NEW YORK CHE VAI, ITALIA CHE TROVI!
Oggi la grande Metropoli e’ avvolta nella neve e nel gelo e neanche il sole riesce a togliere quel senso di desolazione che si nota tutto intorno.
Le strade sono quasi deserte.
Dove si sono rintanate quei milioni di persone che ogni giorno formicolavano frettolose nelle sue Strade e Avenue? I grattacieli, come giganti immobili, aspettano che la vita riprenda! Questo nemico invisibile l’ha colpita al cuore. Come per incanto tutto si e’ fermato! Vedere New York cosi’ mi fa star male! Ma sono certa che si rialzera’; ci vorra’ del tempo, ma ce la farà’ come ce l’ha fatta dopo l’11 Settembre!
Anche se e’ una città’ Americana, chi arriva a New York, da qualsiasi parte del mondo , trova un pezzo del suo Paese e si sente a casa ! E’ successo anche a me. Quando al mattino, recandomi al lavoro all’Istituto Italiano di Cultura, uscendo dalla Metropolitana, dopo aver percorso parte della 68ma Strada, giungevo a Park Avenue e gli edifici di mattoni rossi dell’Istituto e del Consolato Generale d’Italia sembravano salutarmi con le loro bandiere Italiane. In quel momento mi sentivo orgogliosa ed entravo in Italia e allo stesso tempo ero negli Stati Uniti. L’ho fatto per quarant’anni!
Attraversando New York, c’e’ tanta Italia e ci sono tanti Italiani. Dal famoso mercato del Bronx dove si respira aria d’Italia e gli odori degli affettati, carni e formaggi ti riportano indietro nel tempo e hai proprio l’impressione di essere in un vero mercato Italiano, ai negozi eleganti degli stilisti Italiani che si susseguono numerosissimi sulla Madison Avenue e la Quinta Strada, simbolo del Made in Italy, tanto blasonato nel mondo, qui ha trovato la culla per le grandi qualità che da sempre l’arte, l’ingegno. la creatività della nostra terra hanno dimostrato! Poi ci sono una marea di ristoranti che offrono cibi e sapori Italiani delle tante Regioni d’Italia. Purtroppo l’economia e’ in ginocchio. Molti i ristoranti e i negozi chiusi. Anche Wall Street ne soffre e il famoso toro di bronzo di oltre tre quintali, opera dello scultore Siciliano Arturo Di Modica, recentemente scomparso, posizionato dall’autore stesso davanti a Wall Street durante la notte, e’ diventato d’allora simbolo di Wall Street e quella forza che questa scultura esprime sembra voler uscire violentemente per dimostrare che ce la faremo, lottando con tutte le nostre forze!
Al Columbus Circle s’innalza la statua di Colombo che ultimamente e’ fonte di dispute incomprensibili perche’ senza il Genovese Cristoforo Colombo non ci sarebbe ora una citta’ di grattacieli e progresso. E l’America non si chiamerebbe America senza il Fiorentino Amerigo Vespucci! In mezzo alla baia la Statua della Liberta’, inaugurata nel 1886 e’ la guardiana simbolo di New York e degli interi Stati Uniti d’America, opera dell’Italo-Francese Bertholdi, raffigura una donna che indossa una lunga toga e sorregge fieramente nella mano destra una fiaccola (simbolo del fuoco, eterno della liberta’, mentre nell’altra tiene una tavola recante la data dell’Indipendenza Americana (4 luglio 1776) ,ai piedi vi sono delle catene spezzate (simbolo della liberazione dal sovrano dispotico) e in testa vi e’ una corona, le cui sette punte rappresentano i sette mari, in origine i sette Continenti. Immobile da secoli, guarda e osserva! E’ come se ci volesse dire che bisogna guardare lontano, oltre le barriere dello spazio e del tempo e, prendendo a prestito parole sagge di Benjamin Franklin uno dei padri fondatori della Costituzione Americana, che recitano :”Ben fatto e’ meglio che ben detto “, e’ tempo di agire , non di parlare! Forza New York! Insieme ce la faremo! L’Italia e i tuoi Italiani ci saranno! Io, a modo mio ci saro’ e continuero’ a portare avanti e mi battero’ affinche’ la nostra cultura e la nostra storia rimangano sempre vive in questa citta’ Capitale del Mondo!
Lontano, come una vela tra cielo e mare, all’entrata della Baia, si intravede il ponte di Verrazzano (Verazzano) che prende Il nome da un’altro Italiano. Poi in lontananza una striscia di terra, Staten Island. La’ si trova un piccolo cottage bianco costruito nel 1840, dove abito’ Antonio Meucci , inventore del telefono e dal 1851 al 1853, anche “l’eroe dei due Mondi” Giuseppe Garibaldi. E’ ora il Museo Garibaldi-Meucci. E’ di proprieta’ dell’”Order Sons and Daughters of Italy in America” che lo gestiscono!’ Poi il mio sguardo si posa verso un edificio rossastro in lontananza che spicca austero in mezzo alle onde scure. E’ Ellis Island, dove i tanti nostri immigranti arrivavano per cercare un futuro migliore, e con tante lacrime , sogni, determinazione, volontà’ , ingegno e tanta voglia di lavorare hanno contribuito a rendere questo Paese la piu’ grande potenza mondiale!
Cav. Giuliana Ridolfi Cardillo