul Piano di Ripresa e Resilienza è stato convocato per questa mattina alle 10. L’impegno di Draghi è ‘consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno’.
Nella bozza di 318 pagine sono tratteggiate sei missioni, quattro grandi riforme, tre priorità trasversali di sostegno a giovani, donne, Sud. Previste 30 grandi infrastrutture di ricerca e uno di eccellenza per le epidemie. La stima del suo impatto sul Pil “sarà nel 2026 di almeno 3,6% più alto”. Stop a quota 100, 228mila nuovi posti per gli asili, accesso snello, semplificazione e digitale per la P.A, la laurea varrà già come esame di Stato. Più gare nei servizi pubblici, 25 miliardi per i treni veloci. Non è prevista la proroga del Superbonus fino al 2023. La supervisione politica del piano sarà a Palazzo Chigi.
Covid
Il Consiglio dei ministri chiamato a dare il via libera al decreto per le riaperture dal 26 aprile è terminato. Il provvedimento prevede che sarà mantenuto almeno fino al primo giugno il coprifuoco alle 22. Dopo maggio potrebbe essere valutata, dopo un’ulteriore analisi dei dati epidemiologici, una delibera per eliminarlo o far partire il provvedimento dalle ore 23. Sarà possibile sedersi ai tavoli nei ristoranti al chiuso dal primo giugno.
La Lega, a quanto si apprende, ha annunciato in Consiglio dei Ministri che si asterrà sul voto sul decreto.
Il nuovo decreto legge Covid sarà valido dal 26 aprile al 31 luglio.
SCUOLA – “Dal 26 aprile e fino alla fine dell’anno scolastico si torna in classe anche nelle scuole superiori (secondarie di secondo grado).
La presenza è garantita in zona rossa dal 50% al 75%. In zona gialla e arancione dal 70% al 100%.” E’ quanto prevede il decreto sulle riaperture che quindi aumenta dal 60% al 70% il limite minimo per le superiori in presenza nelle zone gialle e arancioni. Per le università il dl prevede che “dal 26 aprile al 31 luglio nelle zone gialle e arancioni le attività si svolgono prioritariamente in presenza. Nelle zone rosse si raccomanda di favorire in particolare la presenza degli studenti del primo anno”.
GREEN PASS – “Le certificazioni verdi rilasciate dagli Stati membri dell’Unione sono riconosciute valide in Italia. Quelle di uno Stato terzo se la vaccinazione è riconosciuta come equivalente a quella valida sul territorio nazionale.” E’ quanto prevede il decreto sulle riaperture approvato in Cdm nel passaggio in cui si disciplina il “green Pass” per la circolazione tra Regioni italiane anche di diverso colore.
VISITE – “Dal 26 aprile e fino al 15 giugno, in zona gialla e arancione, è possibile andare a trovare amici o parenti in una abitazione privata (diversa dalla propria) in 4 persone al posto di 2.”
SPOSTAMENTO TRA REGIONI – “Dal 26 aprile chi è munito di certificazione verde potrà spostarsi da una Regione all’altra anche se si tratta di zone rosse o arancioni.” E’ quanto prevede il decreto riaperture. Secondo quanto stabilito dal decreto “può avere il certificato verde:
• chi ha completato il ciclo di vaccinazione (dura sei mesi dal termine del ciclo prescritto)
• chi si è ammalato di covid ed è guarito (dura sei mesi dal certificato di guarigione)
• chi ha effettuato test molecolare o test rapido con esito negativo (dura 48 ore dalla data del test)”
CINEMA E TEATRI – In relazione all’andamento epidemiologico e alle caratteristiche dei siti che ospitano cinema, teatri, sale concerto e live club, si potrà autorizzare la presenza anche di un numero maggiore di spettatori all’aperto rispetto ai 500 previsti al massimo al chiuso e ai mille all’aperto o al 50% della capienza, nel rispetto delle indicazioni del Cts e delle linee guida. E’ quanto prevede il dl.
EVENTI SPORTIVI – E’ possibile autorizzare lo svolgimento di eventi sportivi di particolare rilevanza anche prima dell’1 giugno. Per tali eventi, e tenuto conto delle caratteristiche dei siti, è possibile autorizzare la presenza di un numero maggiore di 1.000 spettatori per gli impianti all’aperto o di 500 per quelli al chiuso.
IL ‘TAGLIANDO’ – Un ‘tagliando’ al decreto legge a metà maggio, per valutare la sussistenza di presupposti per allentare eventualmente le misure nel caso che i dati epidemiologici lo permettano. E’ quanto si apprende da fonti di Governo.
LO SCONTRO – Una riunione pre-Consiglio dei ministri lunga un’ora e piuttosto animata ha segnato lo scontro nel governo sul nodo del coprifuoco. Uno scontro che ha visto la Lega in prima linea per prolungare l’orario del coprifuoco dalle 22 alle 23. E alla fine è stato lo stesso premier Mario Draghi a stoppare la modifica al coprifuoco decisa nell’ultima cabina di regia. E, secondo più di un ministro presente, il capo del governo avrebbe mostrato anche una certa irritazione sul cambio di linea, sul coprifuoco, rispetto a quanto già stabilito collegialmente. Sul mantenimento del coprifuoco alle 22 si erano già espressi favorevolmente i ministri di Pd, M5S e Leu. Il Cdm, slittato oltre le 18, alla fine ha confermato sostanzialmente la bozza del decreto riaperture, incluso il “no” ai ristoranti al chiuso la sera a maggio e all’anticipo di uno slittamento dell’orario del coprifuoco. Ed è a quel punto che la Lega ha annunciato la sua astensione sul provvedimento.
Il leader della Lega Matteo Salvini difende la decisione di sostenere il governo e conferma che il suo partito non voterà il decreto. “Voteremo il prossimo di decreto, se aiuterà i lavoratori. Questo no. Se sono convinto vado in fondo: la scelta di sostenere Draghi è stata giusta, sarebbe stato più comodo starne fuori ma ora l’Italia merita impegno e sacrifici. Se siamo zona giallo è grazie alla Lega, però se 500 persone possono chiudersi in un cinema perchè 20 non a cena, o in due in palestra. Chiediamo rispetto”. “La Lega chiede di dare fiducia agli italiani che hanno dimostrato per un anno pazienza e rispetto delle regole. Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni. I dati sanitari fortunatamente sono in netto miglioramento: negli ultimi giorni sono migliaia i letti di ospedale che si sono liberati”.
