Afghanistan, Talebani: ‘Donne al governo, ma nel rispetto della Sharia’

by | Aug 17, 2021 | ASIA, Breaking News

Taliban fighters patrol in Kandahar, Afghanistan, 17 August 2021. Taliban co-founder Abdul Ghani Baradar, on 16 August, declared victory and an end to the decades-long war in Afghanistan, a day after the insurgents entered Kabul to take control of the country. Baradar, who heads the Taliban political office in Qatar, released a short video message after President Ashraf Ghani fled and conceded that the insurgents had won the 20-year war. EPA/STRINGER

Afghanistan, Talebani: ‘Donne al governo, ma nel rispetto della Sharia’

Lo afferma Samangani, membro commissione cultura degli insorti

‘Donne al governo, ma nel rispetto della Sharia’Lo afferma Samangani, membro commissione cultura degli insortI talebani promettono un’amnistia e invitano le donne ad entrare al governo, “ma secondo le regole della Sharia”, la legge islamica. Lo dice, citato dalla Associated Press, Enamullah Samangani, membro della commissione Cultura degli insorti, in una delle prime indicazioni su come i talebani, vittoriosi sul piano militare, intendano governare l’Afghanistan. Un’affermazione che sembra voler indicare una svolta moderata degli ‘studenti islamici’, un tempo autori di lapidazioni di donne, mutilazioni e esecuzioni in piazza, ma che viene accolta con scetticismo da molti afghani ed osservatori internazionali. “L’Emirato Islamico non vuole che le donne siano vittime – ha affermato Samangani -. Dovrebbero far parte del governo, secondo i dettami della Sharia”, ma non ha chiarito cosa ciò significhi. “Tutte le parti dovrebbero unirsi” al futuro governo, ha aggiunto. Ha poi evocato un’amnistia, ma anche in questo caso senza chiarire chi ne beneficerebbe: alcune fonti a Kabul dicono che i combattenti islamici hanno già stilato liste di afghani che hanno cooperato con le forze straniere e per questo ricercati.Uno dei portavoce dei talebani, Suhail Shaheen, ha dichiarato a Sky News che le donne afghane potranno accedere all’istruzione, compresa l’università, sotto il dominio dei talebani, aggiungendo che le donne dovranno indossare l’hijab ma non il burka. Suhail Shaheen ha affermato inoltre che “migliaia” di scuole continuano a funzionare. Il gruppo ha già annunciato una “amnistia generale” in Afghanistan e rassicurato coloro che avevano lavorato con il precedente governo: “Le loro proprietà saranno salvate e il loro onore e le loro vite saranno al sicuro”.

“Quelli che prendono il potere” in Afghanistan “hanno la responsabilità di far sì che il terrorismo non riprenda forza”: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, precisando che “se si ristabilisse il regime del terrore rischierebbe l’isolamento”.

“Dobbiamo avere una valutazione chiara di quello che abbiamo fatto” in Afghanistan, ovvero “nonostante l’investimento considerevole il crollo è stato rapido. Dobbiamo imparare la lezione”, ha detto il segretario generale della Nato.

Dopo i due uomini precipitati nel vuoto dopo essersi aggrappati ad un aereo in decollo dall’aeroporto di Kabul, il Washington Post dà notizia di una nuova vittima della fuga disperata di molti civili afghani: il cadavere di un uomo è stato trovato nel vano carrelli di un aereo da trasporto americano C-17. Due fonti hanno detto al giornale che il corpo incastrato tra i carrelli ha temporaneamente reso inutilizzabile l’aereo. Si tratta dello stesso modello di velivolo sul quale sono saliti circa 640 civili afghani – ben oltre la regolare capienza – trasferiti in Qatar, la cui foto ha fatto il giro del mondo.

La Farnesina rende noto che l’Ambasciata d’Italia a Kabul, guidata da Vittorio Sandalli, dopo il rientro ieri in Italia dall’Afghanistan, si è immediatamente ricostituita presso il Ministero degli Esteri, al pari delle altre rappresentanza diplomatiche europee ridislocate in Patria, ed è già operativa. In stretto coordinamento con i partner europei, monitora la situazione sul terreno anche in vista della riunione dei Ministri degli Esteri Ue di oggi. Inoltre, continua ad essere operativo un presidio diplomatico italiano presso l’aeroporto di Kabul, in stretto coordinamento con la catena militare italiana e internazionale.