SALVINI E IL CASO OPEN ARMS
Chiesto il rinvio a giudizio
L’ex ministro: ‘Orgoglioso’
Il segretario della Lega, Matteo Salvini (archivio)
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La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio del capo della Lega Matteo Salvini per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’uffiicio al termine dell’udienza preliminare che vede imputato, a Palermo, l’ex ministro dell’Interno. Secondo l’accusa il leader del Carroccio, ad agosto del 2019, avrebbe illegittimamente negato lo sbarco a 147 migranti soccorsi a largo di Lampedusa dalla nave della ong Open Arms.
“La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio e il processo contro di me per sequestro di persona, 15 anni di carcere la pena prevista.
Preoccupato? Proprio no. Sono orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese rispettando la legge, svegliando l’Europa e salvando vite. Se questo deve provocarmi problemi e sofferenze, me ne faccio carico con gioia. Male non fare, paura non avere”, commenta il leader della Lega.
Salvini questa mattina aveva postato una foto dalla Sicilia sui suoi social, scrivendo: “Buongiorno e buon sabato da Palermo, Amici. Pronto all’udienza in tribunale come “sequestratore di persona”: ieri, oggi e domani sempre a difesa dell’Italia. Grazie di esserci, non si molla mai”.  
L’udienza preliminare a carico del leader della Lega Matteo Salvini, si è svolta nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, è cominciata con la richiesta del Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi di far assistere la stampa al procedimento che per legge si svolge a porte chiuse. Il senatore è imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atto d’ufficio per aver vietato lo sbarco a Lampedusa, ad agosto del 2019, di 147 migranti soccorsi in mare dalla nave della ong spagnola Open Arms.
Alla scorsa udienza il gup aveva rigettato le istanze dei giornalisti di poter partecipare al procedimento, nonostante la rilevanza pubblica della vicenda.
Mattarella: nella pandemia Italia unita e capace di risollevarsi
Il messaggio per il 160/mo anniversario dell’Unità d’Italia
“L’Italia, colpita duramente dall’emergenza sanitaria, ha dimostrato ancora una volta spirito di democrazia, di unità e di coesione. Nel distanziamento imposto dalle misure di contenimento della pandemia ci siamo ritrovati più vicini e consapevoli di appartenere a una comunità capace di risollevarsi dalle avversità e di rinnovarsi”.
Così in una dichiarazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 160° anniversario dell’Unità d’Italia, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera
Covid: contagi in aumento 23.059 in 24 ore e 431 vittime
Continuano a crescere i ricoveri in terapia intensiva
Sono 23.059 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, che portano il totale a 3.281.810. Ieri i casi individuati erano stati 20.396.
Sono invece 431 le vittime in un giorno (ieri erano 502) per un totale dall’inizio dell’emergenza di 103.432. Ad oggi ci sono in Italia 539.008 attualmente positivi, con un aumento rispetto a ieri di 2.893. Dall’inizio della pandemia sono invece 2.639.370 i guariti e dimessi, con un incremento nelle ultime 24 ore di 19.716. In isolamento domiciliare ci sono invece 509.174, 2.413 più di ieri.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 369.084 tamponi molecolari e antigenici. Ieri i test erano stati 369.379. Il tasso di positività sale al 6,2%, in aumento di 0,7 punti rispetto a ieri quando era stato del 5,5%
Sono 3.317 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 61 più di ieri nel saldo tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione, secondo i dati del Ministero della Salute, sono stati 324 (ieri erano 319), mai così tanti da quanto viene comunicato il dato. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 26.517 persone, con un incremento nelle ultime 24 ore di 419
I DATI NELLE REGIONI
VALLE D’AOSTA – In Valle d’Aosta non si ferma la crescita esponenziale del contagio da Covid-19: nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 49 nuovi casi positivi a fronte di 458 persone sottoposte a tampone. Il totale degli attuali contagiati è salito a 369, 24 in più di ieri. Da registrare anche il decesso di una donna in ospedale (il totale delle vittime sale a 419). E’ quanto emerge dal bollettino quotidiano della Regione Valle d’Aosta sulla base dei dati diffusi dall’Usl. I guariti sono 24 mentre i ricoverati all’ospedale Parini sono 17, di cui due in terapia intensiva.
TRENTINO – Oggi si registrano altri 3 decessi da Covid-19 in Trentino, avvenuti in ospedale. Si tratta di uomini di età compresa fra gli 80 e gli 85 anni. Lo riporta il bollettino dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, secondo cui negli ospedali il totale dei pazienti ricoverati scende a 253 anche per l’effetto delle dimissioni che ieri hanno superato i nuovi ingressi (24 contro 21). Sono saliti però a 54 i ricoveri in terapia intensiva. I nuovi casi risultati positivi al molecolare sono 113 (su 1.633 tamponi) ai quali si aggiungono altri 172 positivi su 1.713 test rapidi antigenici. Dai molecolari è arrivata inoltre la conferma della positività di 45 persone il cui contagio era stato individuato nei giorni scorsi dai test rapidi. Fra i nuovi positivi di oggi, la maggior parte riguarda soggetti asintomatici (100) o pauci sintomatici (178). Riguardo alle classi di età, ci sono 55 nuovi casi di bambini o ragazzi mentre sono 27 gli ulteriori contagi fra gli ultra settantenni. I guariti di oggi sono 264.
FRIULI VENEZIA GIULIA – “A seguito dell’emergenza pandemia da Covid-19, che sta determinando un aumento dei ricoveri negli ospedali della regione, è necessario procedere con la sospensione dell’attività chirurgica programmata per le prossime due settimane”. Lo ha comunicato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, precisando che “verranno comunque garantite le emergenze e le urgenze in tutti gli ospedali”. Oggi in Friuli Venezia Giulia su un totale di 13.904 test effettuati sono stati rilevati 986 casi di positività al Covid: 638 da 9.867 tamponi molecolari con una percentuale di positività del 6,47%; 348 da 4.037 test rapidi antigenici (8,62%). I decessi registrati sono 14, ai quali se ne aggiunge uno avvenuto l’8 marzo; i ricoveri nelle terapie intensive sono 76 (-1 rispetto a ieri) mentre quelli in altri reparti 538 (+8). Lo comunica il vicegovernatore del Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. I decessi complessivamente ammontano a 3.057, con la seguente suddivisione territoriale: 676 a Trieste, 1.562 a Udine, 612 a Pordenone e 207 a Gorizia. I totalmente guariti sono 67.482, i clinicamente guariti 2.662, mentre le persone in isolamento oggi sono 14.388.
PIEMONTE – Sono 2.374 oggi i nuovi casi di positività al Covid accertati in Piemonte, con l’esito di 26.542 tamponi (13.937 antigenici), il tasso è del 9%, la quota di asintomatici 35.2%. L’incremento del numero di ricoverati ricalca i dati di ieri: in terapia intensiva + 16 (in totale 315), negli altri reparti +112 (totale 3.281). I decessi sono 41 (4 registrati oggi), il dato complessivo da inizio pandemia è di 9.766 vittime. Prosegue l’incremento nel numero di guariti, +1.723. Le persone in isolamento domiciliare sono 27.798, gli attualmente positivi 31.394. Tutti i dati sono stati diffusi dall’Unità di crisi della Regione Piemonte.
LOMBARDIA – Con 59.009 tamponi effettuati, sono 4.490 i nuovi casi positivi in Lombardia, con il tasso di positività in calo al 7,6% . Aumentano i ricoverati in terapia intensiva (+16) e negli altri reparti (+167). I decessi sono 79.
VENETO – Numeri del Covid in forte crescita anche oggi in Veneto: i nuovi contagi sono 2.191 e si impenna il dato delle vittime, 59 nelle ultime 24 ore. Lo riferisce il bollettino della Regione. Il totale degli infetti da inizio dell’epidemia sale a 359.247, quello delle vittime a 10.259. Crescita anche nei normali reparti medici sono 1.600 i letti occupati nelle terapie intensive 207 (+4). Aumenta il numero dei soggetti attualmente positivi, 36.442 (+ 729). Buone notizie arrivano da Viggiù: solo 10 i casi positivi contro i 100 riscontrati tra la popolazione del paese della Valceresio quando esplose il focolaio e furono fatti tamponi di massa. Ad abbattere la curva del contagio, con 10 nuovi casi secondo i dati di Ats, la vaccinazione di massa combinata alla zona rossa.
EMILIA ROMAGNA – Si conferma, in Emilia-Romagna, un lieve rallentamento dei contagi, sono 2.026 nelle ultime 24 ore sulla base di 37.456 fra molecolari e antigenici, ma continuano a crescere i ricoveri. In particolare in terapia intensiva dove ci sono 381 posti letti occupati, il nuovo record che ritocca di tre unità quello fatto segnare ieri. È il numero più alto dall’inizio della pandemia. Si contano anche 52 morti. Le vittime più giovani sono un uomo di 54 anni a Bologna e uno di 58 a Reggio Emilia. Dei nuovi positivi, gli asintomatici sono 960. Cresce il numero dei casi attivi che sfiora quota 70mila (69.615), il 94,4% dei quali in isolamento domiciliare perché non richiedono cure particolari. Oltre ai pazienti in terapia intensiva, crescono anche i ricoverati negli altri reparti Covid: sono 3.542, 28 in più di ieri. Le nuove vittime sono dodici in provincia di Bologna e Forlì-Cesena, sette a Reggio Emilia, sei a Parma e Ravenna, cinque a Modena, due a Ferrara e una a Piacenza e Rimini. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.236.
TOSCANA – I nuovi casi positivi Covid registrati nelle 24 ore in Toscana sono 1.275 su 24.938 test di cui 16.398 tamponi molecolari e 8.540 test rapidi, con un tasso dei nuovi positivi è 5,11% (12,3% sulle prime diagnosi). Lo ha reso noto Eugenio Giani, presidente della Regione, su Fb. Il dato dei nuovi casi è di poco più alto rispetto a ieri (erano 1.247), a fronte di un aumento più consistente dei test (erano 23.470), con un lieve calo del tasso di positivi (era del 5,31%).
UMBRIA – Dopo giorni di prevalenza dei guariti dal Covid sui nuovi casi giornalieri, oggi i dati della Regione registrano 324 positivi (più 103,7% rispetto a ieri) e 315 risultati negativi al virus. Emerge dai dati sul sito della Regione che riporta anche altri dieci morti, con gli attualmente positivi a quota 5.904, uno in meno di ieri. I tamponi analizzati sono stati 3.364 e i test antigenici 3.185. Il tasso di positività sul totale è quindi del 4,9 per cento (ieri era il 2 per cento) e sui soli molecolari del 9,6 per cento (era il 4). I ricoverati in ospedale sono 485, cinque in più di ieri, 79 dei quali (uno in più) nelle terapie intensive.
MARCHE – Due settimane di numeri in rialzo per i ricoveri correlati al Covid-19 nelle Marche: nell’ultima giornata hanno raggiunto gli 880 (+12) soprattutto a causa di un’impennata di pazienti in Semintensiva (226, +12); 48 le persone dimesse. Resta invece invariato, comunica il Servizio Sanità della Regione, il numero dei degenti in Terapia intensiva (133) e nei reparti non intensivi (521). Saliscendi per gli assistiti in pronto soccorso che dopo la discesa di ieri (-12) risultano il rialzo (141, +16). Gli ospiti di strutture territoriali sono 235 (+2). In leggero calo i positivi in isolamento domiciliare (9.237, -47) mentre crescono le quarantene per ‘contatto’ con positivi (21.829, +292; 8.575 con sintomi, 383 operatori sanitari).
LAZIO – Aumentano i casi nelle ultime 24 ore nel Lazio. Su un totale di oltre 39 mila test si registrano 1.728 positivi (+231 rispetto a ieri), 20 decessi (-12) e +1.723 guariti. I casi a Roma città sono a quota 800. Diminuiscono i decessi, mentre aumentano i casi, i ricoveri e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 10%, ma se si considerano anche gli antigenici la percentuale è al 4%.
CAMPANIA – Sono 2.665, di cui 632 sintomatici, i nuovi contagi Covid in Campania su 22.392 test processati. Dati stabili rispetto a ieri, così come il tasso di incidenza che risulta dell’11,9% contro l’11,82 di 24 ore fa. Nel bollettino giornaliero dell’Unità di crisi si segnalano 33 vittime (dopo l’impennata di ieri a 65 decessi) e 2.058 guariti. In lieve miglioramento rispetto al giorno prima la situazione ospedaliera: i posti occupati in terapia intensiva sono 161 (-4), quelli di degenza 1.541 (-2).
BASILICATA – In Basilicata (zona arancione) ieri sono stati analizzati 1.384 tamponi molecolari: 136 sono risultati positivi al coronavirus e di questi 124 appartengono a residenti in regione. Lo ha reso noto la task force regionale, specificando che nelle ultime 24 ore sono stati registrati quattro decessi, con il totale delle vittime lucane salito quindi a 384. Scende da 179 a 173, il numero delle persone ricoverate negli ospedali lucani, delle quali 14 (due in meno di ieri) in terapia intensiva, sei al San Carlo di Potenza e otto al Madonna delle Grazie di Matera. Con 88 guarigioni registrate ieri, il numero dei lucani attualmente positivi è di 3.962 (3.789 in isolamento domiciliare). In totale i guariti lucani sono 13.005. Dall’inizio dell’epidemia in Basilicata sono stati analizzati 263.963 tamponi molecolari, 243.732 dei quali sono risultati negativi e sono state testate 160.279 persone.
PUGLIA – Su 12.471 test per l’infezione da Covid-19 sono stati registrati 34 decessi e 1.734 casi positivi, con un tasso di positività del 13,9% (ieri 10,3%). I nuovi infetti sono così distribuiti: 570 in provincia di Bari, 136 in provincia di Brindisi, 118 nella provincia BAT, 307 in provincia di Foggia, 247 in provincia di Lecce, 355 in provincia di Taranto, 5 casi di residenti fuori regione. Quattro casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e attribuiti. I 34 decessi sono così distribuiti: 12 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 4 in provincia BAT, 7 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto. Attualmente sono 39.818 i casi positivi.
CALABRIA – Tornano a calare fermandosi a 216, dopo l’aumento di ieri quando se ne erano registrati 311, i nuovi positivi al Covid 19 in Calabria con 3.110 test eseguiti su 2.924 soggetti. Non si ferma, però, l’aumento dei ricoveri nei reparti di cura, sei in più (283) e si allunga anche la scia dei decessi: sei vittime che portano il totale dall’inizio della pandemia a 746. Scende di una unità il totale dei ricoverati in terapia intensiva (28) e crescono di 55 gli isolati a domicilio (7.483) e i guariti 150 (33.385). I casi attivi sono 7.794 e quelli chiusi 34.131.In Calabria ad oggi sono stati sottoposti a test 590.565 soggetti per un totale di tamponi 627.062 tamponi eseguiti. Le persone risultate positive al Coronavirus sono 41.925, quelle negative 548.640. Sono questi i dati giornalieri relativi all’epidemia da Covid-19 comunicati dal dipartimento Tutela della Salute.
SICILIA – Sono 782 i nuovi positivi al Covid19 in Sicilia su 26.527 tamponi processati, con una incidenza di positivi di quasi il 2,9%, in aumento rispetto a ieri. La regione è undicesima nel contagio in base al bollettino odierno del Ministero della Salute. Le vittime sono state 12 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 4.383. Il numero degli attuali positivi è di 14.965, con un aumento di 189 casi rispetto a ieri; i guariti sono 581. Negli ospedali i ricoverati sono 850; 12 in più rispetto a ieri, quelli in terapia intensiva sono 116, 3 in più. La distribuzione nelle province vede Palermo con 352 casi, Catania 166, Agrigento 35, Messina 25, Caltanissetta 35, Siracusa 65, Ragusa 42, Trapani 16, Enna 46.
SARDEGNA – Salgono a 42.724 i casi di positività al Covid-19 complessivamente accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza: nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale sono stati rilevati 92 nuovi casi. In totale sono stati eseguiti 886.127 tamponi, per un incremento complessivo di 12.190 test rispetto al dato precedente. Il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna dunque un tasso di positività dello 0,7%. Si registrano anche due nuovi decessi (1.200 in tutto). Sono, invece, 163 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-9), mentre restano 29 i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.627. I guariti sono complessivamente 28.520 (+87), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 185. Sul territorio, dei 42.724 casi positivi complessivamente accertati, 10.484 (+23) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.791 (+7) nel Sud Sardegna, 3.534 (+7) a Oristano, 8.424 (+22) a Nuoro, 13.491 (+33) a Sassari.
Covid, Miozzo lascia la guida del Cts: scelta personale
Dopo il capo della Protezione Civile e il Commissario per l’Emergenza, cambia anche il Comitato tecnico scientifico: si è dimesso il coordinatore Agostino Miozzo e si va verso una riduzione dei membri, che potrebbero essere dimezzati rispetto ai 24 attuali. “E’ stata una scelta personale che ho maturato in assoluta autonomia e senza alcuna forzatura, concordata e condivisa con palazzo Chigi e con il ministro della Salute Roberto Speranza”, dice l’ormai ex coordinatore che è già al lavoro nella sua nuova veste, quella di collaboratore del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per affrontare l’emergenza nel mondo della scuola, che ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo per l’impatto del Covid.
“Si è valutata la necessità di supportare il ministero – sottolinea ancora Miozzo – , per quella che è la mia esperienza, per preparare la riapertura delle scuole.
Vademecum Letta ai i circoli Pd, polemiche sullo ius soli
Il segretario del Pd, Enrico Letta, è da poco arrivato al Nazareno. Letta è arrivato a piedi.
“Leggo, telefono e scrivo” , si è limitato a dire ai giornalisti che lo hanno avvicinato e gli hanno chiesto come stava.
Vademecum Letta per i circoli, chiede idee su 21 punti – Un vademecum per i circoli e le sezioni del Pd, con i “20 punti principali del discorso del segretario” Enrico Letta “e una ventunesima domanda aperta sull’organizzazione delle Agorà Democratiche”. E’ quanto preparato dal Nazareno. L’obiettivo è aprire una discussione sul programma del partito. Su ciascun punto, le proposte “dovranno essere sintetizzate in massimo 100 parole. “I risultati dovranno essere restituiti entro mercoledì 31 marzo 2021”. Oltre ai 20 punti c’è “una ventunesima domanda aperta sull’organizzazione delle Agorà Democratiche”. L’obiettivo è “innescare una riflessione che coinvolga l’intera comunità del Partito Democratico sulle idee, le proposte e le analisi espresse dal Segretario Enrico Letta nel suo discorso all’Assemblea Nazionale del 14 marzo 2021”. Le discussioni, viene spiegato, “possono svolgersi online o dal vivo, qualora le restrizioni lo consentano, e sempre nel rigoroso rispetto delle misure di sicurezza sanitarie per l’emergenza coronavirus”.
Da domani la nuova stretta
L’Italia in rosso-arancione
Si chiude l’ultimo weekend di libertà prima del lockdown che accompagnerà l’Italia fino al giorno di Pasquetta. Le cartoline dalle città mostrano strade piene di gente, file nei supermercati, parchi affollati, così come ristoranti e bar per l’aperitivo.
Non sono mancate feste abusive e persino un rave party. Superlavoro per le forze dell’ordine, dunque, chiamate a fare rispettare i piani dei prefetti con i luoghi della movida sorvegliati speciali. Ed oggi è passato esattamente un anno dall’ingresso dell’Italia in ‘zona rossa’, l’11 marzo 2020: il bilancio del Viminale è di quasi 47milioni di controlli di polizia; in particolare, sono state fermate 37,2 milioni di persone: 600mila il sanzionati, con una quota di ‘disobbedienza’ che si ferma all’1,6%.
Il Papa tornato dall’Iraq, atterrato a Ciampino
Si è conclusa una visita storica: ‘Il terrorismo non vincerà’
Concluso il Viaggio Apostolico in Iraq, Papa Bergoglio è rientrato a Roma. Il volo papale è giunto alle 12.20 all’aeroporto di Ciampino.
Sull’aereo papale, Bergoglio ha detto che dopo un periodo in “prigione”, per le misure anti-covid, con questo viaggio in Iraq si è sentito “rivivere”, grazie al rapporto con la gente. “Mi sento diverso quando sono lontano dalla gente”, “vorrei ricominciare le udienze generali al più presto, speriamo che ci siano le condizioni.
In questo io seguo le norme dell’autorità, loro sono responsabili e loro hanno la grazia di Dio per aiutarci”. “C’è una proposta di piccole udienze generali, non ho deciso”. “Dopo questi mesi di prigione, mi sentivo un po’ imprigionato questo è per me rivivere, toccare la Chiesa, toccare il santo popolo di Dio”.
“Ho pregato tanto e alla fine ho preso la decisione liberamente, ma che veniva dal profondo” e ho pensato “Quello che mi dà di decidere così si occupi della gente, e cosi ho preso la decisione dopo la preghiera, con la consapevolezza dei rischi”, ha affermato il Papa rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva come mai avesse preso la decisione di fare un viaggio in piena pandemia, con il rischio che la gente per vederlo si ammalasse.
“Dobbiamo lottare per la dignità delle donne, sono coloro che portano avanti la storia” e questo “non è una esagerazione”, “non è un complimento perché oggi è il giorno delle donne”. “Le donne sono più coraggiose degli uomini e la donna anche oggi è umiliata”. Il Pontefice, nella conferenza stampa al ritorno dall’Iraq, ha ricordato la ‘lista dei prezzi’ delle donne stilata dall’Isis. “Non potevo credere”. E ha aggiunto: “Le donne si vendono e si schiavizzano anche nel centro di Roma”. In apertura della conferenza stampa il Papa aveva fatto gli auguri alle giornaliste: “Oggi è il giorno delle donne, complimenti alla donne”.
“Terrorismo e morte non hanno mai l’ultima parola”, aveva detto Francesco i fra le macerie di Mosul. E dal Pontefice era arrivata la ‘carezza’ della vicinanza ai cristiani che insieme ad altre minoranze hanno subito le persecuzioni dell’Isis. Messaggio del presidente della Repubblica Mattarella per il rientro del Pontefice: “Ha pronunciato in Iraq parole di consolazione e di speranza per i cristiani e per tutti i credenti”.
“Una visita storica”: cosi’ il presidente americano Joe Biden ha commentato il viaggio del Papa in Iraq. “Ha inviato un messaggio importante che la fraternita’ e’ piu’ duratura del fratricidio, che la speranza e’ piu’ potente della morte, che la pace e’ piu’ potente della guerra”
Papa: tacciano le armi in Iraq e ovunque, basta violenze
Il Papa arrivato a Baghdad, ‘un dovere verso una terra martoriata’. Prima volta nella storia per un Pontefice
Il Papa è tornato daò viaggio pastorale da  Baghdad, Irak
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“Tacciano le armi! Se ne limiti la diffusione, qui e ovunque! Cessino gli interessi di parte, quegli interessi esterni che si disinteressano della popolazione locale. Si dia voce ai costruttori, agli artigiani della pace! Ai piccoli, ai poveri, alla gente semplice, che vuole vivere, lavorare, pregare in pace.
Basta violenze, estremismi, fazioni, intolleranze!”. E’ il forte appello lanciato dal Papa nel suo primo discorso in Iraq, al governo, al corpo diplomatico e alle autorità civili.
Francesco, primo Pontefice nella storia a visitare l’Iraq, è arrivato oggi a Baghdad, dopo essere decollato  stamattina alle 7.45 con un Airbus A330, dall’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma. “Questo è un viaggio emblematico, un dovere verso una terra martoriata da molti anni”, aveva detto il Pontefice salutando i giornalisti sull’aereo.
Ee è una Baghdad blindata quella che ha accolto il Pontefice. Le strade sono costellate da militari e polizia, anche con mezzi blindati. Sorvolano il cielo alcuni elicotteri militari. Subito fuori dall’aeroporto si sono comunque viste piccole folle di persone con bandierine irachene e vaticane e cartelli di ‘benvenuto’ per Papa Francesco. Il resto della città invece è praticamente vuoto, quasi tutti i negozi sono chiusi e non ci sono persone nelle strade. L’Iraq in questi giorni è in lockdown a causa della pandemia.
Dall’aeroporto al Palazzo presidenziale, il Papa si è spostato con un’auto blindata, “una Bmw 750, un’auto di sicurezza speciale a prova anti-proiettile”. Lo riferiscono fonti della sicurezza irachena. E’ forse la prima volta che in un viaggio internazionale il Papa accetta di salire su un’auto blindata, che comunque è sempre stata messa a disposizione dai Paesi che lo hanno ospitato nelle sue visite.
L’Inps decide di prorogare di tre mesi i termini per l’accertamento dell’esistenza in vita ma non basta!
di Fucsia Nissoli Fitzgerald
Come ogni anno, in questo periodo, arriva in Parlamento il cosiddetto “decreto Milleproroghe” che il Governo adotta per prorogare alcune attività ancora in corso.
Ovviamente in tale decreto si possono introdurre anche alcune questioni di interesse degli italiani all’estero e, pertanto, ho depositato alcuni emendamenti inerenti disposizioni utili per la nostra Comunità, come, per esempio, la proroga dei termini per la dichiarazione di successione di 12 mesi per i cittadini iscritti all’AIRE, in considerazione della diffusione a livello mondiale della pandemia da COVID-19.
Mi fa piacere constatare che anche l’Inps si è resa conto che, a causa della persistenza della pandemia da covid-19, è necessario prorogare i termini per la restituzione dell’attestazione per l’accertamento dell’esistenza in vita dando seguito a quanto ho chiesto più volte, assieme ad altri colleghi eletti all’estero, e da ultimo con il Question Time, nell’Aula di Montecitorio al Ministro del lavoro, Nunzia Catalfo, mercoledì 2 dicembre 2020.
L’inps ha, così, fatto slittare la data per la restituzione del Cev al 7 maggio 2021, a causa dell’emergenza coronavirus.
Nel Question Time avevo sottolineato che “stante la situazione di pandemia ancora persistente a livello mondiale, ciò comporta elevati rischi di contrarre il COVID-19 per persone di età avanzata, quali generalmente sono i pensionati, a causa degli spostamenti richiesti per recarsi negli uffici preposti alla certificazione” ed avevo chiesto, tra l’altro, nel caso ci fosse stata un’anomala diminuzione del numero delle certificazioni pervenute, di programmare un rinvio del termine finale della verifica per consentire a tutti i pensionati di far pervenire la certificazione. Il tutto al fine di tutelare le esigenze dei pensionati italiani all’estero, circa 388 mila persone, salvaguardando il loro diritto alla salute, in un contesto di pandemia, e il diritto a ricevere senza interruzioni il trattamento pensionistico maturato, perché il pensionato non avesse ottemperato alla richiesta di comunicare l’esistenza in vita avrebbe avuto, successivamente, l’interruzione dell’invio della pensione.
Ora l’Inps, con il messaggio n. 225 del 20 gennaio 2021 ha riprogrammato la campagna di accertamento dell’esistenza in vita e quindi i pensionati residenti nel Continente americano, Paesi scandinavi, Stati dell’est Europa e Paesi limitrofi, Asia, Medio ed Estremo Oriente che, a causa della diffusione delle infezioni da covid-19 che continua ad essere alta, non sono riusciti ad effettuare le procedure per la precedente verifica dell’esistenza in vita, avviata ad ottobre 2019, hanno tre mesi in più per la restituzione delle attestazioni, inizialmente previste per febbraio 2021. Conseguenzialmente, dopo il 7 maggio 2021 chi non avrà restituito il modulo per la Cev dovrà recarsi personalmente presso le Agenzie di Western Union per riscuotere la pensione di giugno 2021 e qualora non dovesse riscuotere tale rata personalmente e non avrà prodotto la Cev, entro il 19 giugno 2021, il pagamento della pensione sarà sospeso dalla banca a partire dalla successiva rata di luglio 2021.
Ringrazio, la direttrice dell’Inps, dott.ssa Di Michele, per lo sforzo compiuto ma ritengo che non sia sufficiente. Infatti, per accogliere veramente le istanze dei pensionati all’estero bisognerebbe prorogare la Cev di almeno un anno. A maggio, la pandemia non sarà ancora finita ed i nostri pensionati troveranno ancora le stesse difficoltà di oggi, rischiando il contagio per raggiungere gli uffici necessari per effettuare la Cev. Pertanto, nella mia attività parlamentare, sarò costretta ancora ad insistere sul rinvio dei termini.
In un momento di difficoltà come questo non possiamo dimenticare la voce dei pensionati che, dopo tanti sacrifici, per ragioni burocratiche oggi fuori luogo, rischiano di trovarsi anche senza la pensione se non riusciranno ad effettuare in tempo, con tutte le difficoltà che conosciamo, la pratica della Certificazione dell’esistenza in vita.
Nelle difficoltà le Istituzioni devono venire incontro soprattutto alle persone più deboli ed i pensionati italiani all’estero lo sono, non li possiamo dimenticare!
Il 2021 un anno di speranza
Il nuovo anno e’ nato all’insegna della speranza di lasciarci alle spalle la pandemia e di iniziare la ripresa economica e sociale. Una speranza che mal si accorda con il teatrino politico di questi giorni che antepone al lavoro per il bene comune gli interessi e le convenienze di parte riproponendo i vecchi giochini della politica, quelli che nel tempo hanno affossato l’Italia e per i quali stiamo ancora pagando le conseguenze.
Di fronte alla pandemia e all’urgenza delle risposte da approntare per far fronte alla crisi non è proprio il caso di riproporre il metodo degli inciuci e delle manovre di palazzo a scapito dei cittadini che siamo chiamati a servire in ogni momento della nostra azione politica.
Noi di Forza Italia siamo assolutamente indisponibili agli imbrogli ed ai giochini sottobanco che in questi giorni vanno sotto il nome di “verifica di governo”.
La responsabilita’ tante volte e tanto spesso invocata anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’abbiamo dimostrata in Parlamento in tantissime occasioni, e da ultimo anche nel voto sullo scostamento di bilancio. Non abbiamo timore delle elezioni perche’ l’Italia ha piu’ che mai oggi necessita’ di un governo serio e credibile, serieta’ e credibilita’ che purtroppo questo Governo PD-5S, sotto schiaffo di Renzi, ha perso.
Dal Presidente Berlusconi, invece, arrivano parole di grande saggezza che guardano al futuro dell’Italia ed in particolare ad una ripresa economica che dobbiamo innescare al più presto per lasciarci alle spalle gli effetti nefasti del Covid anche sul piano economico e non solo sanitario.
La maggioranza si diverte a giocare a scacchi mentre la pandemia imperversa.
C’è disorientamento tra i cittadini, mentre dagli USA, con l’occupazione del Campidoglio, arriva un gran brutto esempio che altri potrebbero essere tentati di seguire.
Penso a Grillo che qualche tempo fa disse che il Parlamento era obsoleto. Sono giorni tristi che non sappiamo quanto dureranno ma gli strascichi saranno seri e difficili da gestire.
Anche in Italia vedo e sento il senso di smarrimento e di paura della gente. Paura di non farcela… Mai come in questo momento puo’ essere decisivo trasmettere alle persone l’immagine di un governo capace di scelte coraggiose, chiare, determinate sul contrasto al Covid o nella redazione del Recovery Plan.
E’ necessario prendere atto della gravita’ estrema della situazione e cercare una risposta corale e ragionevole con il contributo del Parlamento. Senza il quale nessun governo, questo o un altro, potra’ mai farcela. Gli Italiani sono chiamati in continuazione a fare sacrifici senza però vedere i risultati promessi dal Governo. C’è davvero il pericolo che il sistema politico collassi e non è un caso che in questa fase drammaticamente teatrale della politica, in cui c’è un disperato bisogno di statisti capaci, seri, esperti e di buonsenso, stia crescendo il consenso popolare intorno al Presidente Berlusconi.
Ma ora veniamo alla mia attivita’ parlamentare, quella in favore di voi italiani all’estero. Innanzitutto voglio darvi un  caloroso grazie per l’affettuoso supporto che da sempre continuate a darmi, che non dimentico mai, e  che mi sprona ad  impegnarmi sempre meglio e di piu’ nel rappresentare tutto cio’ che vi sta a cuore, pur trovandomi all’opposizione in Parlamento.  Il sistema politico italiano, come quasi tutti, del resto, premia la maggioranza, lasciando all’opposizione lo spazio che l’intelligenza della prima, consente.
Molte delle mie attività, quindi, non hanno portato ai risultati auspicati ed altre, seppur condivise, hanno “cambiato paternità”, perlomeno sui mezzi di comunicazione. Cio’ non toglie che ritenga utile “rendicontare” a voi che rappresento quanto fatto se pure in forma sintetica.
In un momento di crisi come questo è importante che il governo sappia aprirsi al confronto e al contributo delle opposizioni, ma niente di tutto questo è stato fatto quando, a fine anno, ho presentato, nella Legge di Bilancio, le richieste per gli italiani all’estero con ben 24 emendamenti, nessuno dei quali è stato preso in considerazione. Ho sostenuto gli italiani all’estero quali promotori di una debita promozione del “Sistema Italia” nel mondo; ho presentato emendamenti tesi a rafforzare la dotazione di risorse umane del Ministero degli Affari Esteri, per venire incontro alle esigenze dei connazionali e delle imprese, anche attuando una adeguata lotta alla contraffazione del Made in Italy …  tutti bocciati.
Per favorire la mobilità verso l’Italia, ho proposto di garantire il medico di base per chi risiede all’estero ed in particolar modo per i pensionati che pagano le tasse in Italia, proposta bocciata.
Esonero dal pagamento del canone di abbonamento alla televisione per uso privato: bocciato.
Sgravi fiscali per immobili posseduti da cittadini italiani e degli Stati dell’Unione europea non residenti in Italia che mantengano legami familiari e affettivi con il luogo in cui è ubicato l’immobile: bocciato.
Incentivi per attività imprenditoriali avviate sul territorio nazionale da cittadini italiani all’estero iscritti all’Aire: bocciato.
Misure per Comites e CGIE per l’informazione istituzionale verso le Comunità italiane all’estero e la promozione del turismo delle origini: bocciato.
Aumento del personale nei Consolati al fine di garantire la piena funzionalità delle rappresentanze diplomatiche, degli uffici consolari e degli istituti italiani di cultura, per far fronte alle gravi carenze di organico anche garantendo la tutela dei diritti di tali lavoratori: bocciato.
Aumento risorse economiche al fine di potenziare l’internazionalizzazione delle imprese italiane, di sostenere e promuovere il Made in Italy: bocciato.
Creazione di un fondo ad hoc (fondo per facilitare la partecipazione dei ricercatori ad attività di ricerca temporanea all’estero) per incentivare e sostenere i ricercatori italiani presso sedi universitarie e di ricerca straniere, bocciato, nonostante l’attuale maggioranza, che non ha fatto nulla per sostenerlo, a parole voglia aiutare i giovani.
Lo scorso ottobre era stata calendarizzata la mia mozione su Colombo, arrivata in Aula per la discussione generale, però mai giunta al voto, praticamente sospesa. Mi auguro venga votata prima della prossima festa di Colombo, ad ottobre del 2021.
Va anche detto che la maggioranza ha raggiunto alcuni risultati che, in parte, ricalcano molte delle mie proposte. Li accolgo, come nel caso dell’emendamento che accorda gli sgravi IMU del 50% ai pensionati residenti all’estero e che percepiscono la pensione in regime di convenzione internazionale.
Ritengo che  bisognerà estendere tale agevolazione a tutti, perché così com’è, è un risultato a metà che offre un “contentino” e crea disparità di trattamento tra gli iscritti AIRE. Per questa ragione avevo presentato un OdG impegnando il Governo a estendere a tutti gli iscritti AIRE le agevolazioni IMU sulla prima casa, per colmare questa ingiustizia nell’ingiustizia, bocciato anche questo. Intanto, rimane il mio disegno di legge che prevede l’esonero dall’IMU sulla prima casa per tutti gli italiani all’estero, nel rispetto degli obblighi europei. Auspico che possa essere presto discussa nell’Aula di Montecitorio per rendere giustizia a coloro che risiedono all’estero, vittime di una grave discriminazione fiscale! Se vogliamo lavorare per salvaguardare e rafforzare i legami con la Madrepatria non possiamo considerare secondario l’aspetto fiscale e le agevolazioni per favorire il turismo di ritorno, un fattore molto importante per la nostra economia.
Inoltre, nell’ambito della mia attività parlamentare, sono riuscita a portare in discussione nell’Aula di Montecitorio, la Mozione sulla salvaguardia della figura di Colombo, però mai giunta al voto finale: mi auguro che venga approvata prima del prossimo Columbus Day.
Sempre parlando dell’attività di fine anno 2020, sottolineo che un paio di mie proposte sono state accolte dal Governo. La più recente e’ una Risoluzione in Commissione Esteri in cui si impegna il Governo “ad adottare iniziative per definire con urgenza una data certa per le elezioni dei Comites…” che è stata approvata all’unanimità. Un passo avanti fondamentale che spero possa concretizzarsi con quelle riforme necessarie prima delle elezioni dei Comites e del rinnovo del CGIE: un momento importante di democrazia partecipativa.
L’altra proposta riguarda l’internazionalizzazione che considero strategica per il nostro Paese. Infatti, con il mio emendamento, che ha garantito un finanziamento straordinario di 5 milioni di Euro per le Camere di Commercio Italiane all’Estero, sarà possibile potenziare l’export del Made in Italy. L’aiuto di queste strutture, in questa grave crisi economica, sarà fondamentale per sostenere le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione. Una attività che le Camere di Commercio, presenti nel tessuto sociale del territorio estero, sapranno condividere con i connazionali che vivono all’estero.
Che augurio migliore posso farvi per l’anno che sta iniziando, se non che l’intelligenza e l’opportunità politica prevalgano sulle bieche regole di “fazione”. È vero, anche io sono espressione di un partito, al momento, di opposizione, ragione per la quale la mia attività, non sempre è condivisa dal Governo; ma sono anche certa e lo sostengo da sempre, che se tutti i rappresentanti del popolo lavorassero per raggiungere obiettivi, nell’interesse diffuso dei cittadini, perderemmo meno tempo ed otterremmo risultati immediati e proficui. Un atteggiamento che auspico per il Governo, chiunque lo rappresenti.
Di una cosa sono certa, anche nel 2021 e, comunque, sino a che durerà questa Legislatura, lavorerò nell’interesse degli italiani all’estero a prescindere dal loro voto ed ideologia. Lavorerò sempre e comunque affinché il futuro possa essere migliore e foriero di buone notizie. Ne abbiamo bisogno per andare oltre la pandemia e sconfiggerla insieme.  La nostra vita, così come la società,  la costruiamo con ogni nostra azione.
Ci lasciamo alle spalle un anno difficile e auguro che il 2021 porti salute, serenità e la capacità di essere una Comunità unita, perché l’unita’ ci da più forza, in ogni senso, sia sociale che culturale, e ci permette di affrontare con più entusiasmo le sfide del futuro.
Auguri ed un forte abbraccio
Onorevole Fucsia Nissoli Fitzgerald
Intervista all’Onorevole Fucsia Nissoli Fitzgerald, Deputata al Parlamento per la Circoscrizione Estero – Ripartizione Nord e Centro America
Angela Rosaria Nissoli è di Treviglio, cittadina di circa 30 mila anime, in quel di Bergamo. Vive da più di tre decenni negli Stati Uniti, in Connecticut, è sposata ed ha tre figli.
Il nome Fucsia, con cui è comunemente conosciuta, racconta che piaceva alla mamma, mentre Angela “ricorda il mio nonno paterno e Rosaria il mio nonno materno”.
Da “grande” avrebbe voluto fare “esattamente quello che sto facendo adesso, mettermi al servizio degli altri”.
Prima di entrare in Parlamento, oltre ad occuparsi della famiglia “crescendo tre splendidi figli, ho dedicato molto tempo al volontariato nelle diverse realtà dove ho vissuto”.
Come si divide tra la famiglia e il suo impegno parlamentare?
“Svolgo un’attività parlamentare intensa, come si evince dai dati statistici relativi alla mia presenza a Montecitorio ed il resto del tempo lo dedico alle visite presso le comunità all’estero e, appena posso, alla mia famiglia. Mi preme sottolineare che quando sono in visita alle comunità all’estero, anche se di fatto si tratta di un’attività istituzionale legata al mio mandato, risulto assente dal Parlamento. Molto spesso mi trovo di fronte al dilemma se stare a Montecitorio, per svolgere l’attività legislativa oppure essere presente sul territorio, per ascoltare le esigenze della comunità. Il vero “lavoro”, se mi permette la battuta, è proprio trovare il miglior equilibrio per dare a ciascuna di queste “attività” una equa e doverosa presenza”.
Come “investe” il suo tempo libero?
“Al telefono con i connazionali che rappresento. Stare con loro è, nella maggior parte dei casi un piacere, non un impegno. Una splendida opportunità per conoscere, capire, comprendere ed imparare”.
L’ultimo libro che ha letto è stato “La forza della resilienza, di Rick Hanson; ama tutta la musica italiana in generale ed il suo film preferito è “La vita è bella” di Benigni.
Ci racconti la sua prima volta a Montecitorio, nel 2013.
“Ho provato una grande emozione e un grande senso di responsabilità, la medesima che mi spinge, ogni giorno, a dare il massimo in modo spontaneo, sincero e leale. Mi aspettavo, per la verità,  qualcosa di più solenne: un giuramento, come avviene anche in molti altri paesi, finalizzato a sottolineare il nostro impegno al servizio dell’Italia. Invece niente di tutto ciò. Il primo impatto è stato caratterizzato solo da qualche foto ricordo e via con le votazioni per eleggere le strutture di gestione del parlamento”.
Il referendum che ha diminuito il numero dei Parlamentari quanto nuocerà alla nostra rappresentanza?
“Lo dico da sempre: moltissimo. I prossimi eletti dovranno avere super poteri in quanto si troveranno a rappresentare un enorme numero di elettori in territori eccessivamente vasti”.
Cosa rimprovera all’attuale sottosegretario Merlo?
“Non sta nelle mie corde rimproverare nessuno e mi preme chiarire che è sempre difficile valutare il lavoro di “un singolo”. Si deve sempre osservare il quadro di insieme, quindi il Governo nella sua interezza. Comunque credo che si stia impegnando al meglio delle sue possibilità”.
Torneremo ad avere un Ministero degli italiani all’estero?
“Questa sarebbe una scelta saggia, perché darebbe maggiore risalto all’impegno del paese verso i propri cittadini residenti all’estero”.
Qualcuno la critica per aver cambiato spesso casacca politica e lo stesso qualcuno afferma che il suo prossimo partito sarà quello di Salvini.
“Lei sa che in politica trova molto spazio la fantasia e spesso le “presunte notizie” vengono viceversa diffuse in modo strumentale.
Per quanto mi riguarda non ho mai cambiato casacca, ho semplicemente dovuto, quando si e’ sciolto il primo partito a cui ho aderito, trovare una nuova collocazione che rispondesse alle mie idee politiche”.
Qual è la sua posizione sul voto degli italiani all estero? In realtà votano solo gli iscritti A.I.R.E. , però gli italiani con passaporto che vivono all’estero sono molti di più…
“Gli italiani che vivono all’estero dovrebbero tutti iscriversi all’AIRE perché così prevede la Legge e questo risolverebbe il problema di cui lei parla. Il voto all’estero, comunque, ha bisogno di essere riformato in maniera che rispetti l’articolo 48 della Costituzione che recita così: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto”
Come valuta il lavoro e i risultati ottenuti finora dai nostri eletti all’estero?
“Abbiamo fatto quello che si poteva fare, certamente posso lamentare una mancanza di lavoro di squadra il che ha, a mio modesto avviso, limitato questi risultati”.
Cosa chiede e cosa offre agli italiani della Repubblica Dominicana?
“Chiedo, anzi propongo di condividere una visione che ci veda lavorare come una “squadra” nell’interesse del Paese e di noi tutti residenti all’estero, cosa per la quale necessito della loro fiducia a fronte della quale garantisco il mio impegno per una politica più attenta alle loro esigenze”.
Cosa vorrebbe portasse il 2021 agli italiani all’estero?
“Tanta salute e tanto rispetto, gli uni degli altri. Dobbiamo ritrovare un’armonia fra persone, oltre gli schieramenti e gli interessi di parte. Mai come ora dobbiamo essere consapevoli che “stiamo tutti combattendo la stessa guerra”.
Verrà nella Repubblica Dominicana?
“Spero presto, con il Gruppo Interparlamentare Italia-Repubblica Dominicana, per condividere tra i due parlamenti le politiche che possano migliorare la vita dei cittadini italiani in Repubblica Dominicana e di quelli dominicani in Italia. E poi non vedo l’ora di incontrare personalmente i tanti connazionali e i cari  pensionati  che mi scrivono e mi spronano ad  impegnarmi sempre meglio e di più nel rappresentare tutto ciò che gli sta a cuore, pur trovandomi all’opposizione in  in Parlamento, che infine voglio ringraziare per il caloroso supporto e affetto che mi dimostrano”.